Domenica 27-8-23 – XXI Tempo Ordinario A – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 27-8-23 ci parlano della fede e della sapienza di Dio.
Il brano della prima lettura di oggi è tratto dal profeta storico Isaia (765 – circa 700 a.C.).
Il brano di Isaia include l’unico oracolo del profeta che riguarda un privato, il ministro Sebna. Si tratta di un ministro probabilmente straniero contro il quale Isaia si scaglia con veemenza.
Il momento storico è quello della gioia del popolo dopo che il re assiro Sennacherib aveva dovuto desistere dall’assedio di Gerusalemme nel 701 a.C.
Era re in Gerusalemme Ezechia (regnò per circa 28 anni dal 715 circa al 687 a.C.). Ezechia fu considerato un re importante, capace e riformatore, l’evangelista Matteo lo ricorda nella genealogia di Gesù (Mt 1,9).
Ezechia rinforzò le difese di Gerusalemme (vedi fortificazioni e il tunnel lungo oltre 530 metri per portare l’acqua a Gerusalemme).
Isaia, che aveva anticipato questa vittoria, ora nel capitolo 22 si esprime duramente contro le feste esagerate che questa vittoria, dono di Dio, ha suscitato e ricorda che il castigo resta tutt’ora imminente.
Don Giuseppe ci ricorda che: “L’oracolo profetico dal libro di Isaia ha un particolare che anticipa un aspetto della profezia del vangelo: “Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide”. Gesù infatti promette a Pietro che gli darà “le chiavi del regno dei cieli”.”
Circa il brano di Paolo don Giuseppe richiama la splendida lode che leggiamo nella lettera ai Romani “con la quale Paolo conclude la sezione dedicata al “mistero di Israele”.
Nel Vangelo Gesù domanda: “La gente chi dice che sia il figlio dell’uomo?”. E Don Giuseppe richiama la nostra attenzione su questa importante considerazione: “Mentre guardiamo con ammirazione Pietro, in mezzo ai discepoli, portiamo subito l’attenzione su noi stessi, perché la ‘gente’ è l’umanità dei secoli, in primo luogo la mia persona.”
Vi invito a leggere il commento, allegato, di Don Giuseppe. Pare proprio di ascoltare la sua voce che ci guida con grande competenza, ma soprattutto con pazienza e dolcezza.
Il Salmo ci invita a cantare il nostro grazie al Signore perché “se cammino in mezzo al pericolo, / tu mi ridoni vita…”.
RIT: Signore, il tuo amore è per sempre.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. (Sal 138/137)
Siamo costantemente “in mezzo al pericolo”, e costantemente abbiamo bisogno di sentire la sua presenza “… non abbandonare l’opera delle tue mani.”
Insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio vi invito a ricordare nella vostra preghiera i malati ed in particolare proprio Don Giuseppe.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
27 – 8 – 2023 : XXI dom. A
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Letture: Is 22, 19-23; Rm 11, 33-36; Mt 16, 13-20 – L’oracolo profetico dal libro di Isaia ha un particolare che anticipa un aspetto della profezia del vangelo: “Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide”. Gesù infatti promette a Pietro che gli darà “le chiavi del regno dei cieli”. La ‘confessione’ di Pietro è ricchissima di interesse, in particolare per la formulazione ampia (specialmente per la risposta di Gesù) che ce ne dà Matteo. Della Lettera ai Romani leggiamo la splendida lode con cui Paolo conclude la sezione dedicata al “mistero di Israele”.
