Domenica 12-2-23 – VI Tempo Ordinario A – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 12-2-2023 sono collegate dalla riflessione sulla sapienza di Dio e sul significato dei suoi precetti.
La prima lettura è tratta dal Siracide. Conosciamo il nome dell’autore cioè Gesù Ben Sira. Egli era certamente un maestro di sapienza ebreo e di vasta cultura. Nato probabilmente circa a metà del terzo secolo a.C., ha scritto la sua opera in ebraico intorno al 180 a.C.
Il testo rappresenta una guida per chi ama la sapienza di Dio. Questo testo non figura nel Canone ebraico anche se originariamente fu scritto in ebraico e poi tradotto in greco dal nipote probabilmente nel 132 a.C.
Mi sembra importante ricordare, perché lo ritroveremo anche nel Vangelo di Matteo, che Ben Sira nel prologo dica: “Molti e importanti insegnamenti ci sono dati dalla Legge, dai Profeti e dagli altri scritti, per i quali è bene dar lode a Israele quanto a dottrina e sapienza.”
E’ qui sintetizzata la ripartizione della Bibbia ebraica in tre parti appunto: Torah (la legge) ossia il Pentateuco, Nebiim (i Profeti) e Ketubim (gli Scritti) (vedi nota 1).
Don Giuseppe ci guida dicendoci che: “Nel nostro brano è messa in evidenza la conseguenza delle scelte che ognuno di noi può fare nei confronti della legge del Signore.”
Il secondo brano delle letture di oggi è tratto dalla prima Corinzi. Don Giuseppe ci dice che: ‘San Paolo … giunge a parlare della sapienza “dei dominatori di questo mondo” per confrontarla con la “sapienza di Dio”’.
Continua Don Giuseppe: ‘Questa “sapienza”, preparata “per coloro che amano” Dio, è rivelata “a noi per mezzo dello Spirito”, che conosce bene “le profondità di Dio”’.
Il brano tratto dal Vangelo di Matteo comincia: “In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.’”
Gesù parlando della Legge e dei Profeti usa un’espressione tipica per citare tutto l’Antico Testamento. AT che è da considerarsi nella prospettiva profetica del regno e del suo compimento nell’insegnamento e nella vita di Gesù (“Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni” – Mt 11,13).
Circa il testo di Matteo, Don Giuseppe nuovamente ci prende per mano e ci dice: “L’abitudine a sentire o leggere queste parole ci toglie o attutisce la sensibilità a riguardo della libertà che Gesù si prende nei confronti della legge mosaica, nella quale egli stesso era nato e continuava a vivere. Egli diceva: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei…”. Quella a cui si riferisce è ‘giustizia’, ma Gesù chiede di superarla.” E’ il Signore il modello da imitare.
Il Salmo chiude l’Hallel. L’Hallel comprende sei Salmi (dal 113 al 118), Salmi che venivano cantati ad alta voce durante occasioni festive e gioiose.
Chiediamo anche noi al Signore di aprirci gli occhi per considerare le meraviglie della sua legge. Chiediamo anche noi al Signore di essere benevolo con noi che viviamo un cammino di fede aspro e difficile.
Rit. Beato chi cammina nella legge del Signore.
“Beato chi è integro nella sua via /
e cammina nella legge del Signore. /
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti /
e lo cerca con tutto il cuore. /
Tu hai promulgato i tuoi precetti /
perché siano osservati interamente. /
Siano stabili le mie vie /
nel custodire i tuoi decreti. /
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, /
osserverò la tua parola. /
Aprimi gli occhi perché io consideri /
le meraviglie della tua legge. /
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti /
e la custodirò sino alla fine. /
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge /
e la osservi con tutto il cuore. “ (Sal 118 1,2; 4,5; 17,18; 33,24)
Insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio sentiamoci uniti nella preghiera per la pace, perché aiuti chi è stato colpito dal terremoto, perché sia vicino a tutti quelli che sono nella sofferenza e nella malattia.
Contardo Codegone
Nota 1 – La Bibbia Cattolica è ripartita in quattro parti: Pentateuco, Libri storici, Libri poetici e sapienziali, Libri profetici.
P.S.
– Vi ricordo che l’Assemblea sociale dell’Amcor si terrà sabato 25 marzo 2023 alle ore 15,30. Sede ancora da definire.
