Domenica 6-6-2021 “Corpus Domini” – Settimanale Amcor
Cari soci e amici dell’Amcor,
la Festa del “Corpus Domini”, è stata istituita ufficialmente intorno alla metà del 1200 e San Tommaso (1225-1274) fu incaricato di comporre l’intero ufficio della festa che, si narra, scrisse in ginocchio davanti al tabernacolo.
Il tema del ‘Logos’ che si fa carne, del Corpo del Signore, della sua carne e del suo sangue, è centrale fin dalle origini del cristianesimo.
L’Eucaristia è “fonte e apice di tutta la vita cristiana” (Catechismo della Chiesa Cattolica n.1324 – ‘Lumen Gentium’, 11).
Don Giuseppe ci ricorda che: “oggi festeggiamo, con particolare consapevolezza, il dono che il Signore ci fa, come prolungamento della presenza dell’incarnazione, … , anche se affidata al mistero.”
Da questo mistero, da questa presenza quotidiana e insieme senza tempo, mi sento pervaso. E, pur nella difficoltà di capire, il mio cuore avverte il bisogno di un canto di ringraziamento che il Salmo mi offre e offre a tutti noi.
“Che cosa renderò al Signore, / per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza / e invocherò il nome del Signore. “ (Sal 116/115, 12-13)
In questa prospettiva, di apertura al mistero, desideriamo intraprendere un cammino di approfondimento, di riscoperta, di riflessione circa il significato, la struttura e la storia del rito della S. Messa. S. Messa che è così centrale nella nostra esperienza cristiana. Il carissimo amico e socio Bruno Barberis ci accompagnerà con una serie di suoi scritti che ci faranno strada e ci guideranno, a breve con ritmo mensile, in questo percorso che è insieme di formazione e di preghiera. E’ un ulteriore capitolo del nostro cammino di fede che affidiamo al Signore perché ci sostenga come singoli e come associazione.
Uniti nella preghiera, Vi invio i saluti più cari da parte di Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella e tutto il Consiglio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
Corpus Domini 6 – 6 – 21
Letture bibliche: Es 24, 3-8; Eb 9,11-15; Mc 14, 12-16.22-26
La Festa che noi tradizionalmente chiamiamo del Corpus Domini ufficialmente si chiama del “Santissimo Corpo e Sangue di Cristo”, ma ha anche altri nomi, come “festa dell’Eucaristia”, con i suoi derivati, come “la Messa”, “il sacrificio eucaristico”… Forse il titolo breve ci ricorda più da vicino la realtà proposta alla nostra attenzione: oggi festeggiamo, con particolare consapevolezza, il dono che il Signore ci fa, come prolungamento della presenza dell’incarnazione, della sua santissima umanità nella sua dimensione più quotidiana, anche se affidata al mistero.
Che cosa ci dicono i testi biblici riportati nella liturgia oggi (anno B)? Dall’Antico Testamento (Es 24) giunge il ricordo del grande sacrificio che Mosè offrì, insieme a tutto il suo popolo, durante la traversata del deserto, per sigillare l’impegno reciproco dell’alleanza tra Dio e il popolo. Mosè accompagnò l’azione rituale con le parole impegnative: “Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi”. Per noi, cristiani che leggiamo l’Antico testamento, questo sacrificio anticipa e rimanda a quello che Gesù ha fatto del suo sangue; e da questa offerta ha origine l’alleanza nuova tra Dio e l’uomo, intervenuta alla morte di Gesù.
Come e quando abbia avuto origine questa realtà unica, rinnovatrice della storia è raccontato nel vangelo di Marco, col ricordo dell’ultima cena di Gesù. E’ il Maestro stesso che dispone il necessario per la preparazione: egli ha amici o conoscenti in città e ha già preso contatto con loro e i due discepoli mandati avanti da Gesù trovano l’ambiente pronto. Durante il rito del pasto Gesù inserisce due interruzioni, per recitare sul pane e sul calice del vino da cui tutti bevono parole misteriose, che possono sembrare senza senso: “Questo è il mio corpo… il mio sangue dell’alleanza”. Dopo concludono il rito tradizionale e partono per il riposo al Monte degli Ulivi.
La lettura intermedia, dalla Lettera agli Ebrei, esprime l’efficacia di quanto ha operato l’effusione del sangue di Cristo, divenendo “mediatore di un’alleanza nuova”. Gesù ha agito come “sommo sacerdote dei beni futuri” e ha ottenuto una “redenzione eterna”. Dall’azione di Gesù è nato dunque un rito e soprattutto il dono di una “redenzione eterna”.
… quanto più il sangue di Cristo … purificherà la nostra coscienza… mediatore di un’alleanza nuova… Questa frase della lettera agli Ebrei sembra un po’ fuori dell’immaginazione che ci accompagna parlando dell’Eucaristia; in realtà ci aiuta a ricordare che l’Eucaristia non è solo “corpo”, ma “corpo e sangue di Cristo”, frutto di quella passione che ha portato Gesù in croce e ha portato alla conseguenza della separazione del suo corpo dal suo sangue – realmente, non solo per modo di dire. E questo è stato il prezzo ‘pagato’ per i nostri peccati, a cominciare dai miei, e per porci nuovamente e per sempre in condizione di amicizia di figlio verso un Padre di bontà infinita, un Figlio-fratello che porta il giogo delle difficoltà della vita strettamente unito a me, di uno Spirito di amore e di luce che mi illumina e riscalda soprattutto nei momenti dell’oscurità e degli appesantimenti che mi tolgono ogni voglia di combattere e di pensare.
Carissimi, concediamoci pure, senza vergogna, la gioia di rivivere i ricordi del “Corpus Domini” della nostra infanzia: ogni presenza di Gesù vuole provocare gioia. Così i ricordi della nostra Prima Comunione, dell’Eucaristia ricevuta in momenti particolarmente importanti della nostra vita: io ricordo la celebrazione della mia Ordinazione, i consacrati la Messa del loro impegno per Gesù e la Chiesa, gli sposati il momento dello scambio del dono delle loro due vite, i non sposati il rinnovo quotidiano del loro impegno di fede, nella ripresa della loro consacrazione battesimale sempre feconda. Sempre e ovunque l’Eucaristia è una presenza in dialogo, un sostegno discreto ma quanto efficace! Voglia Egli tenerci stretti a Sé, non lasciarci distrarre. Lui vuole essere mangiato e noi gli chiediamo che l’appetito di Lui faccia dimenticare tutti gli altri e ci dia la forza di cooperare un po’ alla diffusione di una consacrazione piena a Lui, alla sua causa, alla sua Verità.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti