Domenica 28-2-21 II Domenica Quaresima B – “Settimanale Amcor”
Cari soci e amici dell’Amcor,
con questa seconda domenica di Quaresima ci inoltriamo sempre di più nel cammino di approfondimento del senso della nostra fede, del suo fascino e del suo mistero. Don Giuseppe ci dice: “Il mistero della Quaresima si intensifica e prende i toni dell’impensabile.”
La scelta di Abramo è quella di scegliere Dio prima e sopra ogni altra cosa, anche oltre la legge morale che vieta l’omicidio. Questa obbedienza di Abramo a Dio è presa ad esempio da parte del filosofo danese Soren Kirkegaard (1813-1855) come scelta di compiere anche un’azione assurda, subordinata solo alla volontà di Dio incontrato in un rapporto personale (“Timore e tremore”, Edizioni di Comunità, Milano, 1948). Questa scelta di Abramo anticipa quella del Padre che offrirà il proprio figlio per la nostra salvezza. Dice ancora Don Giuseppe: “ C’è un spiegazione per questo ‘assurdo’?”
Noi Dio, però, non lo incontriamo soltanto in un rapporto personale, ma nella Chiesa, comunità orante poggiata su Pietro, posto alla sua guida.
Il Salmo ci mette proprio nella dimensione di questa comunità orante che rende grazie a Dio per i suoi interventi, per la sua azione di salvezza nella vita di ciascuno di noi:
“A te offrirò un sacrificio di ringraziamento / e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore / davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore, / in mezzo a te, Gerusalemme.” (Sal 116/115, 17-19)
Questo “rendere grazie”, di cui questo Salmo è forte espressione, ritorna nel gesto e nelle parole di Gesù dell’ultima cena (Mt 26,27).
Don Giuseppe ci aiuta ad andare avanti in questo nostro impegnativo cammino di fede ricordandoci che: “non c’è glorificazione senza la croce e non c’è mistero della croce senza la certezza della risurrezione.”
La Quaresima è questo tempo forte che ci aiuta a passare dalla morte alla vita, dal non senso, dall’assurdo, all’incontro con Dio. La Quaresima ci aiuta a passare dalle domande senza risposta al ringraziamento.
Nel reciproco ricordo della preghiera, vi invio i saluti più cari anche da parte di Don Giuseppe, Suor Maria Clara e tutto il Consiglio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
28. 2. 2021 – II Dom. Quaresima B
Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio…
non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?
Letture:Gn 22, 1-2.9a.10-13. 15-18; Rm 8,31b-34; Mc 9, 2-10. Il mistero della Quaresima si intensifica e prende i toni dell’impensabile: un padre (Abramo) è disponibile a un assurdo dell’amore fiducioso, accingendosi a offrire a Dio in sacrificio il proprio figlio amatissimo (libro della Genesi), ma questo è solo figura e anticipo dell’offerta che farà il Padre celeste del proprio Figlio per tutti noi (lettera di San Paolo ai Romani), pur proclamandolo solennemente dalla nube Gesù, “il Figlio mio, l’amato” (nella Trasfigurazione raccontata da San Marco). C’è una spiegazione per questo ‘assurdo’?
Qualche insegnamento dalle letture – C’erano tanti uomini nel mondo, allora, ma Dio ne scelse uno come specialissimo amico, Abramo. Però con lui fu un’amicizia non facile: tante promesse, da parte di Dio, e un adempimento impossibile delle promesse: prima si fa aspettare e poi richiede indietro quel che ha dato. Abramo non protesta e non indietreggia, e Dio si commuove: il figlio che era stato promesso, poi concesso e richiesto indietro, diventa in realtà il garante dell’alleanza di Dio con la discendenza di Abramo. Che accadrà invece del Figlio amato dal Padre, che il Padre raccomanda al mondo intero perché venga ascoltato? Da quell’alto monte inizia un cammino nei secoli. Per tutti gli uomini risuonerà l’invito “ascoltatelo”. Ma su questo cammino si erge anche una croce destinata a quel Figlio. E attraverso quella croce passerà il rapporto di ogni uomo con quel Figlio amato. E il rapporto di ogni essere umano col Padre sarà sempre mediato dal rapporto col Figlio, amato dal Padre e donato all’amore di ogni fratello.
Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo! – Le prime due letture orientano e limitano un po’ la riflessione sulla grande scena della trasfigurazione. Certamente essa ha un forte riferimento alla conclusione del cammino di Gesù qui tra noi (San Luca, 9,31, dice esplicitamente che Gesù, Mosè ed Elia “parlavano dell’esodo di Gesù, che stava per compiere a Gerusalemme”), anche se nel nostro contesto è la gloria di Gesù che ha una manifestazione particolare. Non possiamo dimenticare l’unione dei vari aspetti del mistero. Dominante, oggi, è il tema del sacrificio di Gesù, ma il racconto della trasfigurazione conclude con la rivelazione della risurrezione dai morti. Ci troviamo di fronte a una delle grandi rivelazioni del mistero di Gesù: non c’è glorificazione senza la croce e non c’è mistero della croce senza la certezza della risurrezione. E alto risuona l’invito: “ascoltatelo”! La memoria divaga sui modi diversi con cui nella Bibbia si parla del rapporto di amore che avvolge le persone del Padre e del Figlio e contemporaneamente coinvolge anche noi, fino a raggiungere vette sublimi: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo” (Gv 3,16). Il “mondo” siamo ognuno di noi; e il “dare” appena prima era descritto in termini di “innalzamento” (sulla croce!) del Figlio dell’Uomo (Gv 3,14; cfr Gv 8,28 “Quando avrete innalzato il Figlio dell’Uomo, conoscerete che io sono”). Non avremo mai finito di misurare l’infinita dimensione di un amore, che veramente non ha dimensione. E allora non permettiamoci mai l’affronto di misurare i nostri rapporti col Signore in termini di dare e avere o di scoraggiarci al punto da negargli la fiducia di credere alla sua misericordia.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti