Domenica 30-7-23 – XVII Tempo Ordinario A -Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 30-7-2023 hanno come filo conduttore la sapienza che fa discernere il giusto dall’ingiusto, il bene dal male, ciò che ha valore da ciò che non lo ha.
I due ‘Libri dei Re’ sono inclusi tra i “Libri storici” e sono preceduti dai due libri di ‘Giosuè’, dal libro di Rut, e dai due libri di Samuele. Sono poi seguiti da una serie di libri che arrivano fino ai Maccabei in epoca ellenistica.
Il gruppo dei libri storici ha come oggetto principale i rapporti di Israele con Jahvè. Soprattutto le infedeltà del popolo alla parola di Dio, parola di cui i profeti sono annunciatori (Samuele, Natan, Elia, Eliseo, Isaia, Geremia). I Libri dei Re danno il quadro in cui si svolse il ministero dei profeti di prima dell’esilio a Babilonia.
Per il loro contenuto i Libri dei Re seguono immediatamente il Pentateuco. Infatti alla fine del Deuteronomio, ultimo libro del Pentateuco, Giosuè è designato come successore di Mosè e il libro di Giosuè comincia proprio con la morte di Mosè.
Giosuè guida l’insediamento del popolo eletto nella terra che gli è stata promessa. I Giudici sono eroi liberatori (sei maggiori e sei minori), scelti direttamente da Dio per una missione di salvezza. Le storie dei Giudici (pensiamo per esempio a Gedeone, Iefte, Sansone) completano il periodo che va dalla morte di Giosuè all’inizio del ministero di Samuele. Il piccolo libro di Rut è posto dopo i Giudici ed era uno dei cinque rotoli che erano letti nelle feste principali.
L’evangelista Matteo (Mt 1,5) ha incluso il nome di Rut nella genealogia di Gesù.
Il profeta Samuele ha un ruolo essenziale nella storia della istituzione della monarchia (1 Sam 8-12). I libri di Samuele comprendono il periodo che va dalle origini della monarchia israelita fino alla fine del regno di Davide (Saul muore circa nel 1010 a.C. e Davide circa nel 970 a,C.)
I Libri dei Re contengono il lungo racconto del regno di Salomone (morto circa nel 931 a.C.). Includono le storie parallele dei regni di Israele e di Giuda dopo la secessione alla morte di Salomone. Nel 721 a.C. si ha la conquista di Samaria da parte degli Assiri e nel 587 a.C. la conquista di Gerusalemme e la distruzione del tempio con il secondo esilio a Babilonia.
Due re importanti per la loro azione riformatrice sono Ezechia che ha regnato circa tra il 715 al 687 a.C. e Giosia che fu re tra il 640 e il 609 a.C.. Sotto Giosia fu scoperto il Deuteronomio e se ne diede lettura pubblica.
I Libri dei Re debbono essere letti nello spirito con il quale furono scritti ossia come la faticosa storia della salvezza del popolo di Israele.
Nel brano che leggiamo oggi tratto dal primo Libro dei Re, ci dice Don Giuseppe: ‘ci viene incontro il re Salomone, figlio di Davide: in questo episodio dà prova di grande saggezza, nonostante la giovane età – chiede “il discernimento nel giudicare”, così importante specialmente per il re – e ottiene la grande promessa di Dio: “Ti concedo un cuore saggio e intelligente”, in misura unica (“uno come te non ci fu prima né sorgerà dopo”).’
La seconda lettura, tratta dalla lettera ai Romani di Paolo ci presenta i doni che il Signore concede a coloro che amano Dio.
Dal Vangelo di Matteo ci dice Don Giuseppe: “raccogliamo le ultime parabole riportate nel capitolo dedicato ad esse: il Regno dei cieli è quanto di più prezioso possiamo pensare e desiderare (perla o tesoro), ma è anche la scena sulla quale si combatte la lotta tra il bene e il male, fino al giudizio finale.”
Il Salmo ci presenta uno dei momenti più significativi della pietà israelita di fronte alla rivelazione divina. Questo Salmo è la più ampia composizione del Salterio ed è racchiuso in quante sono (22) le lettere dell’alfabeto ebraico.
Ciò che ci insegna questo Salmo è che la legge non è solo un insieme di norme, ma è la stessa rivelazione che Dio fa di sé. E’ la parola di Dio, indicata con tanti termini, che ci illumina, ci guida, ci salva.
R. Quanto amo la tua legge, Signore!
La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento. R.
Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia. R.
Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero. R. Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici. R. (Sal 118/119)
Sentiamoci illuminati da questa Parola. Mi viene da ripetere con insistenza: “Venga la tua misericordia”. Il mio cuore inquieto ha bisogno di questa luce in ogni momento della sua vita.
Insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio Vi invio un grande, grande abbraccio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
30 – 7 – 2023 : XVII dom. A
Il seme è la Parola
Letture: 1 Re 3, 5.7-12; Rm 8, 28-30; Mt 13, 44-52 – La pausa estiva di quest’anno è impegnata a confrontare la sapienza di questo mondo con quella più alta, di cui ci viene dato un esempio nella richiesta di Salomone, nelle parabole di Gesù e nell’insegnamento accorato di Paolo.
Qualche insegnamento dalle letture: Nel Libro dei Re ci viene incontro il re Salomone, figlio di Davide: in questo episodio dà prova di grande saggezza, nonostante la giovane età – chiede “il discernimento nel giudicare”, così importante specialmente per il re – e ottiene la grande promessa di Dio: “Ti concedo un cuore saggio e intelligente”, in misura unica (“uno come te non ci fu prima né sorgerà dopo”). Dal vangelo di Matteo raccogliamo le ultime parabole riportate nel capitolo dedicato ad esse: il Regno dei cieli è quanto di più prezioso possiamo pensare e desiderare (perla o tesoro), ma è anche la scena sulla quale si combatte la lotta tra il bene e il male, fino al giudizio finale.
Molto consolante è il passaggio di Romani 8, che contempla i doni che il Signore concede a “coloro che amano Dio”: per essi “tutto concorre al bene”. Paolo enumera una serie di azioni divine, l’una consequenziale all’altra, in favore di quelli che Dio ha chiamati. Egli ha un disegno su questi chiamati, da sempre conosciuti, predestinati, giustificati e in fine glorificati. Non è facile distinguere con precisione fra questi doni, ma la destinazione che accomuna tutte queste azioni è di rendere conformi all’immagine del Figlio, partecipi della vita di Dio. Attraverso questa molteplicità di interventi divini (con nomi dal contenuto non sempre differenziabile) possiamo intuire l’infinita bontà e ricchezza dell’interesse di Dio nei nostri riguardi e della multiforme modalità del suo intervento. E’ evidente però che sempre opera l’intento di assimilare e rendere partecipe il più possibile la sorte dei figli a quella del Figlio. Tutto questo interesse culmina nella glorificazione, la partecipazione più intima ed efficace a quella gloria che si avvicina maggiormente ad esprimere l’ineffabile di Dio.
Tutto concorre al bene per quelli che amano Dio – Gli esiti della lotta per l’affermazione del Regno sono decisi dagli angeli che, si sottintende, premiano i buoni e castigano i cattivi. Impressiona l’insistenza nell’ammonire – dopo i due esempi positivi di chi si impegna per acquistare il campo che contiene il tesoro o per comperare con tutti i risparmi la perla – chi è contrario o indifferente ai valori del regno. E’ la situazione dei pesci cattivi, che vivono mescolati a quelli buoni. Nel primo caso il premio è il campo che contiene il tesoro o la perla di grande valore; nel secondo la punizione è la fornace ardente che accoglie i cattivi. Le immagini sembrano rispondere ad altre situazioni; sono invece efficaci nel descrivere la presenza di una lotta che si risolve solo alla “fine del mondo”. Consolante è per fortuna il quadro tracciato dal brano paolino, che fin dall’inizio si occupa di “quelli che amano Dio”.
Mentre va a conclusione la presentazione veloce del contenuto di questo brano evangelico, sorge spontanea la domanda: ma Gesù, che fa uso tanto efficace di queste parabole, dove si nasconde? Egli è il narratore e contemporaneamente il modello. I valori che egli descrive e addita sono totalmente suoi, verrebbe da dire “prima nella vita che nell’espressione”.
I santi l’hanno compreso in profondità. Un esempio lo propongo, a proposito del simbolo della perla, da San Giovanni della Croce (ripreso da Santa Benedetta della Croce, Edith Stein), che dà importanza soprattutto alle sofferenze che ci vengono incontro nella vita: “I travagli e le sofferenze per amore di Dio sono come delle perle preziose: quanto più sono grosse tanto più sono di valore e suscitano in colui che le riceve un amore più intenso verso il donatore. Così capita anche per le sofferenze causate dalle creature: accettandole per amor di Dio, sono più grandi, più valore hanno e più amor di Dio provocano. E per i dolori che durano solo un istante … Sua Maestà ci regala sé stesso, la sua bellezza e la sua gloria…”,
Altre due dense parole possono essere utili per il nostro cammino:
*Il solo lavacro che può veramente purificare gli uomini è la verità, è Cristo stesso (J. Ratzinger)
*Come diciamo ‘Padre nostro’, perché è Padre di coloro che intendono e credono, così invochiamo anche il ‘pane nostro’, poiché Cristo è pane di coloro che come noi assumono il suo corpo (San Cipriano)
Vostro don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link:
http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/