La vicenda di Gesù nei “misteri del rosario” -Introduzione
“Vicenda” di Gesù
“Vicenda” è qualcosa di più che “storia”, e forse anche qualcosa di meno. ”Storia” (e anche “vita”) pretende di essere più precisa, ma è limitata ai termini posti dalla nascita e dalla morte della persona; inoltre si informa solo un preciso tipo di documentazione. “Vicenda” è un’avventura che richiede informazioni anche precedenti alla nascita della persona e si prolunga al tempo successivo alla sua morte; inoltre i suoi documenti si allargano a raggiera in campi che non potrebbero essere chiamati propriamente storici, eppure hanno a che fare con quella persona. Stiamo per visitare i suggerimenti che il rosario ci offre a proposito della “vicenda” di Gesù e ci verranno in soccorso notizie antecedenti all’epoca della sua nascita e soprattutto notizie di riflessioni e avvenimenti fioriti dopo la sua morte e risurrezione. Ma tutto fa parte della sua vicenda e vuole interpellare la nostra, con la convinzione che ne derivi un grande aiuto.
Il Rosario
Il cardinale Ballestrero (il suo nome da carmelitano era Padre Anastasio del SS. Rosario) durante un’udienza presso San Giovanni XXIII si era sentito chiedere dal Papa se recitava tutti i giorni il rosario. Egli rispose di sì, tutto intero, e il papa commentò: “Bene, lo recito anch’io intero tutti i giorni”. So che ci sono gruppi di persone che si sono preso lo stesso impegno. Non vorrei parlare qui della quantità, ma dell’affezione che dobbiamo acquistare incrementare per questa preghiera stupenda, che è stato il segreto del cammino di tanti santi.
Perché è così nella e importante? Perché parla al cuore e alla mente, impegna la memoria, fa riflettere e dà consolazione. Non esige nemmeno che si tenga aperto il breviario o un libro di preghiera; anzi l’hanno usata molte persone che non sapevano leggere. Qualcuno dice che tante “Ave Maria” sono la strada sicura per una continua distrazione. Dipende da come si recitano. Certo che non penso per ogni Ave a ogni parola che pronuncio (ma non capitava nemmeno quando parlavo con mia mamma). Ma nella consapevolezza che sto intrattenendomi con Maria, cerco di non perdere di vista il “mistero” e lo applico alla mia vita.
Credo che la Madonna oggi ci rivolga proprio questo invito a nome del suo Figlio, che è nostro dolcissimo Fratello. Lo fa non per favorire la nostra pigrizia, ma per offrirci un modello di preghiera adatto alla nostra semplicità. Non possiamo mai sentirci poveri abbastanza da non potere ricorrere al rosario.
C’è un segreto per rendere proficuo il rosario? Direi solo che il rosario è lo strumento per inoltrarci nella riflessione orante sui misteri della vita di Gesù. Intanto ricordo che i “misteri” che guidano le singole decine non sono obbligatoriamente quelli che sappiamo per tradizione: ogni momento della vita di Gesù che io ricordo dai vangeli o da riflessioni varie può diventare un “mistero”. Per questo motivo le enunciazioni dei misteri, con relative riflessioni, possono essere molte di più che le tradizionali cinque di ogni gruppo: invece di venti la nostra proposta ne presenta cinquanta, ed è indubbiamente possibile individuarne altre, seguendo la regola fondamentale della fedeltà ai vangeli. Noi abbiamo dato la prevalenza ai momenti episodici: altri possono insistere maggiormente sugli insegnamenti e allora saranno pagine sublimi di Giovanni a prevalere (forse con qualche incursione nelle lettere di Paolo). Posso scegliere secondo l’ispirazione del momento.
L’intento che guida la scelta di questi cinquanta “misteri” è quello di mostrare come la recita del rosario possa attingere da tutto quanto sappiamo dell’esperienza di Gesù. Penso che ne risulterà un quadro abbastanza organico dei momenti principali della sua partecipazione alla vicenda umana. La descrizione non è ertamente completa e si presta forse come esempio imitabile da chi voglia completare secondo proprie sensibilità e conoscenze. Ciò vale soprattutto nei punti fatti oggetto di una trattazione sommaria o addirittura mancante.
Le componenti del rosario
Il rosario è una preghiera semplicissima. La sua anima è costituita dall’alternarsi – per ogni “mistero” – di un “Padre nostro” iniziale, dieci “Ave Maria” e un “Gloria al Padre” conclusivo. Importante è il “mistero”, che viene enunciato e guida la riflessione e l’intenzione di preghiera per tutto quel tempo. “Mistero” è parola di grande impegno e significato1 : in questo caso si applica a un aspetto dell’intervento di Gesù nella nostra storia; lo si tiene presente e si fa oggetto di dialogo con il Signore e la sua santissima Madre mentre si snocciolano le nostre “Ave Maria”. Nella preghiera del Rosario entrano queste componenti: il ricordo, l’atto di fede e tanto cuore.
Il ricordo cerca di ricuperare tutto quello che so dei particolari della vita di Gesù. Tante volte mi capiterà anche di dire: chi sa come era, quando Gesù parlava con sua mamma, magari per dirle che presto avrebbe dovuto lasciarla; come era, quando guardava tra lo sconsolato e il compassionevole i suoi discepoli che discutevano chi era il più importante tra di loro; come soffriva, quando percepiva tanta disonestà e falsità attorno a sé; quanto sorrideva ai bambini che gli correvano incontro; quanto era dolce verso peccatori e peccatrici che avevano soggezione ad avvicinarlo… Mi aiutano i Vangeli, le riflessioni che hanno fatto altri scritti del Nuovo Testamento e anche qualche tradizione ricuperata in tempi successivi.
L’atto di fede si esprime nel sì che dico al Signore per tutti quei misteri che capisco poco o niente, ma che il Signore si è degnato di manifestarmi. Gli dico che tremo un po’ per la paura di ingannarmi, che sia tutto un castello in aria; poi gli dico che mi vergogno di dubitare delle ricchezze del suo segreto e della vita che mi dà; che desidero partecipare con tutto il cuore a quelle meraviglie che lui mi fa intravedere. Gli dico continuamente: “Signore caro, credo, aiuta la mia poca fede”.
Il cuore è coinvolto in tutto questo dialogo, anzi ne è parte principale. Ognuno di noi ha il suo modo di sentire gli affetti e di esternarli, ma ognuno li sente in cuore e vorrebbe viverli appieno e poterli esternare per avere un contraccambio. Chi mi capisce di più e non aspetta altro che di poterli scambiare è lui, che prende sempre l’iniziativa (anche se non me ne accorgo o voglio far finta di niente). I “misteri” sono fatti apposta per accendere il cuore. Non dobbiamo avere nessuna remora nel dire al Signore che gli vogliamo bene; che siamo tanto entusiasti per quel che lui ha fatto, per quel che è stato per noi; che sentiamo tanto il bisogno di entrare un po’ più in familiarità con tutto quello che lui ha fatto e che vuole adesso essere per me.
1 Una breve introduzione sulla storia delle trattazioni recenti su questo tema e un ricupero di spunti offerti dall’esegesi patristica è offerta dalla recente opera di Francesco Mosetto, Uno sguardo nuovo su Gesù. I misteri della vita di Cristo, Elledici, Torino 2016.
Proposte per la preghiera
Proporremo una breve riflessione su ogni “mistero” seguendo la divisione divenuta tradizionale, fino alle aggiunte apportate dal papa san Giovanni Paolo II: misteri della gioia (gaudiosi), della luce (luminosi, ultimi suggeriti dal Papa), della sofferenza (dolorosi), della gloria (gloriosi). Le piste per le scelte che vogliamo fare di volta in volta a riguardo degli argomenti possono essere ad es. a) quella della cronologia degli avvenimenti, come la possiamo immaginare noi (in quale ordine si sono svolti?), o b) quella che segue di volta in volta un evangelista (oggi scelgo Marco, oppure Matteo o Luca o Giovanni), o c) quella che individua qualche filone tematico, come ad es. la rivelazione del rapporto che lega Gesù al Padre (si potrebbe incominciare dalla parola nel Battesimo, seguita da quella nella trasfigurazione e poi da quella ne c. 12 di Giovanni – v. 28, dalle espressioni di Gesù nella preghiera sacerdotale – Gv 17, dalla parola del centurione in Mc 15,39 o degli indemoniati), Gesù e i discepoli, Gesù e i poveri, Gesù e il suo popolo.
