Domenica 17-1-2021 II Domenica Tempo Ordinario – “Settimanale Amcor”
Cari soci e amici dell’Amcor,
come affascina la Parola che Dio ci rivolge. Le letture di oggi ci parlano proprio della “chiamata” di Dio, della nostra “vocazione”. Don Giuseppe ha messo come titolo al suo scritto: “Mi hai chiamato? Eccomi”, che mi pare una sintesi della sua vita.
È la chiamata di Samuele nella prima lettura, il richiamo di Paolo ai Corinti circa la loro vocazione che impegna ad agire coerentemente anche nella quotidianità della vita, è la chiamata dei primi apostoli narrata nel “Prologo” di Giovanni.
Il Salmo è un inno di ringraziamento ed esprima la consapevolezza che la “sequela”, l’obbedienza del cuore alla volontà di Dio, vale più degli olocausti:
“Allora ho detto: “Ecco, io vengo”.
Nel rotolo del libro su si me è scritto / di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero; / la tua legge è nel mio intimo.” (Sal 40/39, 8-9)
Più avanti il Salmo supplica il Signore di non rifiutare la sua misericordia, gli ricorda che siamo circondati da mali senza numero. Il Salmo diventa, infine, richiesta di liberazione, di aiuto: “mio Dio, non tardare”.
La fede che è ascolto della chiamata, che è obbedienza, coerenza nella vita, è anche lo spazio nel quale abita la nostra supplica.
La fede è questo cammino incerto verso la luce, è un “eccomi” pieno di domande, è un tendere la mano, mentre si vacilla, verso di Lui che ci chiama. Non cessiamo di guardare verso la luce, di chiedere insistentemente luce.
Un grande abbraccio nel ricordo e nella comune preghiera.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
17.1.2021 –II Dom. T. Ord.
Mi hai chiamato? Eccomi
Letture:1 Sam 3, 3b-10.19;1 Cor 6, 13c-15a.17-20; Gv 1, 35-42 – le letture di oggi sono piene di interrogativi: il ragazzino Samuele non sa ancora che sta parlando con Dio, ma risponde già lui stesso con una domanda; San Paolo domanda ai suoi cristiani di Corinto: “Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi?”; i due futuri discepoli domandano a Gesù (che li aveva stimolati per primo: “Che cosa cercate?”): “Rabbì, dove dimori?”. Sono domande mosse con sincerità, e dare loro una risposta di adesione sarà condizione di cammino fecondo.
Qualche insegnamento dalle letture – Samuele diventerà una persona molto importante nella storia di Israele. Questo cammino ha inizio con una chiamata. Il Signore ne fa tante chiamate: a ognuno la sua, diversa ogni volta. Forse sono più frequenti le chiamate tribolate, non facili da interpretare: proviamo a ripercorrere il cammino della nostra vita. Alla fine la voce si fa sentire, se non siamo noi a disturbarla o a rifiutarla. Samuele ha avuto un mediatore, e anche nelle nostre vite le mediazioni sono frequenti: bisogna non essere chiusi.
Fra le componenti che intervengono nella vita di tutti c’è la gestione del nostro stesso corpo: dal suo funzionamento dipende la durata e la modalità della nostra vita e anche una componente almeno del nostro “sentire di noi”. Il corpo media la nostra efficienza e debolezza, molti nostri piaceri e sofferenze. Come comportarci con il nostro corpo? San Paolo, parlando ai Corinzi, rivela due rapporti che toccano profondamente la realtà del nostro corpo e orientano il nostro modo di rapportarci ad esso, di giudicarne i valori: i nostri corpi sono membra di Cristo e sono tempio dello Spirito Santo. A questo Spirito divino chiediamo la luce per diventare un po’ familiari con questa realtà, per stimarla in tutta la sua nobiltà, per realizzarne le finalità collegate alla nostra vocazione e per non cercare, per essa, una realizzazione che non corrisponde ai piani di Dio.
“Rabbì, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete” – Stacchiamo la lettura evangelica, che ci fa vedere Gesù ancora solo, per l’ultima volta. Lui aveva aspettato quell’incontro e il Battista lo propiziò con quella quasi-definizione che aveva già anticipato il giorno precedente: “Ecco l’agnello di Dio”. Due discepoli del Battista a quelle parole lasciano il loro maestro e seguono Gesù. il Battista deve essere stato contento di cedere a Gesù quei due amici. E’ interessante che seguono Gesù senza dire nulla. E’ Gesù a rompere il silenzio, per provocare i due a esprimersi: “Che cosa cercate?”. La risposta suona di nuovo come una domanda, ma è di più: “Rabbì, dove abiti?”. Evidentemente piacerebbe anche a loro vedere dove abita e, meglio ancora, starci un po’. Gesù è misterioso e discreto: “Venite e vedrete”. Dunque non li allontana, e così essi rimangono con lui: “quel giorno”, che poi durerà tutta la loro vita. E incomincia così la serie di chiamate; ed è consolante che hanno tutte esito positivo: Andrea con un altro (forse Giovanni stesso, che non si nomina mai), poi Simone, che Gesù chiama subito “Pietro” e poi (il racconto continua nel brano successivo) Filippo e Natanaele.
E’ così consolante assistere all’esito positivo delle chiamate: punto di partenza è stata la testimonianza del Battista, che poi accetta di scomparire (o Signore, se fossi capace anch’io di imitarlo, per lasciare spazio solo a te! Anche perché ‘togliermi di mezzo’ non vuol dire allontanarmi dal tuo affetto; anzi, imparare a non distrarmi!). Così inizia il cammino indisturbato di Gesù nei loro cuori.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti