Domenica 18-4-21 III Domenica di Pasqua – “Settimanale Amcor”
Cari soci e amici dell’Amcor,
siamo nella terza domenica di Pasqua. Le Letture ci mostrano il cammino della Chiesa delle origini dopo la Resurrezione di Gesù. Non ci sono, infatti, Letture dell’ Antico Testamento, ma tutta l’attenzione è concentrata sul non facile percorso di fede della prima comunità.
Gli apostoli, quando Gesù in persona stette in mezzo a loro, erano: “Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.” (Lc 24,37).
Come è forte la parola del Vangelo!
Ed è solo quando Gesù si fa toccare e guardare, solo quando Gesù spiega Mosè, i Profeti, i Salmi, “Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture” (Lc 24,45). La preghiera con la Parola di Dio, l’approfondimento della Scrittura, è ciò che ci deve accompagnare e guidare perché è ciò che ci può aprire gli occhi, poco per volta, verso la luce.
Don Giuseppe, lungo questa strada, ci prende per mano, ci accompagna, ricordandoci che: “Sulla resurrezione è necessario accettare un mistero che ci supera.” Don Giuseppe ci fornisce anche la chiave interpretativa per non restare fermi, il senso profondo dell’annuncio, della Buona Novella, della luce: “conversione e perdono dei peccati.”
Incastonato tra queste Letture vi è il Salmo che esprime fiducia. E’ il Salmo utilizzato nella Liturgia delle Ore a fine giornata, nell’ora di Compieta. Il Salmo della preghiera della sera. Il Salmo che chiede “la luce del tuo volto”, quella luce a cui aspiriamo e verso la quale siamo in cammino.
“ Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia! /
Nell’angoscia mi hai dato sollievo; / pietà di me, ascolta la mia preghiera.
…
In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare” (Sal 4, 2.9)
Rit. Risplenda su di noi , Signore, la luce del tuo volto.
Ecco di nuovo richiamati, invocati, la luce e il volto. L’amore per la Sindone ci porta verso quella luce, verso il Suo Volto.
Insie me a Don Giuseppe, Suor Maria Clara e tutto il Consiglio, uniti nella preghiera, Vi invio un grande abbraccio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
III DOMENICA di PASQUA 18 – 4 – 21
Letture bibliche: At 3, 13-15.17-19; 1 Gv 2,1-5a; Lc 24, 35-48
Le letture bibliche di oggi mi sembrano rispondere a due domande: che cosa è accaduto, in seguito alla risurrezione di Gesù, ai suoi discepoli e quale comportamento deve tenere chi è raggiunto dal messaggio pasquale?
Il brano del vangelo (finale di Lc 24) risponde alla prima domanda, raccontando l’ultima apparizione di Gesù risorto prima dell’Ascensione. Alla seconda domanda rispondono le altre due letture. Dopo la Pentecoste Pietro (qui, alla prima lettura, Atti 3) tiene alcuni discorsi per spiegare quale comportamento deve avere chi ha conosciuto la risurrezione di Gesù; San Giovanni nella sua prima lettera (qui, alla seconda lettura, 1 Gv 2) ribadisce l’efficacia espiatrice della passione di Gesù verso i peccati commessi da tutti gli uomini.
Atti 3 – Il periodo immediatamente successivo alla risurrezione di Gesù e alla Pentecoste vede un continuo movimento di Pietro e degli apostoli – e presto anche dei diaconi – per l’opera evangelizzatrice a Gerusalemme e nel territorio che noi chiamiamo palestinese. E fin dal giorno della Pentecoste Pietro è l’annunciatore capo. Qui egli ricorda la suo uditorio quello che fu il senso dell’azione di Dio su Gesù: “voi lo avete consegnato e rinnegato,,, avete ucciso l’autore della vita”, per darne una misteriosa interpretazione, che cioè apparteneva al piano di Dio che “il suo Cristo doveva soffrire”, anche se poi Dio “l’ha risuscitato dai morti”.
La prima Lettera di Giovanni arriva in un momento in cui l’Apostolo aveva appena finito, nella Lettera, di esecrare l’opera del peccato, che purtroppo è presente in tutti noi. Ma perché i suoi cristiani non si disperino (“se qualcuno ha peccato” – cioè tutti!) assicura che abbiamo un “Paraclito” (che in questo caso significa “difensore”): non è lo Spirito Santo, come nel vangelo, bensì Gesù stesso, che si fa “vittima di espiazione per i nostri peccati”, con destinazione e beneficio del “mondo intero”. L’insegnamento che dava Giovanni ai suoi cristiani calza perfettamente per noi oggi: tutti noi abbiamo peccato e Qualcuno ha pagato per tutti. Non dobbiamo passare oltre a queste affermazioni, per dirci e ridirci invece dove sta l’amore, la garanzia della salvezza, la pienezza della nostra responsabilità.
Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati – Si è appena realizzata la risurrezione di Gesù e incominciano a raggrupparsi gruppi di discepoli insieme agli apostoli. Dev’essere un posto noto, quello in cui si trovano, perché i due che tornano da Emmaus (semplici discepoli, non dei dodici) terminano in quel luogo la loro uscita. Mentre loro raccontano, si fa presente Gesù risorto con una apparizione, che è di nuovo rassicurazione (“pace a voi”) per i presenti impauriti. Egli mostra la sua umanità viva, prestandosi al tatto (“le mie mani e i miei piedi”) e chiedendo da mangiare (e consumando poi il pesce arrostito). Il culmine della rivelazione giunge col richiamo a quanto Gesù stesso aveva predetto e ora si realizza, concludendo con una formulazione dell’annuncio (kerygma) fondamentale. Dopo questa chiusura Gesù risorto riprende ancora la formula che aveva impiegato alcune volte prima della passione, per richiamare il compimento del piano di Dio realizzato in Lui –ma sarà la storia della comunità dei suoi discepoli, sostenuti dalla presenza e azione dello Spirito, la grande conferma. E per questo ci vorrà un libro intero: gli Atti degli Apostoli, che stanno ormai alle porte.
Essendo un racconto di sintesi e – nonostante l’apparenza – non totalmente conclusivo, possiamo forse chiamarlo guida per avviarci correttamente nel cammino successivo. E’ necessario avere idee chiare sulla natura della risurrezione di Gesù: “un fantasma non ha carne e ossa”. Sulla resurrezione è necessario accettare un mistero che ci supera, ma è indispensabile accettarne la dimensione corporea; come chiave interpretativa si può solo ricorrere a ciò che Gesù stesso aveva indicato e predetto quando guidava alla comprensione del senso profondo del piano di Dio. E in questa linea risuona l’annuncio che accompagna la predicazione di Gesù e degli apostoli fin dagli inizi: conversione e perdono dei peccati.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti