Domenica 30-8-20 XXII dom. A
Cari soci e amici dell’Amcor,
siamo, dunque, arrivati alla fine di questo mese di agosto. Il nostro “settimanale” era cominciato la domenica 22 marzo, in pieno lock-down. Per ventiquattro settimane Don Giuseppe ci ha accompagnato durante questo complesso periodo, facendoci gustare la Parola di Dio, propostaci nelle letture domenicali, e guidandoci, con sapienza, nel nostro cammino di fede.
La liturgia di oggi, domenica 30 agosto, ci propone, tra gli altri, un testo tratto dal profeta Geremia. Nei nostri Esercizi Spirituali del 2018 sui Profeti e, in particolare, nell’incontro di formazione del 6 aprile 2019 proprio su Geremia, Don Galvagno ci aveva guidato nella non facile comprensione di questo autore. Ci eravamo soffermati con attenzione su Geremia, sulla sua grande fede, ma anche sulla sua sofferenza di fronte a Dio dal quale si sentiva abbandonato. La figura di Geremia è considerata quella che più anticipa l’esperienza terrena di Gesù.
Le sintesi di questi interventi le trovate sul nostro sito internet “Amcor Amici Chiese d’Oriente” (Notiziari n. 54 del novembre 2018 e n. 55 del giugno 2019).
Bene si collega all’esperienza, talora faticosa, della fede il bellissimo Salmo 63 (62) che la Liturgia ci propone: “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, / ha sete di te l’anima mia, / a te anela la mia carne / come terra deserta, arida, senz’acqua. … / Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode.” (Sal 63(62),2-4). Sento particolarmente vicino a me questo Salmo, attribuito a Davide errante nel Deserto, che esprime con forza il mio più profondo sentire nel cammino di tutti i giorni come nei momenti forti della vita.
Colgo l’occasione di questo fine mese per esprimere un particolare grazie a Don Giuseppe per il Suo prezioso servizio di padre e maestro di tutti noi,
Desidero anche ringraziare di tutto cuore Patrizia che con grande dedizione, pazienza e professionalità, ogni mese ci aiuta nella raccolta dei testi, nella loro spedizione a tutti, nel seguire le scadenze e l’amministrazione della nostra associazione, nel consigliare.
Grazie a tutti voi che ci seguite con attenzione, segno di quella profonda unità che sentiamo animare la nostra associazione nell’amicizia e nell’ascolto della Parola.
Insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella e tutto il Consiglio, Vi invio un grande e affettuoso abbraccio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
30 – 8 – 2020 : XXII dom. A
Se qualcuno vuole venire dietro a me…
Letture:Ger 20, 7-9; Rm 12, 1-2; Mt 16, 21-27 – Geremia vorrebbe non profetizzare, perché “la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna”, ma non può. San Paolo inizia l’ultima parte della grande lettera ai Romani, di natura esortativa o parenetica: “lasciatevi trasformare… per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. Nel vangelo di Matteo, prosegue il racconto della confessione di Pietro, che non riesce ad accettare la predizione delle sofferenze che attendono Gesù.
Qualche insegnamento dalle letture: Geremia sembra imbronciato con il Signore, perché questi gli dà solo messaggi odiosi da comunicare. Questo comportamento lo rende antipatico al suo popolo e lui ha deciso di non eseguire più questo compito; addirittura “non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome”. Ma non ci riesce: “nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo”.
San Paolo inizia le sue raccomandazioni con una frase molto impegnativa: “Vi esorto, per la misericordia di Dio…”: dunque è una cosa che gli sta molto a cuore e che coinvolge direttamente il piano di Dio. “… a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente… è questo il vostro culto spirituale”. E’ la più grande dichiarazione del valore della nostra vita: “offrire” è l’azione liturgica di chi prepara il sacrificio del massimo culto offerto a Dio; “i vostri corpi”, che sono la somma di tutto ciò che forma la nostra vita, sono ciò che ci dà la possibilità della relazione con Dio e con i fratelli, sono soprattutto ciò che ci unisce all’intimo della realtà salvifica del Figlio-fatto-uomo che ci salva; “culto spirituale” non perché sia da contrapporre a ‘materiale’, bensì perché gode del suo valore per il riferimento allo Spirito, da cui proviene tutta la ricchezza della nostra stessa realtà e destino. Dunque è nella consapevolezza del valore di quanto la nostra povera e ricchissima realtà umana che ci poniamo di fronte al Dio della vita, consapevoli della nostra ricchezza, dono d’amore ricevuto gratuitamente e siamo chiamati a dargli la risposta della nostra vita.
Va dietro a me, Satana: Quello che è accaduto a San Pietro da una parte fa sorridere ma dall’altra fa un po’ paura: dopo una grande dichiarazione dell’importanza della persona (“Tu sei Pietro e su questa pietra…”) arriva una doccia fredda di prima qualità. Il fatto è che è stato lui a tirarsela addosso. Lui è un discepolo, anzi, essendo particolarmente importante, dovrebbe essere un modello di discepolo. Invece Gesù lo dichiara “Satana”, cioè il peggio degli ostacoli. Lui, proprio come discepolo, deve rimanere ‘dietro’ il suo maestro, per seguirlo e imparare esattamente quello che fa lui. Invece si è messo davanti e ha portato ragioni per arrestare il cammino del suo maestro. Gesù gli dice: tieni il tuo posto, ‘dietro’, per imparare, imitare, e per aiutare gli altri. E procede subito, applicando esplicitamente al discepolo quello che aveva detto di se stesso: ogni discepolo rinnegare se stesso, prendere la propria croce e seguire. Proprio quello che attende il suo Maestro. Gesù lo sa e cerca di renderne consapevole anche il suo discepolo. Anche a ognuno di noi è data la vocazione del discepolo, con le stesse modalità, ma anche con lo stesso modello e sostegno: Lui porta il massimo peso di questa croce.
Vostro don Giuseppe Ghiberti