Domenica 16-10-2022 – XXIX Domenica T.O. – Anno C – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 16-10-22 ci guidano a riflettere sui grandi temi della preghiera e della Parola di Dio, fondamento della vita e contenuto della preghiera.
La prima lettura narra della battaglia a Refidim, nel deserto non lontano da Massa e Meriba, contro gli amaleciti che avevano attaccato proditoriamente il popolo di Israele durante la fuga dall’Egitto. Secondo la genealogia biblica Amalèk era nipote di Esaù ed è identificato con il suo popolo, gli amaleciti. uestiQ Questi sono un popolo cananeo, certamente anteriore al IX secolo, sempre in lotta con Israele, quindi contro Dio, e che per questo sono identificati con il male e degni delle punizioni più radicali.
Nella narrazione dell’Esodo Mosè deve pregare a braccia alzate altrimenti la battaglia volge alla sconfitta di Israele. Don Giuseppe ci dice che queste braccia alzate “possono significare molte cose”. Il significato principale è che esse anticipano “quel che sentiremo dall’insegnamento di Gesù che ‘occorre pregare sempre’.”
Queste braccia alzate mi ricordano le braccia crocifisse di Gesù che prega e si abbandona al volere del Padre.
Si apre così nella nostra mente e nel nostro cuore il grande tema della preghiera. Quanti libri, quante riflessioni, quanti incontri abbiamo dedicato alla preghiera. Quanto anche abbiamo pregato insieme e nel nostro cuore con la Parola di Dio. E’ certo che Gesù ci dice con insistenza di pregare.
C’è la preghiera di supplica: quanta disperazione, a volte, nel nostro cuore, nel cuore dell’uomo!
Per me pregare, nella sua essenza, è silenzio che ascolta il silenzio, è perdersi in Dio sentendone la presenza in noi.
La seconda lettera a Timoteo, ci dice Don Giuseppe, “riporta uno dei più intensi testi sulla parola di Dio contenuti nella Scrittura”.
Dice Paolo: “Tutta la Scritture, ispirata da Dio…” (2Tm 3,16). “Dunque proviene dallo Spirito, ci dice Don Giuseppe, lo contiene…”.
La seconda lettura di questa domenica mi pare proprio rappresentare il punto di raccordo tra la prima lettura e il Vangelo. Non può esserci preghiera al di fuori della Parola di Dio, attraverso la quale Egli si comunica e noi alziamo lo sguardo verso di Lui.
Il brano del vangelo secondo Luca riporta la parabola di Gesù “sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi… (Lc 18,1). La parabola narra di una vedova che voleva giustizia e di un giudice che “non temeva Dio…” (Lc 18,2). Giudice che ala fine cederà per non essere più importunato.
Il brano termina: “Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8). Dice, con tristezza Don Giuseppe, rivolto a Dio: “Quello che accade qui sembra avere proprio la forza di toglierci ogni velleità di fede…. Per molti tu sei ancora sempre (a volte, sempre di più) insignificante…. Per loro e per me continuo a rivolgerti la mia preghiera, con fiducia che vorrebbe essere ferma ed è a volte vacillante: dai a me e a tutti i tuoi fratelli la sensazione che tutto può tremare, ma la forza del tuo amore non ci lascerà mai cadere.”
Non ho parole da aggiungere a quelle, che sento mie, di Don Giuseppe.
Il Salmo è incluso tra quelli detti “Canti delle ascensioni” o “Canti dei gradini” perché erano sulla bocca dei pellegrini che salivano a Gerusalemme o salivano la scalinata che conduce al Tempio. Dio è lo scudo, la protezione dei pellegrini, la nostra protezione. Con i suoi versetti ritmici, la sua metrica, questo Salmo è canto, è musica. Sappiamo che la musica, il canto, sono preghiera pura che accoglie il mistero.
Alzo gli occhi verso i monti: /
da dove mi verrà l’aiuto? /
Il mio aiuto viene dal Signore: /
egli ha fatto cielo e terra. /
Non lascerà vacillare il tuo piede, /
non si addormenterà il tuo custode. /
Non si addormenterà, non prenderà sonno /
il custode d’Israele. /
Il Signore è il tuo custode, /
il Signore è la tua ombra /
e sta alla tua destra. /
Di giorno non ti colpirà il sole, /
né la luna di notte. /
Il Signore ti custodirà da ogni male: /
egli custodirà la tua vita. /
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, /
da ora e per sempre. (Sal 121/120, 1-2; 3-4; 5-6; 7-8)
I Salmi sono la preghiera della Chiesa che durante tutta la giornata, in ogni momento, da ogni parte del mondo si alza verso Dio. Il male, il dolore, la morte che paiono dominare il mondo non debbono vincerci. Ripetiamo dunque: “Il mio aiuto viene dal Signore …”
Insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio, uniti profondamente dalla preghiera e nella preghiera, Vi invio un grande abbraccio.
