Domenica 10-12-23 – II di Avvento B – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
sento le letture di questa domenica 10-12-23 collegate dalla voce del Signore che parla al suo popolo nella dimensione escatologica.
La prima lettura è tratta dal profeta Isaia. Si tratta del Secondo (o Deutero) Isaia che ha predicato a Babilonia nel periodo (intorno al 550 a.C.) nel quale le vittorie del re persiano Ciro facevano prevedere la rovina dell’impero babilonese. L’editto che consentirà il ritorno a Gerusalemme del popolo ebraico sarà emesso, infatti, poco dopo nel 538 a.C.
Il brano di oggi riprende proprio la parte iniziale del libro del Deutero Isaia che si apre con un racconto dalla intonazione profetica. In base alle sue prime parole è chiamato “Il libro della Consolazione di Israele”; (“Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio.” Is 40,1).
Il profeta annuncia che si è concluso il giudizio di Dio con la distruzione di Gerusalemme e la deportazione a Babilonia (“la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata… Una voce grida: nel deserto preparate la via del Signore”), ora si sente vicino il tempo della rinascita.
Il primo esodo, dall’Egitto, è nel passato ed è segnato dall’Alleanza del Sinai.
Un secondo esodo, il ritorno dall’esilio babilonese, ricondurrà il popolo a una nuova Gerusalemme. Si introduce qui la distinzione tra due tempi, quello delle cose passate e quello delle cose future. Inizia così il pensiero escatologico, dell’attesa.
Siamo proprio in questo periodo liturgico nell’Avvento, il periodo dell’attesa, il cui mistero si compirà alla fine dei tempi.
Don Giuseppe, riprendendo padre Schokel, ci dice che: “il terzo esodo o ‘passaggio di Cristo’ invia retroattivamente il suo messaggio su questi fatti, come la grande ombra di un alto monte… Perché è il terzo esodo, realizzato da Cristo, quello autentico e centrale, che giustifica e mette in moto quelli che lo precedono e lo seguono.”
La seconda lettura (San Pietro) torna sul tema delle promesse del Signore che, dice Don Giuseppe, sono misteriose (“il giorno del Signore verrà come un ladro”), ma sicure perché Dio “non vuole che alcuno si perda”.
Il Vangelo di Marco, richiamando proprio Isaia, ci presenta un personaggio austero, esemplare: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero … Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore…”. Si tratta di Giovanni il Battezzatore.
Ci dice Don Giuseppe che, nell’Avvento, le letture bibliche ci mostrano Gesù in prospettiva, dopo Giovanni il Battista e poi alla fine della storia, quando si realizzeranno i misteriosi “cieli nuovi e terra nuova”. (Apocalisse 21,1).
Pur nel mistero di queste predizioni criptiche, è ben chiara e pratica l’esortazione finale: “Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia” (2 Pt 3,14).
Il Salmo fu composto, probabilmente, subito dopo la liberazione dall’esilio babilonese (“ Sei stato buono, Signore, con la tua terra,/ hai ristabilito la sorte di Giacobbe. / Hai perdonato la colpa del tuo popolo, hai coperto ogni loro peccato. Sal 85,2-3).
Nelle parole del salmista si alternano, però, sentimenti di gioia riconoscente e di angosciosa preoccupazione. Di fronte alle incertezze del futuro il salmista si pone in un atteggiamento di ascolto e di supplica: “Mostraci, Signore, la tua misericordia / e donaci la tua salvezza.” Sal 85,8.
Il Signore fa sentire la sua voce e annuncia la pace e la salvezza (“… giustizia camminerà davanti a lui: /
i suoi passi tracceranno il cammino.” Sal 85,14)
Liturgicamente e nel commento patristico questo salmo ha una interpretazione messianica centrata sul mistero dell’incarnazione del Cristo e sulla “pienezza dei tempi.” (Gal 4,4-5)
Anche noi abbiamo bisogno di ascoltare cosa dice a noi il Signore, poniamoci in ascolto.
RIT: Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
9-Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
10-Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
11-Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12-Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
13-Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
14-giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. Sal. 85 (84)
“Giustizia e pace si baceranno”: abbiamo bisogno di sentire anche nei nostri cuori questo messaggio di giustizia e di pace che si incontrano.
Nel ricordo di Don Giuseppe, con Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio Vi invio un grande abbraccio.
Contardo Codegone
P.S.
- E’ stato bello ritrovarci martedì 5 dicembre (eravamo in 35) per la Santa Messa e per scambiarci fraternamente gli auguri di Natale. Bello il dono, suggerito da Suor Maria Clara e preparato meravigliosamente da Patrizia, del fascicolo con l’autobiografia di Don Giuseppe e tante belle fotografie.
- Ricordo la nostra Assemblea del sabato 9 marzo 2024 (ore 15,30 al Santo Sudario) che prevede anche l’elezione del nuovo Consiglio.
- Ricordo gli Esercizi Spirituali a Susa del 17-18-19 maggio 2024 a Susa, Villa San Pietro.
Settimanale AMCOR
10 – 12 -2023: [II dom Avvento – B].
Preparate la via al Signore
Letture: Is 40, 1-5.9-11; 2Pt 3, 8-14; Mc 1, 1-8 – Il profeta Isaia consolava i suoi connazionali con una parola rivolta direttamente al suo popolo: la loro tribolazione è compiuta. San Pietro, nella sua seconda lettera, torna sul tema delle promesse del Signore, che sono misteriose (“il giorno del Signore verrà come un ladro”) ma sicure (“non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi”). Il vangelo di Marco inizia presentando un personaggio austero, Giovanni il battezzatore, che battezza e grida: “Preparate la via al Signore”.
Qualche insegnamento dalle letture – il Signore viene con la premura affettuosa del pastore: “porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”. E’ il culmine di una profezia del libro di Isaia, quando incomincia la seconda parte (composta da un altro profeta), che canta il ritorno degli esuli ebrei dalla deportazione babilonese. La prospettiva si prolunga all’infinito: da questo fatto, importante ma limitato, al futuro stesso di Dio. Ed è una prospettiva garantita dalla stessa onnipotenza misericordiosa di Dio. Da noi – insegna San Pietro – Dio si attende un’attesa fiduciosa e operosa: “Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia”. Il vangelo ci porta l’esempio del Battista, il “messaggero”, che prepara la via a Gesù, che lui dichiara già, prima di incontrarlo, “più forte di me”, perché darà il battesimo perfetto, “in Spirito Santo”.
Ecco, innanzi a te io mando il mio messaggero – Nell’avvento le letture bibliche ci mostrano Gesù in prospettiva, dopo Giovanni il Battista e poi alla fine della storia, quando si realizzeranno i misteriosi “cieli nuovi e terra nuova”. Pur nel mistero di queste predizioni criptiche, è ben chiara e pratica l’esortazione finale: “Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia”. Dunque il Dio buono e onnipotente fa appello a un impegno che coinvolge tutta la nostra partecipazione. La nostra attenzione è attratta dalla persona del Precursore, a cui la liturgia presta tanta attenzione. I vangeli sono concordi nel sottolineare l’importanza esemplare di questo grande personaggio. Nel momento culminante della storia, in cui Dio diventa partecipe della condizione di noi esseri umani, Egli si circonda di persone che partecipano della sua missione. Il caso di Giovanni Battista è l’esempio più evidente. Nella Bibbia egli emerge tra le grandissime figure di cui il Signore ha voluto circondarsi e la tradizione della Chiesa l’ha messo nel posto più alto, subito dopo i protagonisti della famiglia di Nazaret. La sua grandezza toccò il culmine quando egli rese testimonianza a uno “più forte di me”, che avrebbe battezzato “in Spirito Santo”. Gesù vorrà essere tanto simile a noi da farsi battezzare proprio da Giovanni e Giovanni dette alla causa di Gesù una testimonianza così piena da suggellarla con la vita. Vorremmo anche noi mettere a disposizione della sua causa tutto quanto di bello e forte egli ha affidato alla nostra povertà.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
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A commento del messaggio della prima lettura di oggi [dal cosiddetto “Deuteroisaia”] riporto una spiegazione di un nostro grande professore, padre Luis Alonso Schökel: “Il secondo esodo o ritorno dall’esilio si trasfigura tra il ricordo storico e l’ansia e l’annuncio del futuro; il terzo esodo o ‘passaggio di Cristo’ invia retroattivamente il suo messaggio su questi fatti, come la grande ombra di un alto monte… Perché è il terzo esodo, realizzato da Cristo, quello autentico e centrale, che giustifica e mette in moto quelli che lo precedono e lo seguono”
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/