Sabato 6-1-2024 – Epifania – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questo sabato 6-1-24 – Epifania – ci parlano della manifestazione del Signore a tutti i popoli preannunciata da Isaia, indicata da Paolo in “Cristo Gesù”, narrata da Matteo nell’arrivo misterioso dei Magi.
La prima lettura è tratta dal libro del terzo Isaia (Trito-Isaia) vissuto all’epoca della ricostruzione del tempio (intorno al 520 a.C.) dopo il ritorno da Babilonia. Il libro ha un carattere apocalittico e risente delle difficoltà del rientro a Gerusalemme e della ricostruzione del Tempio.
Lo stile è molto simile a quello del Deutero Isaia (550 a.C. circa) che vede realizzarsi la salvezza grazie alle vittorie del Re persiano Ciro che libererà il popolo dalla cattività babilonese (538 a.C.).
Il Deutero Isaia comincia il suo libro con l’invito a consolare il popolo di Dio (Is 40) in vista della prossima liberazione.
Il Trito Isaia, nel brano di oggi, invita dicendo “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce…” (Is 60,1). Si esprime con forza una visione universalistica che ha portato ha vedere questo testo collegato al mistero dell’epifania. Il Trito Isaia, infatti, ci dice: “… tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.”(Is 60,6).
Il brano di Matteo parla di “alcuni magi” che dicono del bambino appena nato a Betlemme: “siamo venuti ad adorarlo”.
Don Giuseppe ci dice che questa affermazione avrebbe dovuto rallegrare Erode e gli abitanti di Gerusalemme, invece non è avvenuto così: ” proprio coloro che ricevono il primo beneficio dei suoi doni sono quelli che corrispondono di meno.”
Don Giuseppe ci invita a riflettere su come noi ci mettiamo di fronte a questo annuncio che Dio si è fatto uomo.
Il Salmo ha un carattere profetico. E’ dedicato a Salomone, re sapiente, giusto e glorioso. Questo salmo richiama un re ideale nell’avvenire che rappresenta l’immagine del re messianico.
Sentiamo il bisogno anche noi di ripetere oggi con il salmista: “Nei suoi giorni fiorisca il giusto / e abbondi la pace…” (Sal 72 (71), 7)
RIT: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
I Salmi sono proprio la preghiera della Chiesa che in ogni momento della giornata, da ogni latitudine, si eleva a Dio.
Per questo possiamo dire con tutto il cuore: Signore, abbi pietà di noi che siamo deboli, che ci sentiamo miseri di fronte alla tua parola e salva
la nostra vita. Signore dona la pace a questo mondo insanguinato.
Nel ricordo di Don Giuseppe, con Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio Vi invio un grande abbraccio rinnovando gli auguri per un 2024 di pace.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
6.1.2024 – Epifania
Le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità
Letture:Is 60, 1-6;Ef 3, 2-3a.5-6; Mt 2, 1-12 – “Epifania” è manifestazione – di un Bambino, che viene visitato da personaggi importanti. Partiamo dalla lettura del vangelo di Matteo, dopo che nei primi giorni di Natale Luca ci ha riportato gli eventi più vicini alla nascita di Gesù. Risalendo all’indietro, dalla seconda lettura (Lettera agli Efesini) sentiamo che Dio ha chiamato tutti i popoli a “condividere la stessa eredità”. Questo piano risale però all’Antico Testamento, come afferma la prima lettura, dal profeta Isaia, che descrive con entusiasmo la vocazione universale di tutti popoli alla salvezza.
Qualche insegnamento dalle letture – A Betlemme, una cittadina non lontana da Gerusalemme, la famigliola che da poco s’è arricchita di un bel bambino, Gesù, si arrabatta per trovare il modo di risolvere i problemi del quotidiano, quando questa relativa calma viene interrotta dall’arrivo del gruppo pittoresco di sapienti che – racconta l’evangelista Matteo – provengono da un paese non meglio conosciuto del grande Oriente. Raccontano senza difficoltà la loro vicenda e manifestano una gioiosa generosità verso quello che essi ritengono il tesoro della famiglia, il piccolo bambino. C’è tanto mistero in questo arrivo, nel breve tempo della loro visita e nella loro partenza, non meno misteriosa dell’arrivo. A Gerusalemme c’è stato un certo turbamento, durante la loro breve tappa, ma la spiegazione di ciò che essi cercano non si esaurisce nelle spiegazioni che i sacerdoti gerosolimitani danno a Erode (che ha in animo propositi crudeli) e nemmeno pienamente in quanto portano in mente e in cuore questi personaggi. Eppure centinaia di anni prima il profeta Isaia aveva avuto una grande visione dell’accorrere di tutti i popoli della terra a Gerusalemme: “tutti verranno da Saba, portando oro e incenso”. Per vedere l’avvio di realizzazione di questa profezia bisogna ascoltare quanto dice san Paolo, scrivendo ai cristiani di Efeso: le genti (cioè tutti i non ebrei) “sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo”. E’ dunque, oggi, il trionfo del progetto del Signore, che ha chiamato tutti i membri della famiglia umana “ad essere partecipi della stessa promessa”.
Videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono – Fin qui abbiamo seguito la linea principale del racconto, ma sappiamo anche il nome di altri protagonisti: tutta Gerusalemme, il re Erode, “i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo”. Verrebbe da dire: con la spiegazione che questi ultimi hanno dato ad Erode, almeno la città avrebbe dovuto rallegrarsi. Sembra invece di no, anche perché di mezzo c’era la crudeltà di Erode con cui fare i conti. Il Signore non si lascia spaventare neppure da Erode, ma intanto si manifesta una realtà che accompagnerà sempre, purtroppo, il cammino di questo bambino: proprio coloro che ricevono il primo beneficio dei suoi doni sono quelli che corrispondono di meno. A volte anzi non esitano a mettersi dalla parte dei nemici, almeno per disinteresse o per viltà. Purtroppo. E io? Ognuno di noi? Noi mettiamoci invece al seguito di quegli “alcuni magi” (per sorridere: se non diciamo il numero, ci stiamo dentro più facilmente!!) che dicevano serenamente: “siamo venuti ad adorarlo”. Ci saranno sempre, se non un Erode feroce e senza scrupoli, compagni di viaggio che, pur di non rischiare, al momento della lotta si eclissano. Possiamo essere anche noi di quel numero e dire: “chi non ha il coraggio non può darselo”, ma Gesù è qui apposta per parteciparcene un po’ del suo. Chiediamogli solo di non dimenticare mai che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo unigenito”!! (Gv 3,16).
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/