Contardo Codegone
P.S. Ricordo che sabato 22 ottobre 2022 alle ore 15,30 (presso la Chiesa del S. Sudario) avremo l’incontro con il Prof. Bruno Barberis sul tema “L’importanza della formazione liturgica nelle recenti lettere apostoliche di Papa Francesco sulla liturgia”.
XXIX Dom. t. Ord. C – 16. 10. 22
Letture: Es 17, 8 – 13 ; 2 Tm 3,14-4, 2; Lc 18, 1-8
Le «mani alzate» possono significare molte cose: la partecipazione a un gioco con la palla, l’atteggiamento di resa davanti a un nemico più forte, l’atteggiamento di implorazione in una preghiera. Il fatto che leggiamo oggi nella prima lettura, dall’Esodo, appartiene all’ultima categoria e ricorda l’efficacia che aveva la preghiera di Mosè, quando aveva le mani e braccia alzate, in favore del suo popolo che combatteva nella pianura sottostante. Siccome accadeva che per la stanchezza si abbassassero le sue braccia, Aronne e Cur, due ebrei del suo gruppo, studiarono il modo di garantirgli sempre le mani e braccia alzate in preghiera. E questo propiziò il successo di quel fatto d’armi. Il fatto è limitato e ha certamente dell’eccezionale, ma anticipa quel che sentiremo dall’insegnamento di Gesù, che “occorre pregare sempre”.
L’insegnamento proveniente dalla seconda lettera a Timoteo riporta uno dei più intensi testi sulla parola di Dio contenuti nella Scrittura. San Paolo richiama al suo discepolo Timoteo i principi che lui stesso, l’apostolo, gli ha inculcati per il suo orientamento personale di vita cristiana e per il suo impegno di collaborazione apostolica. Fa pertanto riferimento a due fonti: i suoi maestri e le sacre Scritture. Su quest’ultimo punto si prolunga il discorso di Paolo. Le Scritture sono anzitutto un aiuto per la fede, sia quella personale dell’“uomo di Dio” sia quella che si vuole trasmettere. Il motivo è indicato in una parola breve, di grande contenuto: “tutta la Scrittura, ispirata da Dio”. Se “ispirata”, dunque proviene dallo Spirito, lo contiene e diventa strumento proprio per le opere dello Spirito: “per insegnare, convincere, correggere ed educare… per ogni opera buona”. Paolo prosegue scongiurando il discepolo a servire la causa dell’evangelizzazione con pieno impegno: “Annuncia la Parola, assisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta…”. E’ proprio questo esubero di raccomandazione a indicare la totalità dell’impegno che attende il servitore della causa di Gesù.
Nel brano di vangelo, secondo Luca, è riportata una parabola di Gesù “sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”. Protagonista è una vecchietta, che in tribunale aveva una causa avviata contro un avversario dotato di un potere politico tanto forte da ridicolizzare i tentativi della donna di farsi ragione. Il giudice che trattava la causa non aveva nessuna voglia di inimicarsi il ricco contendente, che aveva una forza politica del tutto superiore a quella, irrisoria, della nostra vecchietta. Questa però usava l’arma più irresistibile che stava anche in suo potere: l’insistenza. Il giudice, che non voleva nemmeno sentirla, in realtà se la trovava continuamente tra i piedi. Sappiamo come andò a finire, nell’unica maniera possibile: il giudice si decide a fare giustizia a quella poveretta, “perché non venga continuamente a importunarmi”. Gesù ha buon gioco a tirare le conseguenze: “E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?”. La farà sì, e senza farli aspettare. Ma ecco la conclusione molto mesta: “Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.
Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?
O Signore, è il tuo evangelista o sei tu che formuli questa domanda, che sembra proprio adatta a far cadere ogni fiducia? Tu la mandi a noi oggi e dunque sei tu che vuoi suscitarcene il disagio. Il mondo è ovunque, e dunque anche qui dove sto sentendoti adesso. Quello che accade qui sembra avere proprio la forza di toglierci ogni velleità di fede. Lo dico volgendo lo sguardo attorno a me e non mi trovo in migliori acque se arresto l’attenzione al mio ambiente, anzi proprio alla mia persona. Per molti tu sei ancora sempre (a volte, sempre di più) insignificante. Molti sanno che tu sei esistito, ma non sanno che era per loro e continua a essere per loro. Per loro e per me continuo a rivolgerti la mia preghiera, con fiducia che vorrebbe essere ferma ed è a volte vacillante: dai a me e a tutti i tuoi fratelli la sensazione che tutto può tremare, ma la forza del tuo amore non ci lascerà mai cadere.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link:
http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/