Domenica 5-12-2021 – II Domenica d’Avvento Anno C- Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
Don Giuseppe ci guida attraverso le letture di questa domenica 5-12-21, II^ di Avvento anno C, facendoci cogliere il filo che lega alle altre letture il testo tratto da una raccolta di scritti che porta il nome di Baruc e che invita Gerusalemme alla gioia ora che i suoi figli sono ricondotti, esultanti, dall’esilio. E’ l’azione di Dio, la sua presenza nella storia, che salva.
Paolo scrive alla sua amata comunità di Filippi intorno al 56 d.C. . E’ la comunità che gli è particolarmente cara e alla quale è stato sempre molto legato. Egli scrive: “…prego … perché possiate … essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo…” (Fil 1,10). Don Giuseppe ci dice: “E’ evidente che l’attenzione e l’attesa si sono spostate a un momento finale (“il giorno di Gesù Cristo”). Applicando questo discorso all’oggi, ci viene di parlare dell’avvento della vita di ognuno di noi.”
Queste letture ci aprono al Vangelo di Luca, l’evangelista “più attento alle coordinate storiche di vita e attività di Gesù” ci ricorda Don Giuseppe. Sono le “ricerche accurate” (Lc 1,3) che nel prologo Luca ci dice di avere fatto perché ci rendiamo conto della solidità degli insegnamenti che abbiamo ricevuto.
E’ uno scenario solenne, storico e geografico, nel quale è ambientato l’intervento di Dio: “Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, …” (Lc 3,1). Uno scenario che fa sorgere in me due letture che non mi paiono escludersi del tutto a vicenda. Da un lato lo scenario sembra lo sfondo di carta pesta all’interno del quale si alternano modesti attori chiamati a recitare una parte e poi sparire. Dall’altro questo contesto mi sembra rappresentare il luogo ove le forze, i poteri, i potenti del mondo si ergono quali interpreti dello scontro tra il bene e il male, tra la luce e la tenebra. Scontro di cui anche la nostra storia presente reca drammatici segni
In questo quadro, dunque: “… la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.” (Lc 3,2). La Parola di Dio che è insieme parola, comando, precetto, azione. Parola che accade come evento sperimentabile. In ebraico “dabàr” rappresenta insieme il “detto” e il “fatto”. Dio parla agendo e agisce parlando. E questa “Parola” viene nel “deserto” (in greco “èremos”), terra di nessuno, della solitudine, della tentazione, luogo del fidanzamento (Os 2), e della preghiera.
Il Salmo rappresenta e prefigura, per coloro che sono ritornati da Babilonia a Gerusalemme, l’avvento dell’era messianica. Anche noi, che siamo nel cammino dell’ Avvento, in attesa della venuta finale, ci uniamo a questo canto e nell’attesa.
“Quando il Signore ristabilì le sorti di Sion, /
ci sembrava di sognare. /
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, /
la nostra lingua di gioia. /
Allora si diceva tra le genti: /
Il Signore ha fatto grandi cose per loro’. /
Grandi cose ha fatto il Signore per noi: /
eravamo pieni di gioia. /
Ristabilisci Signore la nostra sorte, /
come i torrenti del Nègheb. /
Chi semina nelle lacrime /
mieterà nella gioia. /
Nell’andare, se ne va piangendo, /
portando la semente da gettare, /
ma nel tornare, viene con gioia, /
portando i suoi covoni. / (Sal 126/125, 1-2ab; 2cd-3; 4-5.6)
Uniti nella preghiera Vi invio i saluti più cari anche a nome di Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella e tutto il Consiglio.
Contardo Codegone
P.S.
Ricordo i prossimi appuntamenti di preghiera e di formazione:
- Martedì 14 dicembre 2021 ore 18,00 S. Messa in Corso Picco 104 Torino (presso Suor Maria Clara). Dopo la S. Messa ci sarà uno scambio di auguri e un ricordo dei primi 20 anni dell’Amcor. Cercheremo di fare anche un collegamento Via internet per chi non potesse essere presente.
- Sabato 29 gennaio2022, ore 15,30 (segue S. Messa alle 18,00) in Corso Picco 104 Torino si terrà un incontro di formazione sul tema “Spiritualità del Profeta Elia”. L’incontro sarà tenuto da Don Galvagno.
- Il 13-14-15 maggio 2022 terremo i nostri Esercizi Spirituali a Susa, Villa San Pietro. Il tema sarà “Introduzione al Pentateuco”, il relatore Don Priotto.
Le S. Messe del 1^ martedì del mese saranno: il 1^ marzo, il 5 aprile, il 3 maggio e il 7 giugno alle ore 18,00 (sede da definire).
Terremo la nostra Assemblea annuale il sabato 26 marzo 2022 (sede da definire).
Tutti gli appuntamenti verranno confermati o meno in relazione anche alla situazione epidemiologica e si terranno nel rispetto delle normative di sicurezza vigenti.
ANNO C – II Domenica di Avvento
(5. 12. 21)
Letture: Bar 5, 1-9; Fil 1, 4-6.8-11; Lc 3, 1-6
Il brano iniziale, tratto da uno dei cosiddetti “profeti minori” dell’Antico Testamento, Baruc, contiene un lungo, accorato, invito a Gerusalemme, nominata due volte, a riprendere tutti i segni della gioia, ora che i suoi figli Dio glieli riconduce, esultanti, dall’esilio. Questo avverrà “alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui”. Trascorrono i secoli, e all’inizio della vita della Chiesa, San Paolo scrive nella sua lettera ai Filippesi una calda raccomandazione perché facciano crescere sempre più la carità, al fine di “essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo”, ricchi di “quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo”. E’ dunque la prospettiva di un futuro di rendiconto, quando saremo giudicati sul comportamento della nostre vite. E’ evidente che l’attenzione e l’attesa si sono spostate a un momento finale (“il giorno di Gesù Cristo”). Applicando questo discorso all’oggi, ci viene di parlare dell’avvento della vita di ognuno di noi.
Il brano del vangelo (di Luca) riporta, dalla penna dall’evangelista più attento alle coordinate storiche di vita e attività di Gesù, l’inizio dell’attività e predicazione di Giovanni (il Battista). Incomincia dal capo dell’impero romano, Tiberio Cesare (rappresentato da Ponzio Pilato), per giungere ai capi dei possedimenti reali degli eredi di Erode il Grande, fino ai capi religiosi del mondo giudaico palestinese. In quella situazione è da porre la predicazione di “Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”. Il grande, austero, predicatore, interprete diretto di Dio (“la parola di Dio venne su Giovanni”), annuncia l’avvento del tempo in cui “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Ma a tutti egli chiede: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. La prospettiva è consolante: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio
Giovanni il Battista è una figura molto rilevante nella prima parte del ministero di Gesù e gli evangelisti – specialmente Luca e Giovanni – ne sottolineano l’importanza, nonostante i due non si siano incontrati se non molto di rado. Gesù stesso ne riconoscerà l’importanza come esemplare messaggero di Dio. L’evangelista Giovanni ricorderà che due discepoli di Gesù erano stati prima discepoli di Giovanni e che per questi era stato lui stesso occasione di questo passaggio. La differenza da Gesù consistette nell’eccezionalità della preparazione del Battista (cresciuto nel deserto con una vita molto austera), a differenza da quella di Gesù (artigiano senza, apparentemente, nulla di eccezionale). Ma ambedue, per una sapienza proveniente dall’alto, conoscevano l’essenziale dell’altro e ne avevano grandissima stima. In contemporanea alla loro predicazione si formarono discepoli che in seguito seguirono vie autonome. Per Gesù il tipo della morte di Giovanni costituì un po’ il prodromo della propria fine. Per noi, che desideriamo essere discepoli di Gesù, Giovanni è anche modello di coloro che accettano di impegnare il proprio programma di vita al servizio della causa di Gesù, cioè alla salvezza di coloro per i quali ambedue, Giovanni e Gesù, hanno dato la vita.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti