Domenica 10-3-2024 -IV di Quaresima B – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 10-3-2024 hanno a tema principale il mistero della morte del Figlio di Dio e il mistero della Grazia.
Vi rimando alle parole di Don Giuseppe per la nostra riflessione sui testi delle letture di oggi particolarmente importanti e difficili.
Richiamo, invece, la vostra attenzione su quanto Don Giuseppe ci dice circa il libro delle “Cronache” e cioè che è: “uno degli ultimi dell’Antico Testamento.” La prima lettura è tratta, infatti, dal secondo libro delle Cronache.
Vale la pena di ricordare che:
“La Bibbia di Gerusalemme” (Edizione EDB febbraio 2019) precisa che “Il canone della Bibbia ebraica, fissato dagli ebrei di Palestina sull’inizio dell’era cristiana, è conservato anche dagli ebrei moderni. Non contiene che i libri scritti originariamente in ebraico, con l’esclusione quindi dei libri scritti in greco e dei supplementi in greco di Ester e Daniele.
La Bibbia ebraica è suddivisa in tre parti, nell’ordine seguente:
I. La legge (Pentateuco cioè Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio).
II. I Profeti distinti tra profeti anteriori (Giosuè, Giudici, Samuele, Re) e Profeti posteriori (Isaia, Geremia, Ezechiele e gli altri dodici profeti).
III. Gli scritti (Salmi, Giobbe, Proverbi, Rut, Cantico dei Cantici, Ecclesiaste (Qoèlet), Lamentazioni, Ester, Daniele, Esdra-Neemia, Cronache).”
Come potete vedere il libro delle “Cronache” figura come ultimo nella Bibbia ebraica.
L’Antico Testamento, nel testo da noi utilizzato, è suddiviso in quattro sezioni:
- Il Pentateuco.
- I libri storici (corrispondenti ai “Profeti anteriori” con l’aggiunta di Rut, 1-2 Cronache, Esdra, Neemia, Tobia, Giuditta, Ester e 1-2 Maccabei).
- I Libri Poetici e Sapienziali (Giobbe, Salmi, Proverbi, Qohelet, Cantico dei Cantici, Sapienza e Siracide)
- I Libri Profetici
Come potete vedere i Libri delle Cronache nel nostro testo dell’AT si trovano collocati tra i Libri Storici.
I Libri delle Cronache sono, infatti, libri storici che riprendono e continuano la storia che va da Giosuè alla fine dei Re. Si tratta di libri ai quali si possono aggiungere quelli di Esdra e di Neemia. Sono denominati anche “Paralipòmeni” ossia libri che riferiscono “notizie omesse” o le completano, sono dunque opera del giudaismo del post esilio. Periodo nel quale il tempio e le sue cerimonie erano al centro della vita nazionale. L’autore delle “Cronache”, un levita di Gerusalemme, partecipa profondamente a questo ambiente. La data più probabile di composizione di questi libri delle Cronache è l’inizio del periodo ellenistico, prima del 300 a.C.. Siamo in un periodo nel quale la comunità di Gerusalemme si ricostruisce in silenzio e si approfondisce spiritualmente.
Il Salmo che ci è offerto dalla liturgia di oggi è una delle pagine poetiche più bella della letteratura. Ricordo anche l’ispirazione data al Nabucco di Verdi. Il salmista, forse un levita da poco rientrato dalla deportazione di Babilonia e riammesso al servizio del tempio, ricorda e rivive le tristi giornate passate in cattività. Gli ultimi versetti, non ripresi dalle letture di oggi, sono drammaticamente e terribilmente saturi di desiderio di vendetta e di odio.
Come preghiera di oggi il salmo interpreta la sofferta nostalgia della Chiesa pellegrina stretta tra le drammatiche tentazioni del male e tesa alla ricerca della purezza della luce che viene riverberata dalla Gerusalemme celeste.
RIT: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
1-Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
2-Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
3-Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!»
4-Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
5-Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.
6-Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia. Sal. 137 (136)
Stiamo vivendo con profonda inquietudine un drammatico tempo di guerra e fatichiamo a cantare “allegre canzoni”. Ma non dobbiamo dimenticare la luce di Gerusalemme, la luce della Grazia del Signore. Per questo preghiamo con forza per la pace guardando al Signore “al di sopra di ogni gioia”.
