Domenica 18-6-23 – XI Tempo Ordinario A -Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 18-6-23 (Es 19,2-6a.; Sal 100/99,2.3.5; Rm 5, 6-11.; Mt 9,36-10,8) ci richiamano i temi dell’alleanza e della salvezza, del ringraziamento e della missione.
Non abbiamo questa volta il commento di Don Giuseppe che riprenderemo dalla prossima domenica. Questi suoi commenti sono stati scritti in momenti ben diversi da quelli attuali.
Desidero però dirvi che, nell’ultima rapida visita che ho potuto fargli, gli ho chiesto che mi benedicesse. Come ho già detto ad alcuni di voi, Don Giuseppe, seppure con difficoltà ed alzando un po’ il braccio destro con l’aiuto del sinistro, mi ha benedetto dicendomi che benediva me, la mia famiglia e tutti quelli che avevo nel cuore.
Avendovi nel cuore, ricevete tutti la benedizione del Signore attraverso Don Giuseppe che percorre, nella preghiera, il suo calvario.
Scusandomi per la povertà del mio cammino vi segnalo alcuni temi che ho colto nelle letture di questa domenica.
L’Esodo sviluppa due temi principali cioè la liberazione dall’Egitto (Es 1,1-15,21) e l’alleanza del Sinai (Es 19,1-40,38).
L’episodio dell’Alleanza del Sinai è datato tradizionalmente intorno al 1200 a.C. (alcuni studiosi stimano datazioni più antiche).
Il brano che leggiamo oggi è una introduzione messa qui come apertura all’evento fondamentale della storia di Israele quando il popolo, al terzo mese dall’uscita dalla terra d’Egitto, giunse al deserto del Sinai e Mosè salì verso Dio.
Le parole di Dio, che Mosè deve riferire alla casa di Giacobbe, sono rivolte anche a noi: “… se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli…”.
L’alleanza del Sinai impegna tutto il popolo, questa Legge diventerà la carta fondamentale del giudaismo e il Siracide (24,32-35) la identificherà con la Sapienza.
San Paolo ci dice che l’uomo non deve più aspettare la realizzazione della promessa per essere salvato, ma “…per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, … ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.”
Il Signore, dunque, ci accompagna e non dobbiamo avere paura del futuro perché “… ora, giustificati dal suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.”
Nel brano di oggi risuona quattro volte la parola “ora”, adesso, perché è in questo nostro faticoso, difficile, talora drammatico “presente” che dobbiamo sentire la “presenza” del Signore che ci ha riconciliati, salvati, mediante la sua vita.
Il Vangelo di Matteo ci presenta da una parte le folle stanche e sfinite “come pecore che non hanno pastore” e dall’altro la chiamata dei dodici apostoli corrispondenti alle dodici tribù di Israele. Essi rappresentano il nuovo popolo messianico e sono segno di una presenza che guarisce e risana.
Gesù li inviò ordinando loro di non andare dai pagani e dai Samaritani, ma di rivolgersi alle “pecore sperdute della casa di Israele.” Il significato di questo ordine di Gesù mi sembra legato al fatto che non si può andare alle genti e ai pagani se le folle della propria casa sono ancora sfinite e come pecore senza pastore.
Il Salmo è un inno di lode (dossologia) perché in esso Dio vi è celebrato come creatore e pastore di Israele. Veniva recitato entrando nel tempio per offrire i sacrifici di comunione e di ringraziamento. (Lv 7,11)
RIT: Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.(Sal 100/99)
Il tema centrale di questo Salmo è dunque il ringraziamento. In greco ringraziamento si dice “eukaristìa”. E’ nell’incontro con il Signore, dunque, che riceviamo la salvezza e ringraziamo Dio “perché egli ci ha fatti e noi siamo suoi”.
Nelle gioie e nelle asprezze della vita, nella lotta contro il male che ferisce la nostra storia personale e quella del mondo dobbiamo ricordarci che “il suo amore è per sempre, / la sua fedeltà di generazione in generazione.”
Preghiamo per chiedere di sentire sempre accanto a noi l’amore e la fedeltà di Dio.
Insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio, sapendoci uniti nella preghiera, vi invio un grande, forte, abbraccio.
Contardo Codegone
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link:
http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/