Domenica 26-9-2021 – XXVI Tempo Ordinario- Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
anche in questa domenica 26-9-2021 la Parola di Dio ci riempie il cuore, E’ una parola che consola e, insieme, che brucia come un carbone ardente.
Nel Libro dei Numeri (detto così perché narra del censimento, del numero degli ebrei in procinto di lasciare l’Egitto verso la Terra Promessa) e nel Vangelo di Marco, si narra che vi era chi profetizzava non essendo Mosè e chi scacciava i demoni non essendo discepolo di Gesù.
Vengono suscitate gelosie che Mosè e Gesù respingono. Mosè dice: “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore…” (Nm 11,29). Gesù ha un’ affermazione quanto mai importante e aperta: “chi non è contro di noi è per noi.” (Mc 17,40). Un’affermazione forte quest’ultima, meno citata di altre apparentemente più escludenti. Don Giuseppe la sottolinea con una domanda di fondo: “vuol dire che, se un discorso (o una presa di posizione) non è anticristiano, è già automaticamente cristiano?” Lo Spirito opera in tutti, il Signore vuole raggiungere e salvare tutti.
Ma ecco il carbone ardente: “Chi scandalizzerà anche uno solo di questi piccoli che credono in me …al collo una macina da mulino.” (Mc 9,42). Ove “piccolo” in greco è “mikròs” che vuol dire piccolo, ma anche di poca importanza, povero, umile. Si contrappone a “più grande” (Mc 9,34).
In questa linea rovente vi è anche la lettera di San Giacomo che, dice Don Giuseppe: “presenta una reprimenda contro i ricchi ingiusti e insensibili; ma ‘le vostre ricchezze sono marce … e vi siete ingrassati per il giorno della strage’.” E’ una invettiva in stile profetico il cui punto centrale riguarda la ricchezza guadagnata ingiustamente a scapito dei poveri.
Il salmo che canteremo domenica è un inno a Dio creatore del cielo, specialmente del sole simbolo di equità, a Dio che è, insieme, anche l’autore della Toràh. L’universo e la legge morale che rendono saggio l’uomo e si fondano su Dio. Il timore del Signore ci sostiene, ci fa vedere e amare la sapienza di Dio in tutto il creato e ci spinge a operare con giustizia.
“La legge del Signore è perfetta, / rinfranca l’anima; /
la testimonianza del Signore è stabile, / rende saggio il semplice. /
Il timore del Signore è puro, / rimane per sempre; /
i giudizi del Signore sono fedeli, / sono tutti giusti. (Sal 19/18, 8.10)
Il timore di Dio è la sapienza dell’uomo. Sapienza che lo porta a riconoscere l’impronta di Dio nel creato, negli altri uomini, nella norma morale, nella nostra storia e che lo porta ad agire di conseguenza.
Meditando nel cuore la parola del Signore, insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara e tutto il Consiglio Vi invio un affettuoso abbraccio.
Contardo Codegone
P.S. Vi ricordo che il primo martedì di ottobre (5 ottobre 2021) ci ritroveremo, per quanti potranno, per la S. Messa presso la Chiesa del Santo Sudario (Via Piave angolo Via S. Domenico). Un grande grazie alla Confraternita che ci ospiterà.
XXVI dom. t. o. – B
(26 – 9 – 2021)
Letture bibliche – Nm 11, 25-29; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.47-48
I primi cinque libri della Bibbia narrano la vicenda che ha fatto di un gruppo di persone variamente imparentate tra di loro un popolo. Il personaggio che ha condotto tutto il movimento di quel popolo in formazione dall’Egitto alla “terra di Canaan”, attuale Israele, è stato Mosè, dalle doti eccezionali. Oggi ne parleremmo come di un capopolo e di un carismatico, in costante dialogo con Dio. A lui furono affiancati altri membri del popolo a cui Dio concesse una partecipazione alle doti di Mosè. Che sorgessero gelosie nella distribuzione degli incarichi è comprensibile e Mosè dovette ammonire il suo fiduciario, Giosuè (che sarà suo successore), a non essere contrariato: “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito” (la vicenda è narrata nel libro dei Numeri).
San Marco, nel suo vangelo, riporta un episodio che ha qualche somiglianza con quanto dicevamo: di fronte a uno, non discepolo, che compie cose meravigliose nel nome di Gesù, i discepoli (questa volta è Giovanni) manifestano dissenso “perché non ci seguiva”. Gesù però dissente da questa posizione, perché “chi non è contro di noi è per noi”. Poi seguono raccomandazioni varie a fare scelte che non siano origine di scandalo per i piccoli.
San Giacomo presenta una reprimenda contro i ricchi ingiusti e insensibili; ma “le vostre ricchezze sono marce… e vi siete ingrassati per il giorno della strage”. Loro vivono “in mezzo a piaceri e delizie”, ma “le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente”
Chi non è contro di noi è per noi.
Bisogna avere un grande ottimismo o… i paraocchi per pronunciare un giudizio come questo: vuol dire che, se un discorso (o una presa di posizione) non è anticristiano, è già automaticamente cristiano? Per cercare una risposta, dobbiamo guardare l’insieme del brano in cui ci troviamo: si parte da un momento in cui Gesù predice (e già per la seconda volta) la sua fine dolorosa (9,31); i discepoli non se ne impressionano molto, perché sono preoccupati chi di loro sia il più grande; Gesù allora insegna che importante è essere “l’ultimo di tutti e il servo di tutti”, portando l’esempio dei bambini. A questo punto interviene l’uscita di Giovanni su quell’estraneo che compiva cose straordinarie (cacciare demoni) pur non essendo discepolo di Gesù e questi non ne è contrariato
Vostro Don Giuseppe Ghiberti