Certo questo procedimento alterna attenzione ai dati delle conoscenze storiche a quelli della nostra consapevolezza di fede, ma non è lì che tende il nostro accostamento alla Scrittura? Si incomincia con quanto offre la ricerca storica e letteraria, si procede con una sistemazione dell’interpretazione che già hanno maturato gli evangelisti e si approda a quella consapevolezza del dato di fede che si impegna a essere fedele alla testimonianza scritturistica e si pone sulla linea che lo Spirito ha suggerito di generazione in generazione a quanti hanno accolto la sua illuminazione, affinché l’oggi della nostra vita riceva sostegno.
Un completamento della preghiera e un aiuto all’attenzione e al fervore può essere offerto dall’attualizzazione di ogni mistero con una intenzione e/o un proposito. Può essere suggerito da mille motivi: o dal “mistero” stesso o da una situazione del mondo esterno o da un problema di me che prego o di altri che si raccomandano o mi stanno a cuore.
Al temine della descrizione dei “misteri” proverò a suggerire qualche esempio di intenzioni di preghiera e di proposito. Sono intenzioni di impetrazione, quelle che formuliamo più sovente, ma non sono le uniche.
Ricordiamoci che questo è il rosario della Beata Vergine Maria. La sua presenza la possiamo richiamare ad ogni momento: non è mai né fuori luogo né artificiosa. Anche quando la Madonna non compare nel titolo del “mistero”, possiamo sempre richiamarla con la semplice domanda: chi sa quale consapevolezza ha avuto la Mamma di Gesù di questo momento della vita del suo Figliuolo? Chi sa come ha vissuto questo momento, la notizia che giungeva fino a lei? Che cosa mi vuol suggerire presentandomi questo “mistero”? Non abbiamo bisogno di essere artificiali per ipotizzare un atteggiamento, un pensiero, una preoccupazione della Mamma, che segue con la mente e il cuore il cammino del suo Figliuolo. Lo fanno tutte le mamme; immaginarsi se non lo faceva quella Mamma tanto amabile in tutte le sue perfezioni. Noi cerchiamo di indovinare i suoi sentimenti di accettazione, sovente preoccupata e dolorosa, di quel che veniva a sapere di Gesù; e le chiediamo subito di poter partecipare il più possibile ai suoi sentimenti, di farli nostri, di imitarli. Così non ci preoccuperemo più di ogni singola parola, perché l’attenzione e il cuore sono costantemente con Maria.
C’è chi ama riferirsi anche a ricostruzioni di fantasia, altri che si attengono volentieri alle confidenze di mistici o a rivelazioni private. Siccome ce ne sono molte, è difficile indovinare la scelta ed è comprensibile la raccomandazione alla prudenza. Sia lo Spirito a guidarci e ci trovi sempre disponibili a sfruttare tutti i suggerimenti che ci offre, dando a ogni esperienza il peso che lui ci suggerisce.
Il dato biblico
Come esprimeremo il nostro rapporto con il dato biblico che ci porta a conoscenza dei “misteri” di Gesù’ Tutto il nostro discorso è un continuo riferimento a insegnamenti e discorsi contenuti nella Bibbia, in particolare nel Nuovo Testamento. Se per ogni particolare si desse il riferimento biblico nel momento in cui lo richiama la narrazione, la lettura sarebbe troppo appesantita. Salvo poche eccezioni, cercheremo di dare al termine di ogni passo l’indicazione del riferimento principale, come invito per approfondire la lettura nei momenti di meditazione privilegiata.
Nonostante l’abbondanza dei richiami ai particolari della vicenda di Gesù, è evidente che la proposta che facciamo è limitata, frutto di una selezione di temi ed episodi approssimativa. E’ auspicabile che vengano individuati e descritti da ogni lettore altri particolari significativi di questa vicenda, per raggiungere sempre più un’immagine a tutto tondo di colui che è passato nella nostra storia dono e personificazione della tenerezza misericordiosa del nostro Dio.
La proposta è selettiva anche nei confronti delle scelte operate quando le tradizioni evangeliche non coincidono perfettamente tra di loro. Esempio tipico è stata l‘interpretazione della data dell’ultima cena: cena pasquale o grande cena precedente di un giorno la Pasqua? Si è data la preferenza alla lettura pasquale dei sinottici, ma è possibile anche scegliere di soffermarsi sulla lettura giovannea. Le convergenze sono sempre più importanti che le divergenze, che non disturbano le interpretazioni di base.
Opere citate Ghiberti, G. (2016). LA VICENDA DI GESU’ NEI “MISTERI” DEL ROSARIO. Cantalupa: Effatà editrice.
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