Domenica 1-11-2020 “Tutti i Santi” “Settimanale Amcor” – Annullamento S. Messa del 3-11-2020
Cari soci e amici dell’Amcor,
viviamo questo momento di aggravarsi della pandemia con un senso profondo di preoccupazione e di precarietà.
Questa situazione e la convalescenza di don Giuseppe che ne impedisce la presenza, ci inducono, con profondo rammarico, ad
annullare la Santa Messa prevista per martedì prossimo 3 novembre 2020 alle ore 18,00.
Le Letture di questa domenica, dedicata a “Tutti i Santi”, ci vengono incontro. La liturgia, infatti, ci propone, tra le altre Letture, il Salmo 24(23) che è un salmo liturgico che veniva cantato processionalmente mentre l’Arca varcava la soglia del Tempio. Questa proposta di preghiera incontra il nostro stato d’animo attuale di comunità in cammino esprimendolo nel ritornello al Salmo: “Ecco la generazione che cerca il tuo Volto, Signore.”
Con quale intensità cerchiamo in questi giorni il Volto del Signore !
In questo verbo “cercare” è racchiuso questo desiderio, ma anche la difficoltà di saziare il nostro bisogno. La spiritualità sindonica, nella quale siamo cresciuti, ci aiuta a pensare il Santo Volto come segno di dolore condiviso, ma soprattutto come segno di speranza.
La solennità di “Tutti i Santi” è festa dell’universalità della fede e della Chiesa e riguarda tutti i Santi e le Sante del cielo e della terra. E’, dunque, festa anche nostra e dei nostri cari già accolti nell’abbraccio del Signore e che ne possono contemplare pienamente il Volto.
Don Giuseppe ci guida alle Letture di oggi cominciando proprio dalla speranza: “Il primo pensiero che viene da queste sante letture è quello della speranza.” Seguiamo, dunque, Don Giuseppe, caro padre e maestro, sulla strada che ci indica in preparazione alle Letture di questa importante ricorrenza di “Tutti i Santi” e per il nostro cammino di fede nella speranza.
Con Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella e tutto il Consiglio Vi invio un grande abbraccio e invito tutti martedì prossimo alle ore 18,00 a chinarci in un momento di silenzioso raccoglimento e preghiera.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
1 – 11 – 2020 : Tutti i Santi A
Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare
Letture: Ap 7, 2-4.9-14; 1Gv 1, 1-3; Mt 5, 1-12 – Il primo pensiero che viene da queste sante letture è quello della speranza: quella speranza che tira con sé fede e carità. E’ la speranza di entrare per sempre nel numero di quanti hanno riottenuto le tuniche candide per stare eternamente con il Signore, che vedranno Dio così come egli è e che vedranno con esperienza propria che l’ideale delle beatitudini non era una illusione di Gesù, ma una promessa che si realizza in vari modi. Sono proprio le tre letture – Apocalisse, prima Lettera di Giovanni, Vangelo di Matteo – a darcene la certezza. Non lasciamoci solo spaventare o illudere: è vero che le parole della Scrittura, oggi, sembrano riferirsi solo al futuro e non al presente, e più ancora che esse parlano di impegno quasi sovrumano, per entrare nella famiglia dei salvati, “simili a lui”, e per godere “la grande ricompensa… nei cieli”. Ma è vero che tutta questa promessa ha radice nel presente e che in tutto questo percorso non siamo soli.
Qualche insegnamento delle letture – Oggi non ci sono letture dall’Antico Testamento, perché è dopo la venuta di Gesù tra di noi che si completa la rivelazione del cammino dell’uomo, al seguito e in partecipazione al cammino di Gesù. Dal Nuovo Testamento ci giungono voci apparentemente molto diverse; ma è un’impressione imprecisa. Gesù (vangelo di Matteo) enuncia nelle “beatitudini” una prospettiva di santità che ci serve come guida (molto impegnativa!) se vogliamo giungere alla santità. I due scritti giovannei, dell’Apocalisse e della prima Lettera di Giovanni danno due descrizioni singolari della santità. Dall’Apocalisse assistiamo a una scena grandiosa: una moltitudine immensa è raccolta davanti al trono del Padre e all’Agnello Gesù. Giovanni, il veggente, domanda a “uno degli anziani” la spiegazione su chi siano quei personaggi, vestiti di bianche vesti: “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello”. L’Apocalisse ha sempre una grande intensità di insegnamento. Qui è possibile evidenziare alcune cose: il numero grandissimo di questi personaggi presenta la moltitudine sterminata degli eletti (a noi viene da dire: di coloro che sono salvati, in paradiso, i “santi”!); sono persone che hanno bisogno di lavare le loro vesti (perché ridiventino bianche) ed è il “sangue dell’Agnello” che le purifica e rende questi fratelli idonei alla condizione del paradiso. Dunque hanno una perfezione ri-acquistata, ed è la passione di Gesù che la procura loro. Mi sembra di sentire descritta la mia condizione di vita: pieno di imperfezioni deturpanti, oggetto di un amore infinito da parte del nostro dolce Redentore, reso idoneo a entrare nel grande culto che i redenti rendono, nell’eternità intera, al loro Salvatore. In partenza c’è la presenza della condizione deturpata del figlio che corrisponde male all’Amore (è la mia condizione), ma la forza di quest’Amore è così grande da dare splendore di bellezza a un figlio e fratello che si unisce al suo Redentore per l’eternità: è la condizione dei santi.
Noi saremo simili a lui – Rallegratevi ed esultate – Portiamo a termine il nostro singolare accostamento alla parola di Dio, dando attenzione in particolare alla parole di Giovanni e di Matteo. Sembrano tanto lontane, ma non è vero: dobbiamo però evidenziare la presenza di Gesù in ambedue. Il punto di partenza del ragionamento di San Giovanni è la sicurezza che “fin da ora siamo figli di Dio”. E’ la sicurezza della fede, che l’apostolo ha attinto direttamente dalla familiarità e confidenza con Gesù. E’ però anche vero che stiamo ancora camminando verso la piena rivelazione, quando “saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”. E sarà visione di possesso, di beatitudine totale. Voglia il Signore concederci la consapevolezza di questa visione, di questo possesso, che ci attende e dà senso a tutto l’impegno del nostro cammino, alle scelte del nostro quotidiano. Questa consapevolezza il Signore la impianta nel cuore di ognuno di noi fin dal momento del battesimo; noi gli chiediamo che non ci permetta mai di dimenticarcene.
Resta ancora la lista delle beatitudini, di cui ci parla San Matteo oggi nel brano evangelico. Un ideale da capogiro, quasi sconsolante. Eppure chi diceva queste cose, il nostro Salvatore Gesù, non si è mai tirato indietro e le ha fatte prima di dirle. A noi le dice non per rinfacciarcele, ma per incoraggiarci a non abbassare mai la guardia, a non abbandonare mai la presa della sua santa mano, che è … specializzata a tirar su da terra chi è caduto. Il suo sangue è balsamo a tutte le nostre ferite.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti