Domenica 6-12-2020 II domenica Avvento – B “Settimanale Amcor”
Cari soci e amici dell’Amcor,
il Salmo di questa seconda domenica di Avvento ci presenta la promessa di pace e prosperità fatta agli ebrei, a suo tempo esiliati ed ora finalmente liberati. Giustizia, pace e verità sono gli elementi portanti, richiamati in questo Salmo e sui quali si regge il mondo.
“Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: / egli annuncia la pace / per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Si, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, / perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità si incontreranno, / giustizia e pace si baceranno. / Verità germoglierà dalla terra /
e giustizia si affaccerà dal cielo.” (Sal 85/84 9-12)
Questa pandemia ci mette come in un esilio e sentiamo fortemente il bisogno di un ritorno, come di un nuovo esodo. Abbiamo bisogno di quella consolazione con la quale, come ricorda Don Giuseppe, il profeta Isaia consolava i suoi connazionali annunciando la fine della tribolazione: “Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio -.” (Is 40,1)
Invochiamo dal Signore questa consolazione per noi, per tutti. Rivolgiamoci anche alla Madonna, perché, come una vera mamma, sia particolarmente vicina in questi giorni a Don Giuseppe il cui intervento è stato anticipato a lunedì 7 dicembre, vigilia proprio della festa dell’Immacolata. Preghiamo la Madre del Signore anche per tutti gli amici e i soci che vivono momenti di sofferenza e difficoltà.
Mentre si accende la seconda luce dell’Avvento, auguro a tutti che sia luce viva che guida il nostro cammino.
Con Don Giuseppe e tutto il Consiglio, Vi invio i saluti più cari.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
6 – 12 – 2020 : II domenica Avvento – B
Preparate la via al Signore
Letture: Is 40, 1-5.9-11;2Pt 3, 8-14; Mc 1, 1-8 – Il profeta Isaia consolava i suoi connazionali con una parola rivolta direttamente al suo popolo: la loro tribolazione è compiuta. San Pietro, nella sua seconda lettera, torna sul tema delle promesse del Signore, che sono misteriose (“il giorno del Signore verrà come un ladro”) ma sicure (“non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi”). Il vangelo di Marco inizia presentando un personaggio austero, Giovanni il battezzatore, che battezza e grida: “Preparate la via al Signore”.
Qualche insegnamento dalle letture – il Signore viene con la premura affettuosa del pastore: “porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”. E’ il culmine di una profezia del libro di Isaia, quando incomincia la seconda parte (composta da un altro profeta), che canta il ritorno degli esuli ebrei dalla deportazione babilonese. La prospettiva si prolunga all’infinito: da questo fatto, importante ma limitato, al futuro stesso di Dio. Ed è una prospettiva garantita dalla stessa onnipotenza misericordiosa di Dio. Da noi – insegna San Pietro – Dio si attende un’attesa fiduciosa e operosa: “Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia”. Il vangelo ci porta l’esempio del Battista, il “messaggero”, che prepara la via a Gesù, che lui dichiara già, prima di incontrarlo, “più forte di me”, perché darà il battesimo perfetto, “in Spirito Santo”.
Ecco, innanzi a te io mando il mio messaggero – Nell’avvento le letture bibliche ci mostrano Gesù in prospettiva, dopo Giovanni il Battista e poi alla fine della storia, quando si realizzeranno i misteriosi “cieli nuovi e terra nuova”. Pur nel mistero di queste predizioni criptiche, è ben chiara e pratica l’esortazione finale: “Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia”. Dunque il Dio buono e onnipotente fa appello a un impegno che coinvolge tutta la nostra partecipazione. La nostra attenzione è attratta dalla persona del Precursore, a cui la liturgia presta tanta attenzione. I vangeli sono concordi nel sottolineare l’importanza esemplare di questo grande personaggio. Nel momento culminante della storia, in cui Dio diventa partecipe della condizione di noi esseri umani, Egli si circonda di persone che partecipano della sua missione. Il caso di Giovanni Battista è l’esempio più evidente. Nella Bibbia egli emerge tra le grandissime figure di cui il Signore ha voluto circondarsi e la tradizione della Chiesa l’ha messo nel posto più alto, subito dopo i protagonisti della famiglia di Nazaret. La sua grandezza toccò il culmine quando egli rese testimonianza a uno “più forte di me”, che avrebbe battezzato “in Spirito Santo”. Gesù vorrà essere tanto simile a noi da farsi battezzare proprio da Giovanni e Giovanni dette alla causa di Gesù una testimonianza così piena da suggellarla con la vita. Vorremmo anche noi mettere a disposizione della sua causa tutto quanto di bello e forte egli ha affidato alla nostra povertà.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
A commento del messaggio della prima lettura di oggi [dal cosiddetto “Deuteroisaia”] riporto una spiegazione di un nostro grande professore, padre Luis Alonso Schökel: “Il secondo esodo o ritorno dall’esilio si trasfigura tra il ricordo storico e l’ansia e l’annuncio del futuro; il terzo esodo o ‘passaggio di Cristo’ invia retroattivamente il suo messaggio su questi fatti, come la grande ombra di un alto monte… Perché è il terzo esodo, realizzato da Cristo, quello autentico e centrale, che giustifica e mette in moto quelli che lo precedono e lo seguono”