Domenica 10-1-2021 “Battesimo del Signore” – “Settimanale Amcor”
Cari soci e amici dell’Amcor,
Il Salmo di oggi, tratto da Isaia, è un inno di riconoscenza da parte di un uomo afflitto e provato dalla sofferenza che ringrazia Dio che lo ha salvato. Il Salmo include un invito ad attingere con gioia acqua alle sorgenti della salvezza e per questo è stato inserito nella domenica che ricorda il Battesimo del Signore posta, ogni anno, come prima domenica successiva all’Epifania.
Anche noi, nel momento della prova, siamo invitati a non cessare di attingere, con speranza, alle sorgenti della salvezza.
“Ecco, Dio è la mia salvezza; / io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore; / egli è stato la mia salvezza.” (Is 12,2)
Il Battesimo del Signore ci ricorda il nostro Battesimo. Don Giuseppe, concludendo ci chiede: “Ma quale conto facciamo ancora del nostro Battesimo ?” E’ una domanda che esige da noi una riflessione profonda nel segno del mistero che ci abita (sacramento in greco si dice ‘misterion’).
L’invito alla preghiera comune, che ci unisce, è particolarmente forte in questo in questo momento in cui la nostra associazione è toccata dal dolore e dalla preoccupazione.
Un grande abbraccio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
10.1.2021 – Battesimo del Signore
Tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue
Letture: Is 55, 1-11;1 Gv 5, 1-9; Mc 1, 7-11 – Dalla conclusione della seconda parte del profeta Isaia cogliamo la promessa che Dio fa al suo popolo: “stabilirò per voi un’alleanza eterna”. Ma intanto a più riprese suona il richiamo: “ascoltate”. San Giovanni, nella sua prima Lettera, descrive una sequenza di nostri rapporti con Dio: all’inizio c’è la testimonianza di tre realtà ineffabili: lo Spirito (fonte della vita, della luce, di ogni bene), l’acqua (sacramento del battesimo), il sangue (sacramento della remissione del perdono). Il brano finale, dal vangelo di Marco, narra la comparsa di Gesù a quel punto del Giordano dove Giovanni il Battista svolgeva il suo ministero di battezzatore, mentre lui stesso dà l’annuncio di uno più forte di lui, che battezzerà in Spirito Santo, e di rincalzo giunge la manifestazione dello Spirito Santo, accompagnata dalla voce del Padre stesso: “Tu sei il mio Figlio, l’amato”.
Qualche insegnamento dalle letture – L’alleanza che Dio vuole sancire, secondo le promesse dell’Antico Testamento (qui la profezia di Isaia), sarà eterna e universale. Ma essa esige che l’uomo dia la preferenza assoluta al Signore, e allora tutte le sue promesse si adempiranno. San Giovanni, quando scrive la sua prima Lettera, probabilmente ha già scritto il suo vangelo e ha già spiegato quanto diritto abbia Gesù a essere creduto e amato. Gesù ha un nemico, il demonio, che ha molti nomi (nel nostro brano è chiamato “il mondo”) e che lotta in continuità per rendere vano l’intervento di Gesù nella nostra storia. La causa di Gesù, nella lotta per la nostra salvezza, è sostenuta dallo Spirito Santo e dalla forza che viene dal sacramento dell’acqua e del sangue. Si tratta della persona divina del Figlio che è efficacemente fra noi nel mistero dei sacramenti iniziali della nostra vita cristiana: il battesimo e l’eucaristia. Questa realtà della presenza dei sacramenti la troviamo avviata nella vita stessa di Gesù, come ci attesta il vangelo di Marco (ma lo stesso episodio è narrato da Matteo e da Luca e in modo equivalente anche da Giovanni).
Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento – Quante cose Gesù ha fatto come gli altri, dando loro un significato ben più alto, unico. Il primo significato del suo battesimo, al Giordano, non lo ha distinto da quanto hanno fatto tante persone andate come lui ad ascoltare il predicatore del deserto e a eseguire quell’atto simbolico del lavacro: attraverso la purificazione del corpo si esprimeva la necessità e la fiducia di ricevere la purificazione dello spirito. Gesù ha fatto come gli altri, ha voluto essere ritenuto uno dei peccatori. E’ Giovanni il battezzatore che indica la differenza, per una luce che è concessa a lui: “Egli vi battezzerà in spirito Santo”. ma è la voce dal cielo, accompagnata dalla visione “come una colomba”. E’ dunque una rivelazione solenne, anche se inavvertita dai più, della santissima Trinità. Ed è la voce dal cielo – evidentemente del Padre – : che spiega il mistero: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”. E’ il momento in cui il trentennio di vita nascosta trova la sua interpretazione autorevole e in cui si apre il periodo, così breve e tanto intenso, della vita pubblica. E’ presente l’intera Famiglia divina, a rendersi sensibile e offrire sigillo e legittimazione a ciò che sta iniziando. Il mistero è infinito: il Figlio compare in veste umana e coinvolto nelle conseguenze del peccato, in compagnia di peccatori, mentre la voce del Padre lo dichiara amato per eccellenza, frutto e meritevole di compiacimento. Nella prospettiva all’infinito che si apre davanti al “peccatore” che esce dal Giordano c’è l’indistinta moltitudine della famiglia umana, di ogni luogo e ogni tempo. Sono tutti solidali con Lui, come Lui lo è con loro. Egli si abbandona a loro, fino alle estreme conseguenze; nell’abbandono a lui è la certezza di salvezza per ognuno di noi.
Ma quale conto facciamo ancora del nostro battesimo?
Vostro Don Giuseppe Ghiberti