Domenica 21-4-2024 – IV di Pasqua – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 21-4-2024 – IV di Pasqua B – sono tratte dagli Atti degli Apostoli e da Giovanni (seconda lettura e Vangelo).
Circa la collocazione storica degli Atti e la figura di Giovanni Vi rimando a quanto detto per le domeniche scorse.
Desidero richiamare la Vostra attenzione sul commento di Don Giuseppe a un passaggio del vangelo di oggi relativo alla parabola del Buon Pastore.
Dice Don Giuseppe: “… all’improvviso lo sentiamo (Gesù) dire: ‘Ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare’. Dunque il suo gregge ha un’estensione che coincide con l’orizzonte stesso, non conosce limiti… il pensiero si interroga su che cosa si sia realizzato di questo proposito nel corso dei secoli [pensiamo solo a quanto è accaduto nel vicino Oriente, a partire dall’Arabia, proprio nel tempo in cui la cristianità stava diffondendosi, … sul cammino oggi della chiesa, delle chiese, dell’intera umanità … La mia fede ha diritto a ottenere un sì nella difficoltà – verrebbe da dire ‘al buio’ –, nell’attesa che il beato ‘incontro’ disperda tutte le nuvole.”
Che forza le parole di Don Giuseppe che non teme di usare il termine “misterioso” per la verità nella prospettiva di Gesù. Soprattutto non teme di parlare di “buio” rispetto al diritto della nostra fede a ottenere un sì nelle difficoltà.
Le parole di Don Giuseppe pongono domande forti anche al nostro presente di guerra, di scontro tra le Chiese, all’interno delle Chiese stesse, tra le religioni. Domande che, con angoscia, ci interrogano come individui e come comunità in cammino.
Quanto mai attuali, dunque, le parole di questo inno che è il salmo di oggi: “E’ meglio rifugiarsi nel Signore / che confidare nei potenti.”
Sal. 118 (117)
RIT: La pietra scartata dai costruttori ora è pietra d’angolo.
1-Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
8-È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
9-È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
RIT: La pietra scartata dai costruttori ora è pietra d’angolo.
21-Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
22-La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
23-Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
RIT: La pietra scartata dai costruttori ora è pietra d’angolo.
26-Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
28-Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
29-Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
RIT: La pietra scartata dai costruttori ora è pietra d’angolo.
Rifugiarsi nel Signore perché illumini la mente e il cuore dei “potenti”, perché ascolti la nostra preghiera accogliendoci nel suo mistero, illuminando il nostro buio.
Uniti nella preghiera per la pace.
Contardo Codegone
P.S.
- Ricordo per sabato 20 aprile alle ore 10,00 visita guidata dal Prof. Bruno Barberis al Museo della Sindone (Via San Domenica 28 Torino). Sarà una importante occasione anche di aggiornamento, di riflessione e di preghiera.
- Ricordo la ricorrenza liturgica della Sindone sabato 4 maggio S. Messa alle ore 18 in Cattedrale. Si invitano i volontari in possesso della giacca viola ad indossarla.
- Ricordo le S. Messe del primo martedì del mese: 7 maggio e 4 giugno (Chiesa S. Sudario ore 18.00).
- Ricordo gli Esercizi Spirituali del 17-18-19 maggio 2024 a Susa (Villa San Pietro), Tema: “Dal Nilo al Nebo, Mosè alla ricerca di Dio”. Relatore Don Priotto.
- Ricordo, infine, Le iniziative di preghiera della Confraternita presso la S. Sindone in Duomo (ore 18,00 gli ultimi lunedì del mese: 29 aprile e 27 maggio 2024).
IV dom. di Pasqua – 21 – 4 – 2024
Letture bibliche: At 4, 8-12; 1 Gv 3,1-2; Gv 10, 11-18
Gli Atti degli Apostoli ci raccontano un piccolo colloquio di Pietro, che spiega alla gente di Gerusalemme come sia avvenuto il primo miracolo compiuto dopo la Pentecoste: “Nel nome di Gesù Cristo… che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato… In nessun altro c’è salvezza”.
San Giovanni nella sua prima Lettera cerca di illustrare i criteri (si tratta in realtà della fede e della carità) che ci ottengono di godere della “comunione” con Dio e illustra la ricchezza di questa comunione, che ci permette non solo di “essere chiamati” ma di “essere realmente, fin da ora… figli di Dio”. Però non è ancora raggiunta la pienezza del dono. Attendiamo ancora una manifestazione che ci farà vedere Dio “così come egli è”.
E’ ancora san Giovanni a venirci incontro nel vangelo con un passo della sua parabola del buon pastore, colui che “dà la propria vita per le pecore”. Egli ha un rapporto di conoscenza e dedizione unica per le sue pecore: “conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. E’ commovente il paragone portato per illustrare il grado di intensa conoscenza che unisce Gesù, “buon pastore”, alle sue pecore: tra lui e loro corre un rapporto di conoscenza reciproca “come il Padre conosce me e io conosco il Padre”. Veramente non si può dare di più.
Diventeranno un solo gregge, un solo pastore
Ma dallo sfondo ci viene incontro un interlocutore inatteso: finora il rapporto si svolgeva tra Gesù e le sue pecore, però all’improvviso lo sentiamo dire: “Ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare”. Dunque il suo gregge ha un’estensione che coincide con l’orizzonte stesso, non conosce limiti né criteri di distinzioni o di qualifica. E’ proprio del “buon pastore” non stabilire classi o classifiche, perché tutto è unificato dall’amore originante dell’unico pastore.
Mentre leggiamo queste affermazioni, il pensiero si interroga su che cosa si sia realizzato di questo proposito nel corso dei secoli [pensiamo solo a quanto è accaduto nel vicino Oriente, a partire dall’Arabia, proprio nel tempo in cui la cristianità stava diffondendosi, in modi purtroppo poco pacifici, e proprio allora irruppe il movimento islamico, che lasciò poche tracce dell’eredità cristiana]. Più oscura ancora è la domanda circa quanto sia pensabile, realisticamente, sul cammino oggi della chiesa, delle chiese, dell’intera umanità. Quante “pecore” conoscono il loro pastore, si interessano della sua persona, del suo insegnamento, soprattutto del suo amore?
Confrontarci con predizioni che dovrebbero già essersi realizzate, umanamente parlando, comporta un rischio non piccolo, certamente. Ciononostante non dobbiamo lasciarcene intimidire o abbattere: la verità vista dalla prospettiva di Gesù ha un misterioso grado di realizzazione. Lui è il Crocifisso Risorto, il Figlio che il Padre ha dato al mondo. La mia fede ha diritto a ottenere un sì nella difficoltà – verrebbe da dire “al buio” –, nell’attesa che il beato “incontro” disperda tutte le nuvole.
Vostro don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/