Domenica 20-12-2020 – IV Avvento B – “Settimanale Amcor”
Cari soci e amici dell’Amcor,
sono passati circa mille anni dalle parole di Davide e del profeta Nàtam fino al momento della nascita di Gesù. Circa duemila anni poi dalla nascita di Gesù ai nostri giorni. Tremila anni, un giorno per il Signore.
E continuiamo a cantare il Salmo 89 (88) il cui motivo fondamentale è il binomio amore/fedeltà o grazia/fedeltà. E’ il richiamo all’alleanza davidica che, preparando l’oracolo messianico, stabilisce per sempre la discendenza di Davide. Discendenza che, alle porte del Natale, ci prepariamo a ricordare e ad accogliere nuovamente tra noi.
“Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, / ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza, / di generazione in generazione edificherò il tuo trono.” (Sal 89/88 4-5)
Don Giuseppe ci ricorda, riprendendo S. Paolo, che viviamo la rivelazione del “mistero avvolto nei secoli eterni ma ora manifestato” (Rm 16,25).
Siamo dunque in un mistero ora manifestato per giungere all’ “obbedienza della fede”(Rm 16,26). Come mi sento piccolo di fronte a questa vastità di spazio e immensità di tempo, il mio piccolo cammino di uomo teme di perdersi, si perde nelle difficoltà di questo istante presente.
L’umile voce di Maria che accetta la parola operante di Dio, ci aiuti tutti a fare nostra e vivere questa obbedienza.
Intanto ringraziamo il Signore per la convalescenza di Don Giuseppe, che ora prosegue presso l’ospedale del Cottolengo, e preghiamo per tutti quelli che sono nel dolore, nella sofferenza, nella solitudine.
Un abbraccio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
20 – 12 – 2020 : [IV dom. Avvento – B]
Io gioisco pienamente nel Signore
Letture:2 Sam 7, 1-5.8b-12.14a-16;Rm16, 25-27; Lc 1, 26-38 – All’avvicinarsi del grande giorno le letture bibliche ci presentano i momenti fondanti, diversi ma concordi, della rivelazione che ci accosta al Mistero. Il Gesù che comparirà tra noi a Natale fa capolino da tutte le letture di oggi. La promessa che Dio ha fatto al re Davide (nel secondo libro di Samuele) si realizzerà in quel “discendente” che sarà il Messia; S. Paolo conclude la Lettera ai Romani riassumendo il suo scritto in riferimento a Gesù Cristo, “mistero avvolto nei secoli eterni ma ora manifestato”; il racconto evangelico di Luca ci presenta il momento in cui una vergine di Nazaret disse a Dio quel sì che la consacrò madre del “Figlio dell’Altissimo”.
Qualche insegnamento dalle letture – Risalire all’origine delle parole che risuonano nelle letture di oggi è uno sforzo incantevole. Tutto è sorpresa, indicibile. Un re parla con il suo Dio (2 Sam) attraverso la mediazione di un profeta. Pensano di fare un regalo a Dio, impegnandosi a fornirgli una casa, cioè un tempio; e Dio dice che non ne ha bisogno e che egli stesso fornirà una casa al re, dandogli un discendente che sarà a titolo unico non solo figlio del re ma figlio di Dio stesso. La comprensione di Davide fu certamente ridotta a una prospettiva di successi terreni. Non poteva capire di più: occorrerà la realizzazione dell’evento di questa nascita per incominciare un accostamento un po’ più consapevole, il nostro, mentre guardiamo a Gesù. Passano i secoli e un apostolo, scrivendo ai Romani, “annuncia Gesù Cristo”, cuore di un evangelo indicibile, con lo scopo che “tutte le genti giungano all’obbedienza della fede”. E di questo percorso di fede è ancora sempre lui, Gesù Cristo, non solo traguardo ma mediatore che soccorre in un cammino che è tanto bello ma anche tribolato..
Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio – “Figlio” è la qualifica principale di Colui che ci viene incontro alla conclusione dell’avvento e al passo di un “quotidiano” che fa della nostra vita un avvento continuo. Una creatura è stata invitata a offrire il suo cuore, la sua vita, alla realizzazione di un piano studiato dall’eternità, a vantaggio di beneficiari che non vantano nessun titolo, solo una povertà totale a colloquio con un amore ancora più totale, veramente da capogiro. Ma il Signore è così buono che vuole che i suoi doni abbiano pure un po’ il colore della nostra gente. Per questo ha preso il meglio, di cui ha voluto avere bisogno. Che cosa c’è di più prezioso al mondo che il cuore e la vita di una mamma? Lui voleva mandarci il Salvatore e le ha procurato la più perfetta delle mamme. Ce ne accorgiamo già dalle mosse che ha fatto per mandarle un invito così delicato da attendere la risposta dell’accettazione più consapevole. E’ accaduto nell’Annunciazione a Maria, che ci viene raccontata tante volte nell’anno, perché è inesauribile nella sua ricchissima bellezza. Lo scopo è anche quello di farci diventare un po’ invidiosi e tanto desiderosi di imitare un po’ questa Mamma da guardare un po’ da vicino il suo modo di comportarsi. Partiamo dalla conclusione, che leggevamo nelle parole “avvenga per me secondo la tua parola”. Possiamo scandagliare un po’ questa profondità di espressione. “Avvenga” è una forma verbale che ha del passivo: “sia fatto”. Ma ecco subito la domanda: fatto da chi? La nostra traduzione potrebbe essere completata con questa variante: sia fatto, ma da chi? Per chi? Queste forme hanno sempre un primo attore, che è Dio stesso (le chiamano “passivo teologico”): sia fatto da Dio! Ma la mia persona c’entra o no? C’entra sì: sia fatto da Dio e da me, e per me! Vediamo come una frasina diventa dispensatrice di tanta verità: Maria risponde implorando Dio e impegnando se stessa. Sa che Dio è tutto e lei è nulla; ciononostante si mette completamente a disposizione di Dio, con atteggiamento di collaborazione completa e con l’abbandono fiducioso di chi sa che dipende tutto da lui: ma Lui non deluderà. Il nostro Natale è nato in quell’incontro, ha toccato un vertice che ha mantenuto il livello d’impegno per tutta la vita, fin quando il Figlio tanto amato dalla croce non le affiderà tanti fratelli, una moltitudine nella quale la mia persona è amata di amore singolare e infinito, fin quando giungerà alla perfezione, per perdersi in quell’Infinito.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti