Domenica 3-12-23 – I di Avvento B – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
con questa domenica 3-12-23, la I^ di Avvento Anno B, inizia il nuovo ciclo liturgico che ci porta a vivere nella dimensione della memoria e dell’attesa. La memoria del giorno natale di Gesù e l’attesa del ritorno finale del Signore, quando il mistero della salvezza si compirà.
Vi rimando al commento di Don Giuseppe che percorre le letture di oggi cogliendone il legame profondo.
L’orientamento al futuro dell’Antico Testamento che dà un senso al tempo presente (Isaia).
La conclusione della storia nell’incontro finale con Gesù (Paolo).
Un presente nel quale siamo chiamati a vegliare per non essere sorpresi “addormentati” il giorno del suo ritorno (Marco).
Il brano dell’Antico Testamento di oggi è tratto dal Profeta Isaia. Sotto il nome di Isaia troviamo tre figure:
- Il profeta storico (nato verso il 765 a.C. e morto dopo il 700 a.C.) visse nel periodo tumultuoso della guerra contro la crescente minaccia assira (cap. 1-39). Un autore classico sotto il profilo letterario, un eroe civile e un genio religioso.
- Il secondo-Isaia (Cap. 40-55) che predicò in Babilonia nel periodo delle prime vittorie di Ciro (intorno al 550 a.C.) che annunciavano la sconfitta dei babilonesi. l’Editto liberatore di Ciro, che permise il ritorno a Gerusalemme, è del 538 a.C. Il suo libro è chiamato “il libro della Consolazione di Israele”: “Consolate, consolate il mio popolo” (Cap. 40,1). Al secondo Isaia sono riferibili anche i canti del servo sofferente quale mediatore della salvezza futura.
- Il terzo-Isaia (cap. 56-66) visse nel periodo della ricostruzione del tempio (520 a.C.). Questo libro appare come l’opera dei continuatori del secondo Isaia. Questo scritto, dunque, è il risultato vitale di una tradizione che ha prolungato l’azione e l’incidenza del grande profeta vissuto oltre due secoli prima.
Il brano delle letture di oggi è tratto da questo terzo-Isaia. Si tratta di un frammento di poema apocalittico che rappresenta come un dialogo tra l’autore e il suo Dio.
Assume la forma come di un salmo di supplica che richiama la rovina di Gerusalemme e l’esilio. Dio punisce, ma poi però salva.
Il Salmo ci riporta l’immagine della vigna. Questa è un’ immagine cara ai profeti e al Vangelo, ma non usuale nei Salmi.
Ci troviamo di fronte a un lamento dal tono mite. La vigna appare abbandonata, non più protetta. L’invocazione è: “Guarda dal cielo e vedi / e visita questa vigna. / Proteggi quello che la tua destra ha piantato….”.
RIT: Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
2.Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
3.Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci
15.Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
16.proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso fort
18.Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
19.Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. Sal 80 (79)
L’invocazione del salmista risuona sulle nostre labbra: “Tu, pastore di Israele, ascolta, ….. vieni a salvarci.”
Abbiamo bisogno di soccorso, di salvezza nei nostri cuori, nelle nostre famiglie. Abbiamo bisogno di salvezza per questo nostro mondo travagliato dall’odio e dalla guerra.
Nel ricordo di Don Giuseppe, con Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio Vi invio un grande abbraccio.
Contardo Codegone.
P.S.
- Vi ricordo martedì prossimo 5 dicembre 2023 la Santa Messa delle ore 18,00 presso la Chiesa del Santo Sudario (Via Piave angolo Via San Domenico). Dopo la Messa, in un momento di fraternità, ci scambieremo gli auguri di Natale.
- Vi ricordo anche la nostra Assemblea sociale di sabato 9 marzo 2024, ore 15,30, sempre presso la Chiesa del Santo Sudario.
Sarà un’Assemblea particolarmente importante perché, oltre ad approvare il rendiconto finanziario e fornire le linee di azione futura, l’Assemblea sarà chiamata a rinnovare il Consiglio Direttivo e i nostri Organi Sociali. - Terremo gli Esercizi Spirituali il 17-18-19 maggio 2024 a Susa, Villa San Pietro, sotto la guida di Don Priotto.
Settimanale AMCOR
3 – 12 – 2023: [I dom.Avvento – B].
Ma, Signore, tu sei nostro padre
Letture: Is 63,16b-17. 19b; 64,2-7; 1Co 1, 3-9; Mc 13, 33-37 – L’ingresso del profeta Isaia sulla scena delle Letture liturgiche domenicali è il segno dell’Avvento. L’Antico Testamento ha un costante orientamento al futuro, che dà senso a un presente pieno di incognite e di tribolazioni. La prima Lettura di oggi raccoglie messaggi di incoraggiamento dagli ultimi capitoli del nostro profeta. La seconda Lettura è stata scritta molto tempo dopo (da san Paolo ai cristiani di Corinto), circa venticinque anni dopo la morte e risurrezione di Gesù, e si muove anch’essa nella prospettiva di un futuro, che conclude la nostra storia proprio nell’incontro finale con Gesù. Ma non dobbiamo pensare che il presente non abbia senso: l’evangelista Marco ci porta il richiamo di Gesù a gestire bene un presente che ci è dato per preparare il “ritorno” del Signore: sarà improvviso e corriamo rischio di essere trovati “addormentati”.
Qualche insegnamento dalle letture – Come è difficile incominciare sempre, di nuovo, con l’avvento di ogni anno! Anche perché c’è l’impressione che siamo sempre da capo. E invece non è vero: non siamo sempre da capo, perché non siamo soli e Chi cammina con noi non si arresta, nonostante le apparenze. Si arresta il nostro coraggio, la nostra fiducia, ma finché non sciogliamo noi la presa della sua mano, il cammino prosegue. E non cessa di essere fecondo sia per noi sia per quanti sono un po’ affidati a noi. L’antico profeta lo affermava con forza e la Chiesa ci tiene a riprendere questo accorato tema biblico: non s’è mai dato che “un Dio fuori di te abbia fatto tanto per chi confida in lui”.
San Paolo inizia il suo ammonimento ai cristiani di Corinto, ricordando quella pienezza di doni ricevuti con la predicazione apostolica: “Non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo”. La prospettiva è quella del “giorno del Signore nostro Gesù Cristo”, quello dell'”avvento” conclusivo della storia. Lo si prepara giorno per giorno, per “quando il padrone di casa ritornerà”. Con l’aiuto del Signore e della sua Mamma cara confermiamo la convinzione che ci accompagna fin dall’educazione che abbiamo ricevuto da piccoli: il Signore non si stufa di noi e noi non dubitiamo della sua assistenza provvidente.
Quello che dico a voi lo dico a tutti: vegliate! All’aprirsi dell’avvento sentiamo come un senso di vuoto: puntiamo gli occhi, tendiamo gli orecchi, ma ci viene incontro solo la parola: ma che grande cosa è la Parola! E poi non è la parola come la intendiamo noi: la senti e passa. La Sua è la Parola che chiama, che è già vicina; si nasconde un po’, ma non va mai via; è molto misteriosa, ma piena di amore. Mi dice, ci dice, di vegliare, ed è certamente una cosa impegnativa: posso essere disinteressato, disattento, deluso, stanco, e proprio senza voglia di stare sveglio, ma proprio in questa situazione risuona la domanda: mi fido dell’Amico? Mi voglio abbandonare? Lui aspetta proprio che gli diciamo: mi fido pienamente, fai tu, aiutami a mettere il piede dove lo metti tu, a non borbottare, a non tradirti. Mi hai dato tante cose, tesori preziosi. Fa che al nostro incontro tu non abbia la delusione di vedere sprecati i tuoi doni. Hai detto: “Allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire… con grande potenza e gloria”. Io, Signore, capisco così poco e temo di illudermi se cerco di immaginare. Ma portando lo sguardo sul mistero di Betlemme e di Nazaret e contemplando la conclusione indicibilmente misteriosa della croce e della risurrezione, mi convinco che quel che tu chiedi non è veramente troppo. E sarà il trionfo della tua misericordia, che renderà partecipe della tua grazia il fratello che conta solo in te.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/