Domenica 01-8-2021 – XVIII Tempo Ordinario B – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
avendo già iniziato domenica scorsa, ora proseguiamo, con questa domenica XVIII del tempo ordinario per complessive cinque domenica, la lettura del capitolo sesto del Vangelo di Giovanni. Questo capitolo è dedicato interamente all’Eucarestia attraverso il discorso del pane.
Don Giuseppe ci aiuta nella comprensione delle letture di oggi ricordandoci due concetti guida: “l’offerta che Dio ci fa del “pane della vita” (prima e terza lettura, dall’Esodo e dal Vangelo di Giovanni) e l’invito a “rivestire l’uomo nuovo” (seconda lettura, dalla lettera agli Efesini)”.
“Cibo misterioso”, ci ricorda sempre Don Giuseppe, che porta salvezza “secondo la verità che è in Gesù” (Ef 4,21).
Ma questa salvezza, questa verità, che ci viene donata richiede da parte nostra un impegno, un percorso, un desiderio, una sofferenza: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”. (Gv 6,27)
Don Giuseppe ci riporta con evidenza questo versetto di Giovanni. Proprio in questo versetto mi ha colpito l’aggiornamento della nuova traduzione della Bibbia che ha rafforzato la resa del verbo greco “ergazomai”. La nuova traduzione rende, infatti, in italiano questo verbo greco con un più forte e impegnativo “datevi da fare” rispetto alla precedente versione “procuratevi il cibo”, più blanda, meno sottolineata.
Abbiamo, dunque, una responsabilità nel cammino di fede. Essa è un dono che è affidato alla nostra cura per tutta la vita, è un “cibo misterioso”, come ci ricorda ancora Don Giuseppe, “che rimane per la vita eterna” (Gv 6,27).
Intarsiato tra queste letture vi è il Salmo 78/77. Un Salmo lungo ben 72 versetti, un salmo di meditazione, un salmo che proclamato durante la Santa Messa esprime la nostra fede nella presenza del Signore. Esprime anche il nostro impegno a testimoniare questo dono rendendolo vivo e vitale:
“Ciò che abbiamo udito e conosciuto / e i nostri padri ci hanno raccontato /
non lo terremo nascosto ai nostri figli, / raccontando alla generazione futura /
le azioni gloriose e potenti del Signore / e le meraviglie che egli ha compiuto.” (Sal 78/77, 3-4)
Con questo impegno nel non facile cammino di fede e nella testimonianza, Vi invio il saluto più caro di Don Giuseppe e di tutto il Consiglio.
Un abbraccio.
Contardo Codegone
XVIII dom. t. o. –B
(1 – 8 – 2021)
Letture bibliche – Es 16, 2-4.12-15. Ef 4, 17.20-24; Gv 6, 24-35.
Due concetti ci vengono incontro questa domenica con riferimento alle più consolanti realtà della nostra vita: l’offerta che Dio ci fa del “pane della vita” (prima e terza lettura, dall’Esodo e dal Vangelo di Giovanni) e l’invito a “rivestire l’uomo nuovo” (seconda lettura, dalla lettera agli Efesini). Il pane della vita ci rinnova costantemente: per “abbandonare l’uomo vecchio… e rinnovarvi nello spirito della vostra mente”. E’ cibo che “rimane per la vita eterna”.
Questa è l’opera di Dio, che crediate in colui che egli ha mandato
Ricordiamo il grande prodigio dalla manna: durante la traversata del deserto, nel cammino del popolo ebraico dall’Egitto alla terra di Canaan, la crisi del cibo quotidiano venne risolta miracolosamente da Dio con la “manna”, che veniva raccolta ogni mattino secondo le necessità delle varie famiglie. Il miracolo cessò quando quel popolo in movimento venne a trovarsi ai margini della terra che doveva diventare patria di tutto il popolo. Passarono i secoli e nel periodo della predicazione di Gesù si ripeté il prodigio di un pane offerto a una moltitudine rilevante di persone per opera di un intervento miracoloso di Gesù. Specialmente l’evangelista san Giovanni ricorda, insieme al fatto prodigioso (presente anche negli altri tre evangelisti), l’insegnamento che dette Gesù di un evento che toccava profondamente la sua persona: Egli avrebbe dato un cibo direttamente identificato semplicemente con la sua realtà umano-divina: “Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero”. Sono i primi insegnamenti sull’Eucaristia. La successione dei momenti dell’evento aveva visto una moltiplicazione dei pani da parte di Gesù che, dopo, cerca di allontanarsi; ma viene raggiunto dalla gente che era stata saziata il giorno precedente e… gradirebbe la ripetizione. Gesù non si ripete ma va molto oltre: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”. E poi, approfondendo: “Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Il dialogo sembra procedere molto positivamente: “Signore, dacci sempre questo pane”. Ma Gesù ha un discorso molto lungo da sciorinare e lo fa con una paziente determinatezza, che non si lascia distrarre: “”Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai”
Sovente la parola di Dio ci presenta l’essenziale della vita nel rinnovamento prodotto dall’intervento di Gesù. Esso trasforma l’uomo, portandolo a realizzare il disegno originale della creazione, che lo costituiva “nella giustizia e nella vera santità” (Efesini). Oggi abbiamo incontrato la descrizione di questo progetto e, contemporaneamente, quella del dono divino che è, in un mistero tanto complesso quanto beatificante, cibo misterioso, presenza e sostegno dell’ospite divino che ha già preso l’iniziativa – in unione col Padre e lo Spirito Santo – di accoglierci nella sua famiglia celeste e di camminare al nostro fianco per coprire il tragitto che ci porta all’unione eterna con lui.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti