Domenica 11-12-2022 – III Domenica di Avvento A – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
questa domenica 11-12-22 è detta “Gaudete” prendendo questo nome dall’antifona d’ingresso tratta dalla lettera di Paolo ai Filippesi:
“Siate sempre lieti (“Gaudete”) nel Signore,
velo ripeto: siate lieti.
La vostra amabilità sia nota a tutti.
Il Signore è vicino.” (Fil 4,4-5)
Anche il colore dei paramenti liturgici riflette questo invito a essere lieti. Sono, infatti, rosa anziché viola come richiesto dall’Avvento, periodo di penitenza. Don Giuseppe ci dice che: “Avvento è preparazione a una venuta, piena di incanto ma anche non meno di mistero.”
Questo della gioia ed, insieme, del mistero mi sembrano i fili che ci guidano nelle letture di questa domenica.
Il brano del profeta Isaia, ripreso nelle letture, è attribuito a uno scrittore (“Deutero-Isaia”) vissuto durante l’esilio di Babilonia intorno al 550 a.C. (l’Isaia storico visse nell’ottavo secolo a.C.). Questo Deutero-Isaia annuncia l’arrivo del Messia che traccerà una via santa sulla quale ritorneranno a Sion i riscattati dal Signore.
Ci dice ancora Don Giuseppe che: “Il grande profeta Isaia … ci trasmette un gioioso messaggio: Dio ‘viene a salvarvi’.
Il brano della lettera di Giacomo ci raccomanda di essere “costanti… fino alla venuta del Signore”. Sottolinea Don Giuseppe: “e convinciamoci che ‘la venuta del Signore è vicina’.” Giacomo ha appena detto parole forti contro i ricchi che non usano la loro ricchezza come strumento di giustizia. Nel brano citato si rivolge ai poveri invitandoli alla pazienza e alla costanza “perché la venuta del Signore è vicina.” (Gc 5,8).
Don Giuseppe sottolinea come: “Il ‘cammino’ di Gesù nel nostro mondo non è meno faticoso che al tempo di quella sua prima comparsa.”
Il brano del Vangelo di Matteo riporta un avvenimento avvenuto tra il battesimo di Gesù e l’uccisione di Giovanni ad opera di Erode Antipa. Dice Don Giuseppe: “Le attività dei due si sono svolte evidentemente senza intese reciproche, al punto che dal carcere Giovanni manda a chiedere una risposta a Gesù circa la convinzione che egli nutre di se stesso: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (Lc 7, 18-23).
Questa domanda di Giovanni evidenzia forse una crisi del Battista che probabilmente si attendeva un Messia giustiziere, un Messia che punisce con severità i peccatori. Invece Gesù è espressione di un Dio amore e misericordia.
Ci dice Don Giuseppe: “La dimensione dell’appartenenza al Regno non si trova esattamente nel rigorismo del Battista, che pure Gesù stima più di ogni nato di donna…”
La domanda del Battista, però, mi sembra anche la domanda radicale che si pone l’uomo di ogni tempo nel suo difficile cammino di fede: sei tu colui che ci salva, o dobbiamo cercarne un altro?
Il salmo, recitato al mattino nella tradizione ebraica, contiene le dieci azioni di Dio in difesa dei poveri. Sentiamo nostra la preghiera degli oppressi, ripetiamo questa preghiera perché il Signore ci aiuti a riconoscerlo, perché siamo aperti alla sua misericordia.
Rit. Vieni, Signore, a salvarci.
“Il Signore rimane fedele per sempre /
rende giustizia agli oppressi, /
dà il pane agli affamati. /
Il Signore libera i prigionieri. /
Il Signore ridona la vista ai ciechi, /
il Signore rialza chi è caduto, /
il Signore ama i giusti, /
il Signore protegge i forestieri. /
Egli sostiene l’orfano e la vedova, /
ma sconvolge le vie dei malvagi. /
Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sìon, /
di generazione in generazione.” (Sal 146/145, 6-7.8-9a.9b-10)
Sentiamo nostro questo Salmo perché la nostra “speranza è nel nome del Signore” (146/145, 5). Senza questa speranza ci sentiremmo perduti.
Con Don Giuseppe. Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio mi sento unito a tutti voi nella supplica per la pace.
Contardo Codegone.
P.S.
– Martedì scorso, 6 dicembre, ci siamo ritrovati numerosi per la Santa Messa e lo scambio fraterno di auguri per il S. Natale. Molti, che non poterono essere presenti, hanno avvisato dell’impedimento confermando l’unione nella preghiera. Riprenderemo la Santa Messa con il primo martedì di marzo cioè il 7/3/2023.
– sabato 28 gennaio e sabato 25 febbraio 2023 ci troveremo presso la Consolata alle 15,30 per due incontri di formazione con Don Savarino sui primi secoli del cristianesimo. Lo Spirito soffia sulla Chiesa e la invita all’unità. Tra 3 anni il 20 aprile 2025 coincideranno le date della Pasqua cattolica e quella degli Ortodossi. Il 2025 sarà anche l’anno nel quale si ricorderanno i 1700 anni trascorsi dal Concilio di Nicea (325 d.C.). Papa Francesco ha espresso l’auspicio che si possa arrivare per quella data a unificare i calendari per la Pasqua. Negli incontri con Don Savarino cercheremo di approfondire il significato dei primi secoli cristiani ricchissimi di fede, ma anche attraversati da tante, drammatiche, fratture.
-Gli Esercizi Spirituali si terranno a Susa, come negli anni scorsi, dal venerdì 14 aprile alla domenica 16 aprile 2023. Il primo fine settimana dopo la Pasqua. Gli Esercizi saranno tenuti da Don Priotto sul tema del Deuteronomio.
III domenica Avvento A – 11. 12. 22
Letture: Is 35, 1-6a.8a-10; Gc 5, 7-10; Mt 11, 2-11
Carissime e carissimi, Avvento è preparazione a una venuta, piena di incanto ma anche non meno di mistero. Con Gesù tra noi, sentiamo dalla sua parola come egli ci orienta in questo tempo di preparazione, che si ispira a esperienze che furono già vissute dal suo popolo e che hanno ancora molto da insegnarci oggi. Il grande profeta Isaia (il nome si riferisce a più personaggi, che nel giro di qualche centinaio di anni furono trasmettitori dei messaggi di Dio, sempre sulla pista della stessa ispirazione) ci trasmette un gioioso messaggio: Dio “viene a salvarvi”. Tra i doni che il Signore concede al suo popolo ci sarà far “ritornare i riscattati dal Signore: verranno in Sion con giubilo… e fuggiranno tristezza e pianto”. Già per il popolo ebraico questo evento del ritorno da Babilonia aveva un valore prodigioso, anche se fu accompagnato da tribolazioni senza fine, ma per la grande storia esso rimase come garanzia della volontà misericordiosa di Dio. In Gesù Dio è venuto e viene a salvarci.
La lettera di Giacomo ci raccomanda oggi di essere “costanti… fino alla venuta del Signore”. E convinciamoci che “la venuta del Signore è vicina”. Gli esempi pratici che fa Giacomo sono molto semplici e si applicano a una comune esperienza quotidiana: come il contadino aspetta “con costanza” che la terra si muova con i suoi ritmi e porti i suoi frutti, così vale per noi la regola: “siate costanti”. Ed essere costanti è difficile, ma non meno necessario, oggi, a tanti secoli di distanza dalla venuta di Gesù. Il “cammino” di Gesù nel nostro mondo non è meno faticoso che al tempo di quella sua prima comparsa.
Il vangelo secondo Matteo riporta un ricordo assai raro di rapporti intercorsi tra Giovanni Battista e Gesù nel periodo non lungo intercorso tra il battesimo di Gesù (impartito dal Battista) e l’uccisione di Giovanni a opera di Erode Antipa. Le attività dei due si sono svolte evidentemente senza intese reciproche, al punto che dal carcere Giovanni manda a chiedere una risposta a Gesù circa la convinzione che egli nutre di se stesso: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (Lc 7, 18-23). Gesù risponde in due tempi: Giovanni è un profeta di grandezza somma ed è “Elia che sta per venire” (v. 14, nella continuazione del racconto). Egli è, per missione, ‘il precursore’ (“il mio messaggero davanti a te, preparerà la tua via”), più grande di “ogni nato di donna”. Ma non è questo l’unico criterio di giudizio, perché Gesù conclude con un ultimo confronto tra il Battista e “il più piccolo nel regno dei cieli”, riconoscendo che questo “piccolo” è “nel regno dei cieli più grande di lui”.
Ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui
La finale del nostro brano del vangelo, a cominciare dal “ma” sembra voler ridurre il peso della lode appena pronunciata da Gesù sul Battista. Credo che questa impressione sia da rifiutare. La dinamica del racconto contiene un insegnamento importante: la perfezione nel servizio al Regno la possiede ed esercita solo Gesù. La dimensione dell’appartenenza al Regno non si trova esattamente nel rigorismo del Battista, che pure Gesù stima più di ogni nato di donna (e il messaggero mandato da Dio davanti al Messia entra certamente nella categoria dei “piccoli nel regno dei cieli”). Questo vale come criterio per tutti i santi lungo il corso della storia della Chiesa: ognuno loda e serve Dio con tutte le sue possibilità, la sua interpretazione della chiamata ricevuta e con tutti i suoi limiti.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link:
http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/