20 anni AMCOR – Riflessioni e ricordi di Don Giuseppe
Cari soci e amici dell’Amcor,
con questo giugno 2021 l’Amcor compie 20 anni, possiamo serenamente voltarci indietro e scorrere immagini e ricordi.
Siamo ancora giovani!
Don Giuseppe ci offre due suoi scritti che, proprio come dicevo, ci aiutano a guardare la nostra storia, ma non per fermarci bensì per andare con determinazione avanti, sostenuti dall’amore per la S. Sindone, sapendo di avere degli obiettivi e la forza di proseguire, anche preparandoci a lasciare, tra un po’, il testimone ad altri.
Grazie Don Giuseppe, padre e maestro, anche per questa Tua testimonianza e per il grande affetto, ricambiato di tutto cuore, con il quale stai con noi guidandoci nel cammino di fede. Se anche qualcuno di Voi vuole inviarci qualche ricordo, cercheremo di raccoglierli per commentarli poi insieme.
Grazie anche al Signore che ci è stato vicino in questi anni e che continuiamo a sentire accanto a noi.
Uniti nel ricordo, nell’amicizia e nella preghiera Vi invio il saluto di Don Giuseppe, Suor Maria Clara e tutto il Consiglio.
Contardo Codegone
Martedì prossimo decorrono i primi venti anni di vita dell’ Amcor (2001 – 2021)
Carissimi Amici, i compleanni possono essere vissuti nei modi più diversi: con riconoscenza per ciò che è stato, con rimpianto per ciò che non è più, col desiderio di sfruttare al massimo il passato perché… non sia passato invano. Penso che più o meno questi sentimenti li portiamo in cuore tutti noi, vecchi e meno vecchi, guardando indietro il nostro cammino di venti anni intensi dell’AMCOR. Parlo ad alta voce e spero di non tradire i vostri sentimenti.
Si potrebbe incominciare – sorridendo – come nelle favole: c’era una volta la Sindone e, lì attorno, una quantità di gente che desiderava servire la sua causa. Eravamo molto diversi gli uni dagli altri, ma credo proprio di poter dire che la diversità è stata una ricchezza. Un obiettivo lo portavamo in cuore in modo comune: la causa della Sindone non si arresta al termine delle ostensioni e noi cerchiamo di trovare qualche via per continuare a servirla. L’occasione fondamentale ci venne da fratelli delle cristianità orientali, entusiasti per la presenza e il messaggio della Sindone, ma ancora tribolati per l’eredità dei governi comunisti. Questa attenzione primaria ai fratelli dell’Est causò la presenza della OR finale nel nostro nome: AMCOR. Il nome poteva suonare strano all’inizio, ma lo sentimmo fedele al nostro programma: AMiciChiesed’ORiente.
Dovrei dire come cercammo di realizzare il nostro programma. Lo faccio usando solo i titoli. All’inizio cercammo di favorire fratelli dall’Est con l’accoglienza di gruppi di pellegrini provenienti da quelle terre durante le ostensioni. Fu la volta anzitutto della Slovacchia e poi di paesi limitrofi. Le visite furono reciproche, finché fummo solo più noi a muoverci. Fu la volta dei pellegrinaggi in Cechia e Slovacchia, in Romania, Lituania, fino ai paesi del Baltico. I programmi comprendevano sempre preghiere sulla passione di Gesù e relazioni sulla realtà e problematica della Sindone (i problemi delle lingue venivano risolti di volta in volta con traduttori di vara capacità). Scendemmo poi in Albania e nelle repubbliche ex jugoslave. Uscimmo presto dall’Europa, con un bel viaggio-pellegrinaggio in Terra Santa, poi in Libano, in Anatolia (a più riprese in Turchia) e sempre più lontani fino in Russia e in Armenia, ma anche – più vicini – in Germania e in Polonia. Meno tipici i viaggi in paesi europei (sempre con carattere di pellegrinaggio): Russia, Germania,…
Ma sentimmo subito la necessità di sfruttare le possibilità che ci venivano offerte proprio dal nostro ambiente di origine per … ricaricare le pile. Cercammo allora di mettere a fuoco alcuni programmi formativi, accompagnati sempre dalla preghiera. Si cominciò con conferenze informative sulla situazione delle terre con cui eravamo in dialogo; d’altro lato si cercava di individuare qualche iniziativa informativa e formativa. Si pensi a tutti gli incontri riguardanti la Sacra Scrittura, accompagnati per lo più dal momento di preghiera. Non parliamo poi del beneficio dei pellegrinaggi, a cominciare dalla Terra Santa e poi Fatima. Momenti culminanti furono poi – finché sua maestà il virus ce lo permise – gli esercizi spirituali annuali. Anche in questi si cercò di seguire una linea formativa omogenea, prevalentemente su tematica biblica.
