Domenica 7-1-2024 -Battesimo del Signore – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 7-1-24 – Battesimo del Signore – ci parlano della promessa di un’ alleanza eterna tra Dio e il suo popolo (Isaia), della vittoria sul “mondo”, cioè sul male, che è la nostra fede (Giovanni) e del battesimo di Gesù con la voce dal cielo che spiega il mistero (Marco).
Il brano di Isaia che ci è proposto oggi è tratto dall’invito finale del libro del secondo Isaia (Deutero-Isaia, un personaggio di cui non si conosce il vero nome) vissuto intorno al 550 a.C., cioè circa 200 anni dopo l’Isaia storico.
In questo periodo l’avanzata dei persiani faceva presagire la sconfitta dei Babilonesi e la possibilità di liberazione dall’esilio.
Il testo del Deutero Isaia (che comprende i capitoli del libro di Isaia da 40 a 55) inizia proprio con l’annuncio della liberazione (“Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio” Is 40,1) e comprende anche i quattro canti del “servo del Signore”.
Il brano della liturgia di oggi è tratto dal capitolo finale del libro del secondo Isaia (Is 55,11) che contiene l’esortazione a partecipare ai beni dell’alleanza eterna con Dio, alleanza eterna e universale, e a convertirsi fin che si è in tempo.
Vi è l’invito agli assetati ad andare all’acqua, l’invito a porgere l’orecchio, a cercare il Signore, l’invito alla consapevolezza che i pensieri di Dio sovrastano i nostri pensieri.
Il brano si conclude con il richiamo all’efficacia della parola di Dio.
Sono parole che sento rivolte al mio cuore, che sollecitano il mio cuore, talora stanco, affaticato.
Circa la Prima Lettera di Giovanni, Don Giuseppe ci dice che l’autore: “probabilmente ha già scritto il suo vangelo e ha già spiegato quanto diritto abbia Gesù a essere creduto e amato. Gesù ha un nemico, il demonio, che ha molti nomi (nel nostro brano è chiamato “il mondo”) e che lotta in continuità per rendere vano l’intervento di Gesù nella nostra storia.”
Quanto sentiamo forte oggi la presenza del male nelle vicende della storia.
Il Vangelo di Marco, nel brano di oggi, continua Don Giuseppe, è: “una rivelazione solenne, anche se inavvertita dai più, della santissima Trinità. Ed è la voce dal cielo – evidentemente del Padre – : che spiega il mistero: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”.”
Si tratta della persona divina del Figlio che è efficacemente tra noi nel mistero dei sacramenti iniziali della vita cristiana e cioè il battesimo e l’eucaristia.
Il Salmo di oggi è tratto dal libro dell’Isaia storico (765-700 a.C.). E’ un inno di ringraziamento di un personaggio che Dio ha sostenuto e liberato. La seconda parte di questo inno è un canto di gloria e di lode al Signore.
Da Is 12
RIT: Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Avevamo parlato pocanzi della “efficacia della parola di Dio” ed ora cantiamo: “Ti ringrazio, Signore… Ecco, Dio è la mia salvezza; … perché mia forza e mio canto è il Signore…” Il mio cuore si rinfranca, prova anche a lui a unirsi al canto di lode a Dio che ha fatto cose grandi.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
7.1.2024 – Battesimo del Signore.
Tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue
Letture: Is 55, 1-11; 1 Gv 5, 1-9; Mc 1, 7-11 – Dalla conclusione della seconda parte del profeta Isaia cogliamo la promessa che Dio fa al suo popolo: “stabilirò per voi un’alleanza eterna”. Ma intanto a più riprese suona il richiamo: “ascoltate”. San Giovanni, nella sua prima Lettera, descrive una sequenza di nostri rapporti con Dio: all’inizio c’è la testimonianza di tre realtà ineffabili: lo Spirito (fonte della vita, della luce, di ogni bene), l’acqua (sacramento del battesimo), il sangue (sacramento della remissione del perdono). Il brano finale, dal vangelo di Marco, narra la comparsa di Gesù a quel punto del Giordano dove Giovanni il Battista svolgeva il suo ministero di battezzatore, mentre lui stesso dà l’annuncio di uno più forte di lui, che battezzerà in Spirito Santo, e di rincalzo giunge la manifestazione dello Spirito Santo, accompagnata dalla voce del Padre stesso: “Tu sei il mio Figlio, l’amato”.
Qualche insegnamento dalle letture – L’alleanza che Dio vuole sancire, secondo le promesse dell’Antico Testamento (qui la profezia di Isaia), sarà eterna e universale. Ma essa esige che l’uomo dia la preferenza assoluta al Signore, e allora tutte le sue promesse si adempiranno. San Giovanni, quando scrive la sua prima Lettera, probabilmente ha già scritto il suo vangelo e ha già spiegato quanto diritto abbia Gesù a essere creduto e amato. Gesù ha un nemico, il demonio, che ha molti nomi (nel nostro brano è chiamato “il mondo”) e che lotta in continuità per rendere vano l’intervento di Gesù nella nostra storia. La causa di Gesù, nella lotta per la nostra salvezza, è sostenuta dallo Spirito Santo e dalla forza che viene dal sacramento dell’acqua e del sangue. Si tratta della persona divina del Figlio che è efficacemente fra noi nel mistero dei sacramenti iniziali della nostra vita cristiana: il battesimo e l’eucaristia. Questa realtà della presenza dei sacramenti la troviamo avviata nella vita stessa di Gesù, come ci attesta il vangelo di Marco (ma lo stesso episodio è narrato da Matteo e da Luca e in modo equivalente anche da Giovanni).
Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento – Quante cose Gesù ha fatto come gli altri, dando loro un significato ben più alto, unico. Il primo significato del suo battesimo, al Giordano, non lo ha distinto da quanto hanno fatto tante persone andate come lui ad ascoltare il predicatore del deserto e a eseguire quell’atto simbolico del lavacro: attraverso la purificazione del corpo si esprimeva la necessità e la fiducia di ricevere la purificazione dello spirito. Gesù ha fatto come gli altri, ha voluto essere ritenuto uno dei peccatori. E’ Giovanni il battezzatore che indica la differenza, per una luce che è concessa a lui: “Egli vi battezzerà in spirito Santo”. ma è la voce dal cielo, accompagnata dalla visione “come una colomba”. E’ dunque una rivelazione solenne, anche se inavvertita dai più, della santissima Trinità. Ed è la voce dal cielo – evidentemente del Padre – : che spiega il mistero: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”. E’ il momento in cui il trentennio di vita nascosta trova la sua interpretazione autorevole e in cui si apre il periodo, così breve e tanto intenso, della vita pubblica. E’ presente l’intera Famiglia divina, a rendersi sensibile e offrire sigillo e legittimazione a ciò che sta iniziando. Il mistero è infinito: il Figlio compare in veste umana e coinvolto nelle conseguenze del peccato, in compagnia di peccatori, mentre la voce del Padre lo dichiara amato per eccellenza, frutto e meritevole di compiacimento. Nella prospettiva all’infinito che si apre davanti al “peccatore” che esce dal Giordano c’è l’indistinta moltitudine della famiglia umana, di ogni luogo e ogni tempo. Sono tutti solidali con Lui, come Lui lo è con loro. Egli si abbandona a loro, fino alle estreme conseguenze; nell’abbandono a lui è la certezza di salvezza per ognuno di noi.
Ma quale conto facciamo ancora del nostro battesimo?
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/