Domenica 27-11-2022 – I domenica Avvento A – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
con questa domenica 27-11-2022 inizia l’Avvento e quindi riprende l’anno A del ciclo liturgico triennale. Le letture che ci sono offerte oggi sono ispirate all’ attesa della pace e del ritorno del Signore.
La prima lettura riprende un brano del profeta Isaia, tratto dall’inizio del suo libro. Brano che ci è particolarmente caro: “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci” (Is 2,4)
Sarebbe proprio bello poter riprendere tra noi il tema del profetismo nella storia di Israele (… come è bello stare con la Parola di Dio).
Ricordiamo solo che storicamente si sono espresse varie forme di profetismo anche ufficialmente riconosciuto, tanto che talvolta i profeti appaiono al fianco dei sacerdoti. I profeti, nella storia di Israele, hanno avuto un ruolo rilevante non solo guidando il popolo sulla via della fedeltà allo jahvismo autentico, ma anche come punti di riferimento del progresso della rivelazione. Ogni profeta ha avuto la sua funzione e il loro contributo, complessivamente, si può dire che si realizzi su tre linee fondamentali: il monoteismo, il comportamento etico, l’attesa della salvezza.
Il profeta Isaia nacque intorno al 765 a.C. ed esercitò un ministero quarantennale in un periodo dominato dalla minaccia crescente dell’Assiria. Dopo il 700 a.C. non si hanno più informazioni su di lui. Molto importante fu la sua partecipazione alle vicende politiche del suo paese, ma la sua grandezza è soprattutto religiosa. Egli si espresse con un stile meraviglioso che ne fa un classico della Bibbia. Isaia può essere considerato il più grande dei profeti messianici. Questo Messia, discendente da Davide, porterà sulla terra la pace e la giustizia ed estenderà la conoscenza di Dio.
Don Giuseppe sottolinea che: “ Noi siamo invitati a pregare perché questo obiettivo di salvezza sia raggiunto nel connubio del sostegno amoroso del Signore e della nostra risposta piena di entusiasmo fiducioso.”
La seconda lettura è tratta dalla lettera ai Romani di Paolo. Anche in questo caso sarebbe troppo bello poter riprendere e approfondire questa lettera. Su di essa sono stati scritti volumi e volumi di studi e riflessioni… Paolo scrive ai Romani da Corinto, in procinto di partire per Gerusalemme ed in preparazione del suo viaggio a Roma. La comunità romana non era stata fondata da lui, ma Paolo aveva avuto notizie dei dibattiti interni che la animavano.
Don Giuseppe ci guida sottolineando come: ‘La parola finale “rivestitevi del Signore Gesù Cristo” dà il fondamentale orientamento di ogni scelta: dove c’è lui, c’è la luce, la forza, il riparo da ogni illusione.’
Il brano del Vangelo di Matteo ci parla della “venuta del figlio dell’uomo”. Il brano riflette bene l’atmosfera, quasi febbrile, di questa attesa per il ritorno di Gesù. In quel momento storico, in un mondo legato a ciò che c’è di più materiale, i cristiani sentivano il bisogno di forti ideali e di speranze. Si attendeva la venuta prossima di Gesù come qualche cosa di definitivo, di assoluto, di imminente. Il messaggio del Signore ci invita però non alla inquietudine, come di fronte a eventi drammatici, ma alla attenzione e alla speranza.
Don Giuseppe sottolinea come: “Il passaggio dall’esempio all’insegnamento che sta a cuore a Gesù è facilmente intuibile e torna a più riprese nei suoi discorsi. Dobbiamo proprio dire che egli fa tutto il possibile per non perdere nessuno di noi.”
Il Salmo è detto Cantico delle ascensioni. In un commento a questo Salmo ho trovato questa annotazione relativa a un vecchio monaco. Egli chiese con forza e lascò scritto di intonare intorno a lui questo Salmo quando sarebbe stato in agonia e di ripeterlo finchè sarebbe spirato. Quel vecchio monaco aveva ben compreso il senso profetico e religioso di questo Salmo.
Rit. Andiamo con gioia incontro al Signore.
Quale gioia, quando mi dissero: /
Andremo alla casa del Signore!». /
Già sono fermi i nostri piedi /
alle tue porte, Gerusalemme! /
È là che salgono le tribù, /
le tribù del Signore, /
secondo la legge d’Israele, /
per lodare il nome del Signore. /
Là sono posti i troni del giudizio, /
i troni della casa di Davide. /
Chiedete pace per Gerusalemme: /
vivano sicuri quelli che ti amano; /
sia pace nelle tue mura, /
sicurezza nei tuoi palazzi. /
Per i miei fratelli e i miei amici /
io dirò: «Su di te sia pace!». /
Per la casa del Signore nostro Dio, /
chiederò per te il bene. (Salmo 122/121, 1-2; 4-5; 6-7; 8-9)
“Su di te sia pace” dice il Salmo. L’attesa della pace resti il centro delle nostre preghiere in questo momento di guerra, pace anche per i nostri cuori e per quanti ci sono vicini.
Insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio Vi invio un grande abbraccio.
Contardo Codegone
P.S.
-Vi ricordo che martedì 6 dicembre 2022, ore 18,00, celebreremo la S. Messa presso la Chiesa del SS. Sudario. Seguirà un momento di incontro fraterno in vista del S. Natale.