Un organismo giovane come il nostro si interrogava sulle sue caratteristiche relazionali. Eravamo sorti in modo spontaneo, senza troppe preoccupazioni … sistematiche. Però ben presto si avvertì la necessità di una qualifica un po’ ufficiale. Furono i nostri amici delle terre “straniere” a farcelo notare: Israele, Turchia, Libano. Mons. Franceschini, Vescovo di Iskenderun e poi Arcivescovo di Smirne, ci disse chiaro che l’apparizione di un gruppo cristiano privato in Turchia non avrebbe fatto né caldo né freddo, perché la chiesa cattolica è un ente-non ente. Allora avvenne il passaggio – grazie alla competenza e benevolenza del notaio Benvi Gamba (che perciò non poté essere eletto presidente) – della nostra natura a ente morale con riconoscimento nazionale… Contemporaneamente avemmo la gioia di una lettera del Cardinale Poletto che ci dava l’incarico di rappresentare l’arcidiocesi di Torino dove andavamo a parlare della Sindone. Questa ufficialità la sentimmo in modo diverso, a seconda dei nostri ospiti: ricordo ad es. il trattamento molto onorevole del patriarca della Chiesa Armena non cattolica e la gentilezza dei fratelli romeni, che ci organizzarono serate d’onore che ricordiamo con commozione. Ma addirittura in Russia fummo trattati con i guanti. Per es. nell’Anello d’Oro, a Vladimir fummo ricevuti dal Consiglio Accademico di quella università che, al mattino , sospese i programmi soliti. Era veramente una gioia per il cuore e ci veniva il rimpianto: peccato che queste cose da noi non si verifichino!!
Col passar del tempo molte cose sono cambiate e sentiamo la necessità di riflettere su una situazione in movimento, che ha bisogno di essere studiata, affinché la Sindone possa continuare a parlare, senza presunzione ma anche senza falsa timidezza. Noi per primi riceviamo tanto, ma proprio per questo sentiamo l’obbligo e la gioia di vivere con impegno la sua causa.
Chi siamo? Un po’ di storia
L’AMCOR (Amici Chiese d’Oriente) ha iniziato il suo cammino in pellegrinaggio. Un gruppo di amici si recò in Terra Santa e poi in Turchia, sulle orme di Gesù e poi di San Paolo, in un tempo di poco precedente l’inizio della stagione delle recenti ostensioni sindoniche. Quando iniziò il lavoro di preparazione di quella del 1998 alcuni accettarono di dare una collaborazione impegnata e tutti rimasero nel giro dei volontari disponibili. Il gruppo si qualificò come associazione ONLUS in seguito a un suggerimento di Mons. Ruggero Franceschini, vescovo di Iskenderun prima e poi arcivescovo di Smirne in Turchia. Nel 2000 l’AMCOR rivolse a un’ottantina di vescovi dell’ex territorio della cortina di ferro l’invito a venire all’ostensione, offrendo alloggio e vitto per gruppi di una dozzina di persone di quelle diocesi (per un periodo di alcuni giorni), in modo che potessero partecipare all’ostensione e visitare la nostra città. Si strinsero legami molto cari, che portarono all’invito per andare a visitare quei fratelli nelle loro nazioni all’Est.
La nostra presenza ha sempre comportato il dono di una copia sindonica in grandezza naturale e la partecipazione – nel limite del possibile – a qualche loro progetto pastorale o caritativo. Naturalmente ogni visita apportava novità, che arricchivano le esperienze. I paesi visitati furono la Slovacchia, la Lituania, la Romania, l’Armenia, l’Ucraina, la Turchia, l’Albania, la Croazia, con puntate in Polonia e in Germania; particolare significato ha avuto un pellegrinaggio per portare l’immagine sindonica a Gerusalemme, nel contesto di un’azione accademica presso lo Studium Biblicum Franciscanum.
La preparazione a questa attività verso l’esterno ha fatto ben presto avvertire la necessità di un impegno di cammino spirituale per i membri in casa: sono AMCOR anche quanti non possono intervenire ai viaggi e tutti insieme partecipano degli obiettivi comuni e del cammino comunitario. Il programma delle attività si è arricchito di momenti di formazione spirituale e di incontri di natura mista (soprattutto di studio per la conoscenza dei nostri interlocutori abituali: i fratelli ortodossi e musulmani). Ogni anno viene offerto un breve corso di esercizi spirituali, una serie di “lectio divina”, la lettura comunitaria di libri della Bibbia (incominciando dalle letture continue dei vangeli e degli Atti), la proposta di qualche breve pellegrinaggio nelle nostre terre.
L’obiettivo qualificante la nostra famiglia è l’attenzione amorosa al messaggio proveniente dalla Sindone e la ricerca di mezzi adatti per diffonderne la conoscenza. A questo scopo primario sono orientati tutti gli altri, anche quelli formativi dei membri. L’indicazione “Chiese d’Oriente” è indicativa del primo bacino di interesse, che continua a essere attuale, ma è stato allargato con una variazione statutaria, che comprende anche la realtà ecclesiale africana. Un’attenzione progressiva si cerca di dedicare a quei fratelli d’Oriente che sono giunti nella nostra terra.
L’AMCOR, “Amici Chiese d’Oriente”, nasce sulla scia delle ostensioni della Sindone del 1998-2000. In quella circostanza il “servizio accoglienza” stabilì contatti con parecchie Chiese d’oriente, uscite da poco dalla persecuzione comunista, ospitandone per qualche giorno le rappresentanze giunte a venerare la Sindone. I volontari di allora e alcuni loro amici ritennero che l’offerta di aiuto a quei fratelli dovesse continuare, in particolare portando il messaggio sindonico nelle loro terre. Per dare efficacia al progetto quel gruppo si costituì in Associazione Onlus. Nostri interlocutori sono i Vescovi e i fedeli delle Chiese cattoliche orientali, sia di rito orientale (i greco-cattolici) sia di rito latino. Fino ad oggi ci siamo recati in Slovacchia, Lituania, Romania, Ucraina, Turchia, Israele; prossimi obiettivi sono l’Armenia, la Georgia, e l’Albania. In queste visite portiamo anzitutto l’immagine sindonica (di solito fotografia su pellicola, applicata alla tela, in grandezza l:l), in una o più copie a seconda della richiesta, accompagnandola con conferenze o con Vie Crucis o con altre iniziative di preghiera. Contestualmente ci impegniamo a intervenire per qualche necessità che ci viene segnalata da quei fratelli, come soccorsi per opere a favore di bambini poveri, di seminaristi in difficoltà, di biblioteche teologiche sprovviste di libri o di strumenti informatici, di interventi edilizi a scopo educativo o di culto o per il reimpianto della vita consacrata. Allo scopo di mantenere viva la consapevolezza di questi obiettivi i soci si impegnano in varie iniziative di vita associativa: incontri su temi culturali e spirituali, incontri per ritiri, gite e pellegrinaggi talvolta preceduti da incontri formativi. Essi si impegnano a restare fedeli all’ispirazione originaria, che sente la chiamata a testimoniare i valori del messaggio sindonico, che dal silenzio del sepolcro parla di quel Signore che “non poteva amarci di più”.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti