Domenica 11-2-2024 -VI Tempo Ordinario B – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 11-2-2024 ci richiamano il tema della malattia/peccato e della sua purificazione (Levitico e Vangelo di Marco) e della imitazione di Cristo (Paolo ai Corinzi).
Il primo brano delle letture di oggi, che riguarda i lebbrosi, è tratto dal Levitico che è uno dei cinque libri del Pentateuco (in greco: “pente” = cinque e “teùchos”= vasi/rotoli). In ebraico il Pentateuco è detto Toràh cioè legge, insegnamento.
I cinque libri sono: Genesi (origine), Esodo (uscita dall’Egitto), Levitico (leggi di purificazione), Numeri (perché inizia con il censimento degli israeliti che uscirono dall’Egitto) e Deuteronomio (letteralmente seconda legge perché contiene il rotolo ritrovato nel tempio durante la riforma di Giosia, re dal 640 al 609 a.C.).
Il libro del Levitico, relativamente poco conosciuto, deve la sua importanza per le indicazioni normative sui riti, le feste, il culto e la purità rituale. Il Levitico, infatti, ha un carattere quasi esclusivamente legislativo, interrompendo il racconto degli avvenimenti iniziato con Genesi ed Esodo. Il libro contiene un rituale per i sacrifici (cc 1-7), il cerimoniale di investitura dei sacerdoti (cc 8-10), le regole relative al puro e impuro (cc 11-15) e del giorno di espiazione (c 16), la legge di santità (cc 17-26) e si conclude con le norme per il riscatto delle persone (c 27).
L’obbedienza alla legge è obbedienza a Dio che ha donato la legge, è partecipazione all’alleanza con Dio, è coscienza della scelta di Dio per il popolo eletto, è esperienza di salvezza.
Alla domanda di uno scriba su quale sia il primo di tutti i comandamenti (Mc 12,29-31) Gesù risponde: “Il primo è: ‘Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; Tu amerai il Signore Tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza’. Il secondo è questo: ‘Amerai il prossimo tuo come te stesso’.”
Il primo comandamento è tratto dal Deuteronomio (Dt 6,4-5) e il secondo è tratto dal Levitico (Lv 19,18). Gesù risponde usando la Parola di Dio e presupponendo un ordine, una gerarchia nei comandamenti (i precetti inclusi nella Toràh sono 613 di cui 365 negativi e 248 positivi).
Don Giuseppe ci dice: “Nell’Antico Testamento fa rabbrividire l’esclamazione “è impuro”: non ne ha colpa, ma la società normale non lo riconosce più come uno dei propri. Messo a fronte con una parola di Paolo, ci sembra di aver cambiato pianeta: “Sia che mangiate sia che beviate… fate tutto per la gloria di Dio” e l’unica preoccupazione è che “molti… giungano alla salvezza”. Gesù da una parte rispetta la legge corrente e chiede al guarito di fare la sua purificazione rituale, dall’altra interviene senza remore: “lo voglio: sii purificato”.
Il Salmo che cantiamo oggi presenta un carattere penitenziale. Esso si divide in due parti. Una prima parte (vv 1-7) invita a confessare le proprie colpe per ottenere il perdono “Per questo ti prega ogni fedele / nel tempo dell’angoscia;” (v 6). La seconda parte (vv 8-11) porta la riposta del Signore “Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire” (v 8)
RIT: Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.
1-Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno
5-Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: “Confesserò al Signore le mie iniquità”
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.
11-Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! Sal. 32 (31)
“Tacevo e si logoravano le mie ossa” (v 3). Non dobbiamo tacere con Dio, ma come Giobbe domenica scorsa, aprire un dialogo, anche forte, con lui. L’insegnamento del Signore, l’ascolto della sua parola, ci porta a superare l’angoscia, a gridare di gioia.
Nel ricordo di Don Giuseppe, con Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio, Vi invito a rinnovare insistentemente la preghiera a Dio per la pace.
Contardo Codegone
P.S. Vi ricordo la l’Assemblea dei soci Amcor per sabato 9 marzo 2024 (ore 15,30 Chiesa del Santo Sudario) con l’approvazione del rendiconto finanziario e il rinnovo del Consiglio Direttivo.
Settimanale AMCOR
11. 2. 2024 – VI Dom. T. Ord. B
Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo
Letture: Lv 13, 1-2.45-46; 1 Co 10, 31 – 11,1; Mc 1, 40-45 – La prima e la terza lettura (dal libro del Levitico, nell’Antico Testamento, e dal vangelo di Marco) trattano il tema doloroso della malattia della lebbra: come è affrontata dalla legge della comunità e come la combatte Gesù, con la sua forza sovrana. San Paolo invece, scrivendo ai Corinzi, allarga lo sguardo a ogni vicenda della vita, che deve essere sempre orientata “per la gloria di Dio”.
Qualche insegnamento dalle letture – Con difficoltà riusciamo a immaginare la situazione del lebbroso nell’antichità, anche presso Israele, ma era certamente desolata, disperata. Non per nulla nei racconti dei miracoli il lebbroso è sempre ricordato a parte: era il disfacimento della realtà corporea dell’uomo e l’esclusione legalizzata proprio di chi ha più bisogno dal consesso dei suoi simili. Qualche analogia di esclusione purtroppo l’abbiamo vissuta nell’attuale situazione di pandemia. Nell’Antico Testamento fa rabbrividire l’esclamazione “è impuro”: non ne ha colpa, ma la società normale non lo riconosce più come uno dei propri. Messo a fronte con una parola di Paolo, ci sembra di aver cambiato pianeta: “Sia che mangiate sia che beviate… fate tutto per la gloria di Dio” e l’unica preoccupazione è che “molti… giungano alla salvezza”. Gesù da una parte rispetta la legge corrente e chiede al guarito di fare la sua purificazione rituale, dall’altra interviene senza remore: “lo voglio: sii purificato”.
Ne ebbe compassione, tese la mano… “Lo voglio, sii purificato” – Gesù è all’inizio del suo ministero in Galilea e si conosce già il suo potere taumaturgico. Predica e guarisce. Di fronte a sé ha un’umanità bisognosa di aiuti d’ogni genere e lui non si tira indietro di fronte a nessuno di quei bisogni. Nel breve racconto odierno emerge la fede iniziale del lebbroso e la risposta dell’intervento immediato di Gesù, che coinvolge direttamente la sua umanità (tende la mano per toccare il malato) e manifesta la potenza diretta della sua volontà, che passa attraverso il suo corpo. Il risultato positivo è immediato, ma sembra ombreggiato dalla proibizione imposta da Gesù: non deve venire divulgato il fatto. E’ un particolare misterioso e non raro: Gesù vuole evitare equivoci sul suo agire eccezionale e andare direttamente al suo scopo, l’inaugurazione del regno di Dio. Poi non si lamenta mai di non essere ubbidito (l’ex-lebbroso “si mise a divulgare”…) e continua a richiedere anzitutto la fede. Solo c’è un p’ di contrasto tra l’atteggiamento iniziale che fa entrare Gesù in contatto fisico con il lebbroso e la severità dell’ammonizione successiva. Forse possiamo imparare la sovrana libertà del Signore nel volerci bene: a modo suo e non a modo nostro, per fortuna.
Tornando indietro, di qui, alla lettura precedente, possiamo domandarci come possa essere realizzato il comando di Paolo: “Siate mei imitatori come io lo sono di Cristo”. Ci sono stati nella storia del cristianesimo casi molto eccezionali di grandi taumaturghi: sono doni straordinari del Signore, che egli concede a chi e quando lo decide la sua Provvidenza, ma non ci sono regole che noi possiamo individuare: perché ci fu un Padre Pio? E quale è il grado di potere taumaturgico che possa essere interpretato come segno sicuro della volontà provvidenziale di Dio? Il fatto nudo non è indicazione sopra ogni dubbio. Paolo aggiungeva un criterio molto importante: “per la gloria di Dio… senza cercare il mio interesse”. La seconda parte è essenziale, se vogliamo verificare l’autenticità della prima. +
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/