Qualche insegnamento dalle letture: partiamo proprio da quella dossologia (= lode) di cui si parlava ora: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!” San Paolo ha riflettuto a lungo per venire a capo del mistero della resistenza opposta dalla maggioranza del popolo ebraico all’annuncio della salvezza in Cristo; i molti ragionamenti sono serviti per chiarimenti parziali, che evidentemente hanno lasciato anche lui nella pena di constatare la loro ridotta efficacia. Lo sguardo si innalza allora alla sede della grazia, per erompere in un inno di lode confidente, altissima: “Chi mai è stato suo consigliere? … A lui la gloria nei secoli”. E’ raggiunta così l’altissima sfera in cui la creatura umana rinuncia a chiedere il perché. Non lo comprenderei e penserei di avere anch’io un parere da far valere. Ma “chi mai è stato suo consigliere?” Il vero rapporto religioso per il cristiano è proprio quello di una lode senza perché, di pieno abbandono.
La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo? Mentre guardiamo con ammirazione Pietro, in mezzo ai discepoli, portiamo subito l’attenzione su noi stessi, perché la ‘gente’ è l’umanità dei secoli, in primo luogo la mia persona. La scena della “confessione di Pietro” porta il lettore a interessarsi prevalentemente a Pietro: è lui che pronuncia le parole determinanti e inattese, che anticipano ogni manifestazione di fede cristiana. La reazione di Gesù porta a interpretare proprio in questo modo. In realtà la parte fondamentale della scena è costituita da quanto Pietro ‘confessa’, per autentica ispirazione divina, forse senza rendersene pienamente conto. Ed è tanto commovente vedere che nella bocca di un uomo (per di più senza specifica cultura) fiorisca un’espressione che, senza esagerazione, entra nel mistero trinitario. E non importa che la sua stessa comprensione si sia arrestata all’orlo del mistero: quella proclamazione da Gesù è stata pienamente accettata; anzi è stata rafforzata nella concessione a Pietro, da parte dello stesso Gesù, di incarichi e poteri unici, che non hanno riscontri nell’esperienza di alcuna organizzazione del tempo – di quello e di ogni altro. Gesù ha voluto che la manifestazione del suo mistero fosse inserita e incorniciata in una dichiarazione unica: il mistero del Cristo, Figlio del Dio vivente, è rivelato e deposto nel seno di una realtà umana, che oltrepassa i confini umani, per partecipare alla condizione di Gesù stesso, il Figlio del Padre celeste. Quante componenti ha questa rivelazione: la realtà della Chiesa, radicata e difesa nella famiglia stessa di Dio, la lotta che contro il piano di Dio è scatenata costantemente dalle forze demoniache, la presenza di Gesù, che è ‘la pietra di Pietro’ e che regge quella Chiesa anche attraverso lo strumento del servizio di Pietro.
La vicenda non finisce qui, perché domenica prossima la lettura evangelica ci farà vedere l’altro aspetto della figura di Pietro, che nella sua irruenza vorrà impedire a Gesù di essere il Cristo sofferente e si sentirà chiamare ‘Satana’, ostacolo infernale sul cammino del Maestro. Sappiamo però che Gesù non caccerà Pietro dalla sua sequela: proprio quando commetterà l’errore di rinnegare il suo Maestro – e nel momento in cui questi aveva maggiormente bisogno del suo sostegno – Gesù gli darà la massima prova della riconciliazione amorosa affidandogli le sue pecore, i suoi agnelli. Allora sarà lui a diventare capocordata nell’annuncio e nella testimonianza della vita.
Dalla prima Lettera di Pietro sentiamo la testimonianza che ha dato proprio quel Pietro che aveva meritato il titolo di satana=tentatore:
Cristo patì per voi, / lasciandovi un esempio,/ perché ne seguiate le orme:/ egli non commise peccato/ e non si trovò inganno sulla sua bocca;/ insultato, non rispondeva con insulti,/ maltrattato, non minacciava vendetta,/ ma si affidava a colui/ che giudica con Giustizia./ Egli portò i nostri peccati nel suo corpo/ su legno della croce,/ perché, non vivendo più per il peccato,/ vivessimo per la giustizia;/ dalle sue piaghe siete stati guariti./ Eravate erranti come pecore,/ ma ora siete stati ricondotti/ al pastore e custode delle vostre anime (1Pt 2, 21-25).
Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link:
http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/