La vicenda di Gesù nei “misteri del rosario” -II Misteri luminosi 26
26. Il discorso eucaristico [e l’istituzione (la “memoria”)]
Gesù dà il pane a grandi folle con l’intenzione che serva come segno. La gente vorrebbe la ripetizione di quel prodigio, ma Gesù vuol fare un dono molto più grande. Perciò cerca di orientare la fede della folla a quel pane che dà la vita eterna e che è il suo corpo. Gli uditori, appena si accorgono che Gesù parla sul serio di un mangiare la carne e bere il suo sangue, reagiscono come di fronte a un assurdo, una pazzia. Gesù rimanda allora alla condizione futura che assumerà la sua umanità nella gloria della risurrezione («E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dove era prima?»): sarà vero corpo, ma nel superamento dei condizionamenti fisici attuali. Il giorno della risurrezione infatti i suoi discepoli lo vedranno comparire in mezzo a loro superando l’ostacolo delle porte chiuse. Ma è lo Spirito che rende efficace la parola di Gesù e dona la fede a coloro che lo ascoltano: allora la parola efficace di Gesù diventa fruttuosa per la vita di tutti i credenti. Sarà il trionfo assoluto dell’Amore.
Letture bibliche Esclusivamente giovanneo: Gv 6,22-71.
Intenzione È necessario immergere la comunione sacramentale, anche/soprattutto la quotidiana, in contesto di amorosa fede.
Proposito Accetto la tribolazione del disturbo nella fede quando mi accosto alla Comunione, per farne un momento di totale intimità col mio Signore.
Opere citate
Ghiberti, G. (2016). LA VICENDA DI GESU’ NEI “MISTERI” DEL ROSARIO. Cantalupa: Effatà editrice.
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