Vi scrivo nel ricordo di Don Giuseppe, con Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia, e tutto il Consiglio e Vi invio una grande abbraccio.
Contardo Codegone
P.S.
– Ricordo le S. Messe del primo martedì del mese: 9 aprile (e non 2 aprile per la vicinanza con la S. Pasqua), 7 maggio e 4 giugno (Chiesa S. Sudario ore 18.00).
– Ricordo gli Esercizi Spirituali del 17-18-19 maggio 2024 a Susa (Villa San Pietro), Tema: “Dal Nilo al Nebo, Mosè alla ricerca di Dio”. Relatore Don Priotto.
– Ricordo, infine, Le iniziative di preghiera della Confraternita presso la S. Sindone in Duomo (ore 18,00 gli ultimi lunedì del mese: 25 marzo, 29 aprile, 27 maggio).
Settimanale AMCOR
10. 3. 2024 –IV Dom. Quar. B
Per grazia siete stati salvati mediante la fede
Letture: 2 Cr 36,14-16. 19-23; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21 – Il libro delle Cronache è uno degli ultimi dell’Antico Testamento. Contiene un parziale riassunto della conclusione della storia del regno di Giuda (degli Ebrei del Sud): l’imperatore persiano Ciro dà ai deportati ebrei sparsi nel suo impero il permesso di ristabilire il culto autentico a Dio, tornando nella terra dei loro padri.
San Paolo, scrivendo ai cristiani di Efeso, spiega loro l’immensità del regalo di Cristo, “la straordinaria ricchezza della sua grazia”. Il suo pensiero anticipa i tempi e contempla il tempo eterno in cui “la straordinaria ricchezza della sua grazia”, evidente per la “sua bontà verso di noi in Cristo Gesù”, porterà a compimento il piano eterno della salvezza.
San Giovanni, nel vangelo, ha iniziato a raccontarci il dialogo tra Nicodemo e Gesù, ma ben presto è Gesù che prende il sopravvento con un dolcissimo e impegnatissimo insegnamento. leggiamolo con calma, più volte. C’è un punto con cui va a cozzare la nostra mente e il nostro cuore: l’esempio del serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto serve solo per attirare la nostra attenzione su Gesù che “bisogna che sia innalzato”. Carissimi, non vi viene da piangere: ma perché “bisogna”- per la crocifissione?. Gesù non ci lascia respirare e risponde subito nella maniera più totale: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”.
La straordinaria ricchezza della sua grazia – Mi pare che questa espressione orienti a trovare una piccola pista di riflessione. La ‘grazia’ è la ‘sua’ ed è descrivibile solo per la sua straordinaria ricchezza. Vuol dire che noi non ce la facciamo né a capirla né a corrispondervi. Però lui ce la presenta ugualmente, adeguandosi alla nostra povertà. Quando noi amiamo qualcuno (o qualcosa, ma è meno bello!), dobbiamo sapere bene chi amiamo. Qui ci viene incontro “il mondo” e sembra proprio fatto per non lasciarci capire: come si fa ad amare il mondo? Soprattutto quando si pensa che quel mondo lì, nei confronti di Gesù, ha saputo solo innalzarlo sulla croce – e Lui lo ha tanto amato! E Gesù questo lo dice perché ce ne rendiamo ben conto: ci sono proprio anch’io, in quel “mondo tanto amato”, nonostante la mia cattiveria!!!
Nel racconto di San Giovanni questo episodio è narrato all’inizio della vita pubblica di Gesù, che vuole dare chiaramente subito la prospettiva di quello che Lui è, di quanto è venuto a fare: “non per condannare il mondo”. Ci sarà gente che lo considera nemico, lui non considera nemico nessuno. Le saracinesche le tiro giù io, non lui; a lui scoppia il cuore quando vede la preferenza data alle tenebre, programmando la distruzione della luce.
E sì che – dice san Paolo – “Dio ci ha creati in Cristo Gesù, per le opere buone…perché in esse camminassimo”. Il cammino lui lo prepara a ognuno, dietro a lui, e noi diamo con fiducia la nostra mano a Gesù, chiedendogli di non causargli mai motivo di sofferenza.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/