-Vi anticipo anche che sabato 28 gennaio 2023 e sabato 25 febbraio 2023, alle ore 15,30 presso il Santuario della Consolata avremo due incontri, guidati da Mons. Savarino, sul tema “Dai Vangeli al Credo delle Chiese – I problemi dei cristiani nei primi secoli”. Abbiamo ritenuto importante ripercorrere il cammino che ha portato alla formazione del Credo e che, purtroppo, è stato anche caratterizzato da forti tensioni dentro e tra le comunità cristiane. E’ un cammino che può insegnarci molte cose, sia sui contenuti della nostra fede che sui motivi di tante tensioni che permangono anche oggi.
I dom. Avv. A – 27. 11. 22
Letture: Is 2, 1-.5; Rm 13, 11-14; Mt 24, 37-44
Oggi – inizio del nuovo anno liturgico – è la semplice continuazione del passato, eppure i nostri cuori si concedono il tremore della speranza, nella fiducia di una novità che possa essere buona e duratura. Il giovane coltiva con slancio maggiore questo sentimento, l’anziano sente la necessità di premunirsi con le condizioni più prudenti. L’anno scorso ci riservava la sorpresa terribile della guerra: la ritenevamo impossibile e invece si inserì nella successione degli eventi come il più naturalmente inevitabile. Che cosa ci riserva questo nuovo anno liturgico? Lasciamoci conquistare dall’invito che ci viene incontro nel salmo responsoriale: “Andiamo con gioia incontro al Signore!”. Il Signore ci attende e lui solo può dare fondamento alla gioia.
La prima lettura biblica di questo nuovo anno liturgico ce la offre il profeta Isaia dalle prime pagine del suo libro, con una consolante profezia messianica. La visione si apre “alla fine dei giorni”, che significa alla conclusione del nostro tempo, con il succedersi di giorni mesi e anni. Allora si verificherà il raduno dei popoli, che affluiscono al tempio del Signore, “sulla cima dei monti”. I popoli si incoraggiano a “salire sul monte del Signore”, dove c’è “il tempio del Dio di Giacobbe”: lui deve indicarci le sue vie; e si intende “la legge del Signore”. Seguirà un tempo di pace totale: “un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo”. La conclusione è un appassionato invito alla “casa di Giacobbe”: “vieni, camminiamo nella luce del Signore”. Destinatario della raccomandazione è la “casa di Giacobbe”, ma si estende a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Il Signore ci attende, verso una beatitudine che è la somma dei suoi doni e della risposta positiva dell’umanità. Noi siamo invitati a pregare perché questo obiettivo di salvezza sia raggiunto nel connubio del sostegno amoroso del Signore e della nostra risposta piena di entusiasmo fiducioso.
La seconda lettura è presa dalla lettera ai Romani, ma non più dall’inizio, come per il profeta Isaia, bensì verso il termine. Dopo lunghi ragionamenti, l’apostolo Paolo s’avvia alla conclusione con quei cristiani che pur non conosce da molto tempo: “Adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti”. E’ la tipica visione della realtà che dà la fondazione della morale di S. Paolo. Egli pensa che non ci sono altre motivazioni da attendere: i compromessi col presente non hanno più senso. La parola finale “rivestitevi del Signore Gesù Cristo” dà il fondamentale orientamento di ogni scelta: dove c’è lui, c’è la luce, la forza, il riparo da ogni illusione. E intanto penso che il Signore ci voglia dire che ‘rivestirci’ di un abito significa rinunciare agli altri, che sarebbero proprio di imbroglio.
Anche il brano del vangelo di Matteo è preso non dall’inizio ma dal termine dei suoi insegnamenti, quando Gesù accumulava le raccomandazioni d’addio ai suoi discepoli. Ciò che dice si contestualizza con gli avvenimenti che porranno fine alla nostra storia, con la “venuta del Figlio dell’uomo”. La gente sarà tentata di continuare la vita di sempre, senza preoccuparsi del Signore che viene. Suona allora l’ammonizione di Gesù: “Tenetevi pronti, perché nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.” Certo Lui non viene per “scassinare la casa”, bensì per chiedere conto di come l’abbiamo gestita. Il passaggio dall’esempio all’insegnamento che sta a cuore a Gesù è facilmente intuibile e torna a più riprese nei suoi discorsi. Dobbiamo proprio dire che egli fa tutto il possibile per non perdere nessuno di noi. Ma noi lo prendiamo sul serio?
Il giorno è vicino… gettiamo via le opere delle tenebre
Carissime e carissimi, incomincia il nuovo anno liturgico e noi ci mettiamo in ascolto della Sua parola, finché Lui vorrà. Abbiamo tutti un ricordo un po’ lontano di quando è iniziato il nostro cammino verso Gesù che ci attende. Ci turba il pensiero che è un cammino a termine, più o meno presto, eppure i santi hanno vinto questo tremore con un costante richiamo della prospettiva che ci attende. Sarà il momento dell’incontro eterno, quando cesserà il prima e il poi, la successione di tutte le fini a tutti gli inizi. Questa consapevolezza non ha lo scopo di renderci indifferenti al presente: il mio presente è il luogo del mio incontro quotidiano col Signore, in attesa dell’incontro che durerà senza successioni, per sempre. Ma non dimentichiamo: l’eterno fuori del tempo è figlio del Dio d’amore che valorizza il dono di un quotidiano passeggero, che consegna oggi i suoi poveri valori alla misericordia di Dio.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link:
http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/