– Gli Esercizi Spirituali si terranno a Susa, Villa San Pietro, il 14-15-16 Aprile. Relatore Don Priotto sul Pentateuco.
– Gli altri appuntamenti (Santa Messa del martedì 7 marzo, e incontro di formazione con Mons. Savarino) verranno confermati più avanti in relazione alla disponibilità di Don Giuseppe.
VI domenica t. o. A – 12. 2. 23
Letture – Si 15, 15-20; 1 Co 2, 6-10; Mt 5, 17-37
Il Siracide è un libro sapienziale che prende nome dall’autore “figlio di Sira” ed è stato composto prima della metà del secondo secolo e tradotto presto in greco. Nel nostro brano è messa in evidenza la conseguenza delle scelte che ognuno di noi può fare nei confronti della legge del Signore. Davanti alla nostra volontà di persone libere è data la possibilità di dire sì ai dettami della sua legge, con fiducia in lui, oppure di rifiutare. Ma il sì è la scelta del bene e della vita; il no la scelta del male e dunque della morte. Non possiamo immaginare di nascondere il male: “la sapienza del Signore… vede ogni cosa”. Ma è chiaro: “a nessuno ha dato il permesso di peccare”. La lunghezza del nostro brano non sviluppa molto i motivi delle nostre scelte, ma è già sufficientemente chiaro che le scelte che facciamo sono una manifestazione del nostro dialogo con il Signore, un’espressione di quanto conti per noi l’adempimento della sua volontà.
Sempre in discorso di comportamento e dei motivi da cui viene deciso, San Paolo, nella prima Lettera ai Corinzi, giunge a parlare della sapienza “dei dominatori di questo mondo” per confrontarla con la “sapienza di Dio”. Frutto della prima è stata la decisione di crocifiggere il “Signore della gloria”, mentre le cose del Signore sono entrate in cuore d’uomo “preparate per coloro che lo amano”. Questa “sapienza”, preparata “per coloro che amano” Dio, è rivelata “a noi per mezzo dello Spirito”, che conosce bene “le profondità di Dio”. Incontriamo così le tre Persone della beata ‘famiglia divina’, culmine supremo di ogni perfezione, origine del bene supremo, segreto di amore perfetto.
Il brano evangelico, di San Matteo, ci porta agli inizi del grande ‘discorso della montagna’, dedicati ad orientare quanti si pongono in ascolto, perché si rendano conto del valore assoluto di quanto sentiranno: “non passerà un solo iota”. Ed ecco il principio, semplice ed assoluto: “se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Dunque Gesù non rifiuta i risultati del cammino compiuto nei secoli dalla pietà ebraica, ma per ogni massima di questa egli aggiungerà “ma io vi dico”. Così egli spiega che “non uccidere” giunge fino a non adirarsi. Addirittura un atto di culto è gradito a Dio quando è accompagnato da un atteggiamento pacifico verso il fratello, la fedeltà coniugale non si limita al comportamento esterno ma nasce nell’interno del cuore. A questo riguardo Gesù fa una precisazione per negare la liceità del ripudio, eccetto che tra i due ci sia un’unione illegittima e non un vero matrimonio.
Ma io vi dico
L’abitudine a sentire o leggere queste parole ci toglie o attutisce la sensibilità a riguardo della libertà che Gesù si prende nei confronti della legge mosaica, nella quale egli stesso era nato e continuava a vivere. Egli diceva: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei…”. Quella a cui si riferisce è ‘giustizia’, ma Gesù chiede di superarla. Il criterio di volta in volta è quello della interiorizzazione, che supera la ‘crosta’ delle motivazioni, per fondarle sempre su quel primato del Signore, modello da imitare. In lui si direbbe che il gratuito è stato elevato a sistema e l’amore il vero criterio per giudicare peso e valore delle realtà umane. Nell’amore la realtà umana si avvicina al livello divino, nella più pura autenticità e acquista senso anche ciò che è impegnativo al punto di essere ripugnante. Se pensiamo al modo di comportarsi di Gesù stesso, queste parole acquistano contenuto e diventa commovente ad esempio la decisione di Padre Massimiliano Kolbe che sceglie una morte terribile nel lager tedesco per prendere il posto di un padre di famiglia condannato a quella fine.
Vostro don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link:
http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/